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L'esplorazione petrolifera nel parco congolese Virunga verrà fermata

Republica Democrática del Congo 29.06.2014 APF

Il  petrolio non scorrerà nel parco congolese dei Virunga, il più antico sito naturalistico protetto dell'Africa, uno dei più eccezionali anche per la bellezza dei suoi paesaggi e la ricchezza della fauna.

La società petrolifera inglese Soco ha annunciato lo scorso 11 giugno di rinunciare a condurre qualsiasi attività di esplorazione e trivellazione, “a meno che l'Unesco e il governo delle Repubblica Democratica del Congo non decidano che ciò sia compatibile con lo statuto di sito di Patrimonio Mondiale”, al quale il parco Virunga appartiene dal 1979. Si impegna inoltre a non lavorare in nessun altro parco classificato come tale.

Il rischio che l'organizzazione internazionale si pronunci in tal senso è minimo. Dal mese di ottobre 2011, data in cui la Repubblica Democratica del Congo ha concesso al gruppo petrolifero l'autorizzazione ad esplorare per fini scientifici, unico motivo previsto dalla legge congolese sulla protezione dell'ambiente per concedere una deroga al divieto di introdursi in un'area protetta, l'Unesco non ha smesso di denunciare questa violazione palese dei trattati internazionali che regolano la classificazione a Patrimonio Mondiale.

Una vittoria per WWF

Dopo la francese Total e l'italiana ENI, anche loro detentrici di concessioni per l'ingresso nel parco di 800.000 ettari situato ai confini del Ruanda e dell' Uganda, Soco è l'ultima ad essersi piegata alla mobilitazione internazionale guidata  con discrezione dagli attivisti di Kinshasa  e dal sostegno mediatico della società civile: 750.000 persone hanno firmato una petizione per la protezione dei Virunga.

Si tratta di una vittoria per l'organizzazione non governativa WWF (Fondo Mondiale per l'Ambiente) che nel mese di ottobre del 2013 aveva denunciato le multinazionali presso l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) “per violazione delle norme sulla responsabilità sociale”.

La decisione della Soco rientra in effetti nel quadro di un accordo con la stessa ONG che ha accettato di ritirare la denuncia contro questa iniziativa. “Oggi è una vittoria per il nostro pianeta e per le buone pratiche delle multinazionali”, ha dichiarato il direttore generale del WWF, Marco Lambertini; “è ora giunto il momento per il governo della Repubblica Democratica del Congo, annullando tutte le concessioni petrolifere transfrontaliere dei limiti del parco,  di riaffermare la sua convinzione che il Virunga rappresenta un valore universale appartenente all'intera umanità”.

 140 Rangers assassinati

La battaglia oerò continua. Se da una parte il rappresentante del WWF nella RDC, Raymond Lumbuenamo,  si dice certo che “che nessuna società petrolifera seria si assumerà il rischio di violare il Virunga” è altrettanto cosciente del fatto che la RDC, paese tra i più poveri al mondo, ha bisogno di soldi.

La posta in gioco per i difensori dell'ambiente sarà quella di dimostrare che per lo sviluppo della regione esiste un'alternativa valida. La ricchezza del sottosuolo alimenta l'avidità e la violenza. Negli ultimi 20 anni sono stati uccisi oltre 140 rangers e ad aprile è stato ferito gravemente il direttore del parco, Emmanuel de Mérode.

Secondo uno studio commissionato dal WWF e finanziato dall'Unione Europea sul “valore economico del Parco nazionale dei Virunga”, la pesca e l'ecoturismo potrebbero generare 400 milioni di dollari (295 milioni di Euro) di reddito all'anno. E sulle sponde del lago Edouard, dove Soco diede inizio ai test sismici, non vivono meno di 50.000 famiglie.  

Originale: http://www.lemonde.fr/planete/article/2014/06/11/l-exploration-petroliere-dans-le-parc-congolais-des-virunga-va-etre-stoppee_4435904_3244.html

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