Giustizia, Pace, Integrità del Creato
Giustizia, Pace, Integrità del Creato
Giustizia, Pace, Integrità<br /> del Creato
Giustizia, Pace, Integrità del Creato
Giustizia, Pace, Integrità del Creato

Papa Francesco, per favore, prendi l’iniziativa per un’azione globale contro l’accaparramento delle terre.

Lima 27.04.2014 Representatives workshops on land grabbing - March 2014 Tradotto da: Elizabeth Lanzi Mazzocchini

Lettera dei rappresentanti dei seminari Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato sul tema della confisca delle terre (Perú – marzo 2014) a Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco (Roma).

Caro Santo Padre Francesco,

La pace di Dio e l’armonia dell’universo ti accompagnino sempre. Scriviamo dalla terra del Perú, noi laici e fedeli delle diverse regioni del paese, urbane e rurali. Durante il mese di marzo, con i padri Juan Goicochea e Gian Paolo Pezzi, missionari comboniani, abbiamo realizzato quattro seminari sull’a caparramento delle terre che si verifica in molte parti del mondo ad opera di varie entità, ma in particolare di società internazionali e di governi stranieri.

Questi seminari sono stati proposti a Chincha, nell’entroterra di Lima, a San Ramon nella giungla peruviana, a Tambogrande, nella regione di Piura e a Bambamarca nella provincia di Cajamarca che oggi sta vivendo conflitti cruenti per via delle questioni fondiarie causate dallo sfruttamento minerario. Profondamente preoccupati dalla minaccia rappresentata dall’esproprio delle terre e profondamente convinti dell’importanza del lavoro di prevenzione e contrasto, ti scriviamo oggi, papa Francesco, in quanto membri del corpo universale della Chiesa che tutti noi insieme formiamo, e come fratelli che cercano di camminare nella fede sulle tracce di Gesù.

I quattro seminari hanno visto la partecipazione di un centinaio di laici, uomini e donne, religiosi e religiose, molti dei quali sono già direttamente coinvolti nel lavoro con le comunità colpite dall’esproprio delle terre in Perú. Tra i partecipanti vi sono, tra gli altri, membri delle diverse componenti della società civile, agenti pastorali e animatori di comunità locali, religiosi in formazione, preti e religiose, leader dei popoli autoctoni, rappresentanti delle organizzazioni contadine, insegnanti di liceo, professori d’università e sindaci. In seguito a queste giornate di formazione, ci siamo resi tutti disponibili a trasmettere le conoscenze acquisite all’interno delle nostre comunità di base, nelle parrocchie e all’interno delle diverse organizzazioni, impegnandoci così a diventare dei “moltiplicatori”.

A Chincha, quello che ci ha maggiormente colpiti, è stato renderci conto come il fenomeno dell’acaparramento delle terre sia già presente, benché i contadini ignorino i loro diritti, le leggi siano ambigue e le autorità indifferenti.

A San Ramon, dipartimento di Junin, ci ha colpito ascoltare, come se fosse un grido accorato e impellente della Terra che ci diceva: Difendimi per la vita e per le future generazioni! La terra è un dono di Dio ed è sua volontà che continui a essere la casa di tutti!

A Tambogrande, dipartimento di Piura, le società straniere approfittano delle loro elevate disponibilità finanziarie per sfruttare le risorse preesistenti nella regione. Quello che ci preoccupa maggiormente è che nel nostro ambiente non vi sia che un piccolo gruppo di ricchi che si impadroniscono di grandi estensioni di boschi e di deserti, e trasformano immensi distese di terre agricole in monocolture destinate all’esportazione. L’equilibrio ecologico è già compromesso e la terra perde così la sua funzione principale, quella di fornire cibo alla comunità di Piura e di Tambogrande. Per ora i contadini continuano a vivere sulle loro terre, ma il timore che possano essere espulsi in qualunque momento è sempre presente. Senza cibo, senza terra, senza un’ecologia sana e senz’acqua per loro non ci sarebbe più vita!

E’ a Bambamarca – Cajamarca, Provincia di Hualgayoc che si è svolto l’ultimo di questi seminari. In questa regione si trova il mega progetto chiamato Conga della società Yanacocha che sta provocando sanguinosi conflitti tra gli agricoltori e le società minerarie, causando tensioni all’interno della Chiesa stessa. Il progetto rappresenta un pericolo per la vita e per l’ecosistema di 3 province, mettendo in pericolo l’esistenza di 20 lagune, 700 sorgenti d’acqua, 203 ettari di pascolo, 5 micro-bacini, 120 bacini idrici di acqua potabile, 60 canali d’irrigazione. Rappresenta una minaccia per tutta la biodiversità della regione ed comincia a causare la mancanza d’acqua per circa 1 milione e mezzo di abitanti.

L’ultimo giorno di questi seminari, ci sono stati presentati molti studi realizzati sul fenomeno della confisca delle terre, gli sforzi compiuti da parte di numerose organizzazioni non governative (Ong) per arginare il fenomeno, le leggi a volte molto valide e rispettose delle diverse parti e degli interessi in gioco, le azioni di autodifesa del territorio, i diritti degli agricoltori e delle popolazioni autoctone. Ma nonostante questo, il fenomeno continua e si sviluppa come già certamente sai, e i consiglieri competenti che hai intorno, sanno. Riteniamo che questa situazione sia dovuta al fatto che non ci sia coordinamento tra questi sforzi né una voce dall’“autorità morale” che prenda l’iniziativa di approfondire, promuovere e patrocinare una strategia globale che concentri tutti gli sforzi in un unico piano d’azione. Riteniamo inoltre che questa questione sia urgente, e osiamo chiederti, Papa Francesco, se non stia a Te prendere l’iniziativa per concepire questa strategia e chiedere a gran voce la collaborazione di tutti i diversi soggetti coinvolti.

La confisca delle terre non solo mina gli sforzi che mirano a ridurre la povertà nel mondo; a garantire l’accesso equo all’acqua potabile, all’alimentazione e alla casa; a controllare l’uso degli Organismi geneticamente modificati (Ogm); a regolamentare l’industria mineraria distruttrice e a proteggere i diritti umani dei contadini e delle popolazioni autoctone, per citare solo alcuni aspetti della questione. L’esproprio delle terre sta mettendo in pericolo la coesistenza in alcune regioni, le buone relazioni tra vari paesi e la pace nel mondo.

La confisca delle terre minaccia anche i bambini che nasceranno all’interno delle nostre comunità e di tutte le generazioni. In sostanza, l’esproprio delle terre conduce lentamente a un genocidio culturale dei popoli autoctoni i cui usi e costumi e la stessa spiritualità sono già duramente colpiti. Contrastare questo esproprio, che è un vero “furto delle terre”, è un dovere impellente dei nostri giorni: se persiste al ritmo e alle dimensioni attuali, non ci saranno più terre libere, incontaminate e fertili, accessibili ai nostri fratelli e sorelle che devono ancora nascere.

Santo Padre, all’interno delle nostre comunità e durante le nostre attività quotidiane, assistiamo continuamente all’emarginazione, all’ingiustizia sociale, agli abusi e alle negligenze di cui sono vittime molti nostri confratelli e sorelle, per via delle azioni di distruzione, della volontà di perpetrare un’egemonia del potere e dello sfruttamento delle risorse naturali a solo beneficio di alcuni. È all’interno di queste periferie esistenziali e molto concrete che portiamo avanti il nostro cammino di fede, di evangelizzazione e di sostegno ai nostri fratelli e sorelle, guidati dalla luce della testimonianza che Gesù, principe della Pace, ci ha lasciato.

Papa Francesco, padre e fratello nostro, ti chiediamo di ascoltare la nostra testimonianza e il nostro appello per la salvaguardia della nostra terra e di tutti i suoi figli e figlie. Ti preghiamo di voler prendere in considerazione la nostra coraggiosa proposta e di accogliere l’iniziativa di studiare, promuovere e patrocinare una strategia globale che riunisca tutti gli sforzi in un unico piano d’azione e di richiamare alla collaborazione l’insieme dei soggetti coinvolti.

Nella speranza di poter contare sul tuo sostegno e la tua benedizione, ti ringraziamo per l’attenzione e imploriamo lo Spirito Santo perché ci possa guidare con saggezza e forza nell’aiutare tutti noi cristiani ad orientarci sempre più verso Cristo. Siamo felici di averti come Papa.

A nome dei partecipanti e organizzatori firmano: Lucero Schmid, coordinatrice del gruppo JPIC ; Janet Calancha Ayala, membro della stesso gruppo ; Asmeret Aregay Abreha, missionaria comboniana ; p. Juan Goicochea, mccj, coordinatore di JPIC in Perú e Gian Paolo Pezzi, mccj (VIVAT International) JPIC negli Stati Uniti.

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