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I giovani induisti del Nepal si convertono alla fede cattolica.

Kathmandu 31.12.2013 Kalpit Parajuli - AsiaNews

In Nepal, numerosi giovani indù e buddisti scelgono di diventare cattolici, spesso per il rifiuto alla disuguaglianza e alla discriminazione, inerenti alla loro cultura 

Una ventina di giovani segue il corso di catechesi nella cattedrale La Assunzione di Katmandou.

"Voglio diventare cattolico per diffondere il messaggio dell’uguaglianza di Dio", dice Diko Tamang, un ragazzo di 12 anni. Sono sempre più numerosi i bambini e gli adolescenti che si fanno cattolici "stanchi" delle disuguaglianze e degli abusi che si commettono sulle caste inferiori indù e sui poveri.

In Nepal, dunque numerosi giovani indù e buddisti scelgono di diventare cattolici, spesso per rifiuto della disuguaglianza e della discriminazione, inerenti alla loro cultura. "Ho visto con i propri miei occhi gruppi interi di persone che si sono visti rifiutare l’entrata al tempio indù per appartenere alle caste inferiori", confida Diko a AsiaNews. "Queste persone non possono pregare: è una discriminazione imperdonabile".

"A mio avviso", continua, "le religioni non dovrebbero permettere la discriminazione. Nel cristianesimo, nessuno è discriminato. Ogni persona è trattata dallo stesso modo, non importa la casta o il gruppo etnico. È ciò che amo ed è ciò che mi spinge a diventare cattolico. Quando sarò grande, voglio essere capace di diffondere il messaggio dell’uguaglianza di Dio nella nostra società".

Anche Rita Maharjan, 18 anni, va al catechismo con Diko. "Sono venuta qui”, racconta a AsiaNews, per invito di mia sorella. Per molto tempo mia sorella ebbe gravi problemi di salute, paralizzata alle gambe, incapace di camminare. Avevamo speso molti soldi per farla curare. Un giorno, uno dei suoi amici l’ha convinta ad andare in chiesa e a essere benedetta dal sacerdote. L’ha fatto e alcune settimane più tardi si è sentita guarita. Quando dico questo alla gente, sono molti quelli che non mi credono, ma è vero ed io sono testimone del potere e della grazia di Dio in mia sorella. Voglio diventare cattolica e raccontare alla gente la mia esperienza e sentire in me la grazia del Signore".

Su 27 milioni di nepalesi, sono circa 150.000 i cristiani e, di essi, 8.000 sono cattolici. Prima della caduta della monarchia (nel 2006), l’induismo era religione di stato e influenzava la vita di ogni cittadino. Dopo che è stato proclamato lo stato laico, la libertà religiosa è garantita; però, le minoranze religiose, e particolarmente i cristiani, sono ancora soggette a diverse forme di discriminazione e di minacce da parte delle comunità maggioritarie.

Gli induisti sono spesso responsabili di discriminazioni, violenze contro le donne ed emarginazioni contro i poveri. Da parte loro, gli induisti, e qualche volta i buddisti, accusano i cristiani di fare conversioni con la forza o usando l’elemosina. Un’affermazione questa che i ragazzi del catechismo rifiutano categoricamente. "Quando siamo venuti in chiesa, nessuno ci ha chiesto di convertirci. Siamo venuti perché eravamo interessati a farlo. Abbiamo chiesto al sacerdote di diventare cattolici, ma ha rifiutato. Ci ha detto che prima dovevamo chiedere l’autorizzazione ai nostri genitori e che dovevamo conoscere in profondità la realtà del cristianesimo".

Delle sue prime lezioni, Diko si ricorda di avere appreso "che bisogna seguire la catechesi durante almeno due anni per poter diventare cattolici. Per essere cristiano e chiedere il battesimo, bisogna prepararsi".

La popolazione in generale del Nepal è in constante aumento. Al contempo anche la comunità cattolica è in costante crescita. Tutto dipende, dicono i responsabili, da un lungo processo di formazione che permetta ai convertiti di continuare il cammino intrapreso.

 

Ripreso da: http://www.asianews.it/news-en/Young-Nepali-Hindus-becoming-Catholic-to-stop-discrimination-29211.html

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