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Il Rwanda di nuovo davanti a incroci pericolosi

Washington 16.08.2017 Theogene Rudasingwa, Presidente di ISHAKWE, Rwanda Freedom Moviment Tradotto da: Jpici-jp.org

Il presidente a vita Paul Kagame mette di nuovo il Rwanda di fronte a scelte pericolose. Il 4 agosto 2017 il presidente del Rwanda, Paul Kagame, si è autoeletto presidente a vita attraverso, cosiddette elezioni, con le quali ha ottenuto un voto perfetto, il 99%, ottenendo così il diritto a un posto permanente al fianco di Giuseppe Stalin, Saddam Hussein, Kim Jong-Un e molti altri dittatori morti o viventi. Le elezioni finte e costose sono state precedute da un “sedicente” referendum per cambiare la costituzione, cosa che gli permette di essere presidente fino al 2034.

Il movimento Freedom ISHAKWE-Rwanda considera i risultati, di questa operazione elettorale simulata, come nulli e non avvenuti. Per questo il movimento di libertà del Rwanda considera la presidenza di Paul Kagame come una brutale presa di potere illegittima e flagrante, alla quale tutti i Rwandesi devono resistere.

I risultati delle elezioni, costose e appena finite, non sono stati una sorpresa né per Paul Kagame e i Ruandesi, né per gli osservatori interessati alla politica ruandese. Il 4 luglio 2017 il presidente Paul Kagame aveva dichiarato pubblicamente che tutto il mondo conosceva già i risultati delle elezioni. Nondimeno egli ha imposto elezioni inutili, costate ai contribuenti impoveriti cinque miliardi di franchi ruandesi.

Ogni nazione, che si trasforma in feudo di un potere tirannico, nega ai cittadini il diritto di scegliere e mira a trasformarli in schiavi ed essi devono sia sottomettersi all'autorità che li ha asserviti, sia resistere per vincerla.

Ci sono molti motivi per cui Paul Kagame cerca di restare indefinitamente al potere. Uno fra tanti è di impedire che gli sia imputata la responsabilità dei crimini commessi da lui e da quanti sono ai suoi ordini contro i Ruandesi, compresi i crimini di guerra, quelli contro l'umanità ed il genocidio.

Il silenzio o la complicità della comunità internazionale rafforzano Paul Kagame nel suo potere di governare completamente impunito. Associata alla paura onnipresente che deriva dalla legge dei clan, l'indifferenza internazionale è sempre stata un fattore del bagno di sangue ciclico di un Rwanda alla ricerca di cambiamenti di regime che fino ad ora non hanno mai corretto le strutture di potere dalla fondazione del Rwanda come nazione.

I vicini stessi del Rwanda non sono stati risparmiati dagli effetti dello spandersi delle sue crisi interne. Il regime di Kagame è divenuto ora la principale forza destabilizzante nella Regione dei Grandi Laghi in Africa, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo ed in Burundi.

Agendo in base al suo proprio appetito per le risorse naturali dei paesi vicini o difendendo gli interessi commerciali e geo-strategici stranieri, il regime RPF/DMI di Kagame ha preso il posto giocato in precedenza da dittatori come Mobutu, dell'antico Zaire, durante la guerra fredda.

Ad ogni svolta del cammino, mentre il Rwanda sperimentava sconvolgimenti caratterizzati da morti ed immense distruzioni, la comunità internazionale abbandonava persone senza difesa in mano a cricche violente. Due organizzazioni politiche, il MRND (cricca Hutu) ed il FPR (cricca Tutsi) che gli è succeduto nel 1994, hanno inflitto alla società ruandese danni ineguagliabili nella sua storia secolare come nazione. Nel 1994 quando il MNRD era al potere, ha scatenato le sue forze di sicurezza e le sue milizie contro i Tutsi nel genocidio più rapido mai registrato nella storia dell'umanità. La comunità internazionale abbandonò il Rwanda. Prima e dopo quel genocidio Tutsi, il nuovo potere FPR, sotto la Direzione della “Informazione Militare” e degli ufficiali tutsi direttamente al comando di Paul Kagame, se l'è presa con la popolazione Hutu, in Rwanda e nella Repubblica Democratica del Congo, attuando, in modo spietato, un genocidio ora ben documentato -anche se non ancora riconosciuto-, crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

La comunità internazionale abbandonò di nuovo i Ruandesi, evitando deliberatamente di esigere al regime FPR/DMI di Kagame di rendere conto delle sue atrocità. La comunità internazionale ha, ancora una volta, abbandonato i Ruandesi.

Malgrado il sostegno manifesto o dissimulato che un tale regime riceve da certi membri della comunità internazionale, le forze democratiche ruandesi, che lottano per un cambiamento pacifico, sperano sempre che tale comunità possa divenire un partner affidabile nello sviluppo economico, politico e sociale del Rwanda. Per quanto terribile sia questa realtà, diventa chiaro, urgente ed importante per i Ruandesi cercare soluzioni ruandesi ai problemi del Rwanda.

Come la storia lo ha dimostrato a più riprese, questo ruolo di destabilizzatore, di predatore, di guerrafondaio e di tiranno, può essere ignorato per un certo periodo, tuttavia le conseguenze sono nondimeno molto gravi e reali.

Per ora la pace può sembrare un sogno lontano per molti Ruandesi. Evidentemente il prezzo per sradicare le radici malsane e profonde della tirannia in Rwanda sarà elevato, prodotto di un'azione unita, realizzata a breve, medio o lungo termine. Non ci sono soluzioni rapide e poco costose contro la tirannia.

Noi chiamiamo tutti i Ruandesi a resistere ed a lottare per i diritti fondamentali dell'uomo, la giustizia, la democrazia e l'autorità della legge.

Il movimento ISHAKWE per la libertà del Rwanda si vuole pienamente impegnato nell' avanguardia della lotta per unire i Ruandesi e fondare basi durevoli per un Rwanda libero e prospero.

Theogene Rudasingwa è un medico tutsi, ex capo di gabinetto di Kagame e ex ambasciatore del Ruanda negli Stati Uniti è ora rifugiato politico, condannato da Kagame a 24 anni di prigione militare.

Consulta i seguenti articoli

- The dangerous implications of Kagame’s life presidency and its Anglo-American connections  Kagame rules with reckless intransigence and impunity. He has conveniently forgotten that the civil wars of 1959 and 1990s were about the exclusion of whole ethnic groups from state power. The dream of freedom and peace remains distant for Rwandans.

- The West’s favorite African ruler wins by 99%, arrests opponents
Rwanda is a nation of extreme poverty and fear hidden behind its glittering capital city. It seems likely that Diane Rwigara who dared to challenge Paul Kagame in the August poll will be tried in a kangaroo court on trumped up charges and sent to prison, like Victoire Ingabire.

- Rwanda's brave women leaders expose Kagame's inhuman character Rwanda is often highlighted globally for its large numbers of women in elective politics. But those are women who only sing Paul Kagame's praises. Dianne Rwigara and Victoire Ingabire are different. They have exposed the inhuman, fearful and anti-African character of Kagame and his regime.

- Victoire Ingabire in danger as Kagame cracks down hard in Rwanda
Fresh from "winning" 99% of the vote in August, Rwanda's ruler Paul Kagame has turned his wrath on the opposition. Several people have been arrested in recent days.

- America’s secret role in the Rwandan genocide  The violence that shocked the world in 1994 did not come from nowhere. While the CIA looked on, its allies in the Ugandan government helped to spread terror and fuel ethnic hatred.

- Rwanda poll was not free or clean, UK now claims British envoy says he saw irregularities in the counting of ballots and vote tabulation.

- Paul Kagamé, modèle rêvé pour présidents africains
Le président rwandais, réélu avec 98 % des voix samedi, tient son pays d’une main de fer depuis 1994. Son parti pris autocratique et défiant l’Occident sans susciter de contestation fascine

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