Giustizia, Pace, Integrità del Creato
Giustizia, Pace, Integrità del Creato
Giustizia, Pace, Integrità<br /> del Creato
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Giustizia, Pace, Integrità del Creato

In dialogo sul tema della vita e dell’industria estrattiva

Lima 16.01.2014 Signatarios de la Carta

Lettera aperta di religiose, religiosi e laici preoccupati per i beni del creato in America Latina.

Siamo religiose, religiosi e laici dell’America Latina che si sentono interpellati dalla situazione in cui vivono la nostra gente per colpa dell’industria estrattiva, preoccupati ogni giorno di più per la distruzione del creato, lo sfruttamento indiscriminato dei beni comuni, la repressione e l’emarginazione che creano conflitti sociali, violano i diritti umani e distruggono ecosistemi vitali.

Desideriamo sviluppare congiuntamente strategie per rispondere alla luce del Vangelo a questa complessa realtà. Per questo, nel novembre 2013, ci siamo incontrati a Lima (Perù), all’iniziativa di quanti vivono l’esperienza concreta dei conflitti causati dall’attività estrattiva per lavorare in quelle zone.

Perù è il paese che in America Latina registra i migliori indicatori di sviluppo economico; però allo stesso tempo è anche uno dei paesi con gravi conflitti causati dalle miniere, stando alle dichiarazioni dell’ufficio del Difensore Civico peruviano. In tutti i nostri paesi, comunque, l’attività mineraria è all’origine di conflitti gravi e prolungati.

Le trenta persone presenti alla riunione provenivano da El Salvador, Honduras, Colombia, Ecuador, Perù, Cile, Argentina, Brasile; erano presenti anche religiosi, religiose e laici membri di organizzazioni internazionali come Vivat Internazional, Franciscans International e Mercy International (ONG di congregazioni religiose accreditate alle Nazioni Unite ), e dell’Ufficio di Giustizia, Pace e Integrità del Creato dell’Ordine Francescano a Roma. L’incontro è stato sostenuto e accompagnato da Misereor, l’agenzia di sviluppo della Chiesa cattolica tedesca.

Negli ultimi due anni, il Consiglio Episcopale Latino Americano (CELAM), diverse diocesi e Conferenza episcopali, e il Consiglio latinoamericano delle Chiese (CLAI) ha approfondito e discusso sui conflitti causati dai grandi progetti minerari ed energetici nei nostri paesi. Le comunità cristiane di base sono state in molti casi le protagoniste nella difesa dei diritti e delle tradizioni locali, nella resistenza a questi progetti e nella ricerca di un’alternativa a un modello di sviluppo che ha connotazioni coloniali.

Queste stesse organizzazioni cristiane di base hanno sentito il bisogno di rafforzare la loro collaborazione e, con spirito ecumenico, promuoverla all’interno delle Chiese istituzionali.

Il contesto in cui agire è estremamente impegnativo: i pastori e i leader cristiani che difendono le comunità, il medio ambiente e i lavoratori davanti agli effetti delle miniere sono sempre più criminalizzati e perseguitati, vengono isolati e in molti casi lasciati senza l’appoggio istituzionale delle chiese o delle congregazioni a cui appartengono. Numerosi catechisti, suore, sacerdoti o pastori sono stati uccisi, minacciati o allontanati dalle comunità con cui hanno vissuto e lavorato.

Le popolazioni indigene sono quelle che soffrono maggiormente a causa dei progetti estrattivi di grandi dimensioni: la loro salute ne subisce i contraccolpi, i loro tradizionali territori sono devastati, le loro culture e la loro spiritualità minacciate d’estinzione.

Ci preoccupano in modo speciale che le grandi compagnie minerarie facciano pressioni per sopprimere diritti che la popolazione indigena ha ottenuto dopo sforzi durati decenni. Non viene ad esempio rispettato il diritto delle popolazioni native a porre il veto alla costruzione di grandi centrali idroelettriche e alle prospezioni minerarie negli spazi di territorio che furono dei loro antenati.

In questa situazione, sentiamo un disperato bisogno di rafforzare i legami di collaborazione fra quanti ci siamo assunti la missione cristiana di prestare attenzione al creato, incrementando a questo fine il dialogo anche con le gerarchie delle nostre chiese. Ci ha rallegrato perciò, a Lima, la partecipazione a tutto l’incontro del Vescovo brasiliano Mons. Guilherme Werlang[1], e soprattutto il sostegno alla lotta contro l’industria estrattiva su larga scala che haespressoPapa Francesco in un recente incontro a Roma:[2] sono segnali importanti per il futuro.

A Lima Durante questo primo incontro abbiamo definito delle piste di convergenza e di lavoro:

  • Vogliamo contribuire alla rilettura biblica e teologica dei principi che stanno alla base dell’impegno cristiano per la giustizia, la pace e l’integrità del creato (GPIC). Desideriamo approfondire il rapporto che esiste tra i valori sacri della tradizione del nostro popolo, la cultura del “Vivere bene” e ​​il messaggio cristiano, nel comune impegno per difendere la vita. Ci proponiamo di fare il possibile perché questi temi entrino del cammino formativo delle comunità cristiane.
  • Vogliamo entrare in dialogo con la Chiesa cattolica istituzionale, con l’insieme delle Chiese evangeliche, con gli organismi di coordinamento delle nostre congregazioni religiose. Cercare di rafforzare il nostro dialogo con CLAI e promuovere incontri di riflessione e preghiere in cui i rappresentanti delle comunità colpite dalle imprese minerarie abbiano l’opportunità di chiedere al Vaticano di proteggere e difendere i loro diritti e il loro stile di vita.
  • In difesa dei diritti umani, vogliamo costruire ponti tra le comunità colpite e le istituzioni internazionali, grazie al ministero dei religiosi e delle religiose che lavorano presso le Nazioni Unite, degli uffici di coordinamento nazionali e internazionali di GPIC e delle reti internazionali per la lotta contro le conseguenze dell’attiva estrattiva.

Questo compito richiede grandi sforzi; per questo, rivolgiamo alle religiose, ai religiosi e ai laici sensibili a quest’urgenza e disposti a percorrere questa strada insieme, l’invito ad aderire attivamente a questa iniziativa e a prendere parte in modo permanente ai dibattiti e alle iniziative a favore delle comunità colpite e per un maggior rispetto del creato.

Per riaffermare questi e nuovi impegni, ci rincontreremo in Brasile alla fine del 2014, con un gruppo più grande e più articolato, in modo che il nostro popolo senta la vicinanza delle chiese e perché in tutto questo, possa avere vita e vita in abbondanza.

 

Juan Goicochea - Perú – Misioneros Combonianos
René Flores – Honduras - Frailes Menores Franciscanos
César Espinoza – Honduras – Misioneros Claretianos
Donald Hernandes – Honduras – CEPRODEH
Filomeno Ceja – Guatemala – Misioneros Combonianos
Juan de La Cruz -  Ecuador – Salesianos
Dário Bossi – Brasil – Misioneros Combonianos
Danilo Chammas – Brasil – Justiça nos Trilhos
Rodrigo Peret – Brasil - Frailes Menores Franciscanos
Gilberto Pauwels – Bolivia - Oblatos de María Inmaculada
Adriel Ruiz – Colombia – Sacerdote Diocesano
Cesar Correa – Chile – Misioneros Columbanos
César Padilla – Chile – OCMAL
Ana Maria Siufi - Argentina - Hermana de la Misericordia de las Américas
Fábio Ferreira – Roma - Frailes Menores Franciscanos
Jean Paul Pezzi - EUA - Misioneros Combonianos
Seamus Finn – EUA – Oblatos de María Inmaculada
Amanda Lyons –EUA - Franciscan International
Aine O'Connor – EUA - Sisters of Mercy, Mercy International Association at the UN
Zélia Cordeiro - EUA – Misionera Sierva del Espíritu Santo/VIVAT Internacional

Ofelia Vargas – Perú – Grufides
Pablo Sanchez - Perú – Grufides

 

Per il portoghese: Diálogos igrejas e mineração

Per ulteriori informazioni e contatti : iglesiaymineria@gmail.com

[1]Presidente de la Commissione Episcopale Brasilegna per il Servizio della Carità, la Giustizia e la Pace.

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