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Vaticano: Nessun Paese è libero dal traffico di organi

Roma, Catholic News 08.02.2017 Carol Glatz Tradotto da: Jpic-jp.org

Nei giorni 7-8 febbraio 2017, nel tentativo di trovare soluzioni effettive al traffico di organi, che è diventato un problema globale, la Pontificia Accademia delle Scienze ha invitato in Vaticano ministri di governo, giudici, personale delle forze dell'ordine, medici, attivisti dei diritti umani e giornalisti provenienti da 50 paesi.

L'attenzione dei media si è focalizzata sui funzionari cinesi invitati dal Vaticano, fatto che è stato criticato da gruppi per i diritti umani perché la Cina pratica l'estrazione di organi dai prigionieri giustiziati. Di fatto però, il Vaticano ha invitato anche i rappresentanti di più di 50 nazioni, in particolare quelli dove il traffico di organi è importante, vedi Messico, India, Pakistan e Iran, dove oltretutto la vendita di organi umani è legale.

L'idea di invitare paesi che sono in lotta o dove si condona il commercio di organi è stata quella di creare impatto, contatti e promesse di collaborazione da parte di governi, professionisti e organizzazioni che vorrebbero aiutarli e vederli attuare delle riforme, ha detto Francis Delmonico, un chirurgo degli Stati Uniti, esperto in politica di trapianto, membro dell'accademia e moderatore delle sessioni finali.

Gli obiettivi del vertice erano definire l'entità del traffico di organi ed il turismo dei trapianti, condividere idee e quadri giuridici per la prevenzione, chiedere ai partecipanti di impegnarsi in obiettivi comuni, coinvolgere tutte le parti a lavorare insieme e costruire alleanze per fermare il traffico di organi.

“Non lasciamo cadere l'alleanza che è a nostra portata”, ha detto Delmonico ai partecipanti. E nuove alleanze saranno formate tra procuratori, giuristi, governi, agenzie ONU e il pubblico, per diffondere consapevolezza circa il crescente sfruttamento dei poveri e dei più vulnerabili per aggirare le lunghe liste d'attesa di chi vuole un trapianto di organi.

“Come possiamo essere di aiuto”, in modo che il vertice non sia solo un esercizio di “parole”, ma provochi un cambiamento reale in India, ha chiesto Saneep Guleria, un chirurgo indiano di trapianti e membro dell'istituto per il trapianto del rene nel suo Paese.

Delmonico si è allora rivolto a Huang Jiefu, presidente del comitato nazionale di donazione di organi e di trapianto della Cina, e gli ha detto che l'Accademia nella redazione della sua dichiarazione finale vuole chiedere l'eradicazione del sistema di procurarsi organi estraendoli dai prigionieri giustiziati. “Come possiamo portare questo tema al vostro governo per raggiungere l'obiettivo?”, ha chiesto il chirurgo. Huang ha detto che la Cina “è diversa dall'occidente” in termini di sistema culturale e politico, ma che l'attuale leadership è stata “molto aperta” e “ha fortemente sostenuto” i suoi appelli per la riforma circa la gestione delle donazioni e dei trapianti di organi. Ha poi ribadito il desiderio di riforma e Ha aggiunto che “la cooperazione internazionale, piuttosto che la pressione internazionale” è l'approccio migliore da scegliere per aiutare la Cina a “migliorare e impegnarsi con il mondo”. “Vogliamo assicurarvi della nostra cooperazione in questo senso”, ha ribadito Delmonico.

“Il problema esiste dappertutto. Nessuno ne è immune”, ha ricordato all'assemblea Shashank Bengali, corrispondente per l'Asia meridionale del Los Angeles Times. Ha poi esortato i funzionari di governo, i medici e i giuristi a “considerare i media come partner in questo sforzo” e far di tutto per collaborare con loro e contribuire ad ampliare la consapevolezza del traffico di esseri umani. “I giornalisti sono desiderosi di parlare” della tratta e riportare storie delle vittime, che hanno un impatto profondo sui lettori e spettatori, ha affermato.

Naziha Syed Ali, uno scrittore per Dawn, un'agenzia di notizie in lingua inglese del Pakistan, ha detto che “i media sono utili per responsabilizzare i governi” e “gettare luce su gli angoli bui”. Ha poi aggiunto che sono anche un salva condotto sicuro per i medici che desiderano mettere in pubblico gli illeciti di cui vengono a conoscenza, ma esitato a farlo perché hanno paura di rappresaglie da parte delle reti criminali che fanno il commercio di organi.

John Gill, un professore canadese di medicina presso l'ospedale di St. Paul a Vancouver, ha detto che i medici hanno il dovere di chiarire i rischi per la salute ai loro pazienti che vogliono cercare un trapianto di organi all'estero. “La gente pensa che è come farsi tagliare le unghie dei piedi, quando invece spesso non ci sono né informazioni né garanzie su quello che succede durante l'operazione, i farmaci utilizzati e la condizione dell'organo, che potrebbe anche essere malato. I medici dovrebbero fare obiezione quando intuiscono che c'è di mezzo un potenziale traffico di organi e uno sfruttamento", ha sostenuto. Alcuni pazienti che necessitano di un organo “pensano che non sia un grosso problema vendere un rene” e non si capacitano dell'inganno nei quali sono coinvolti o della povertà che si usa per reclutare i donatori.

Kristof Van Assche, un professore del diritto della salute presso l'Università di Anversa (Belgio), ha sostenuto che molti medici non sono in grado di cooperare pienamente con le forze dell'ordine perché le leggi sulla riservatezza medica impediscono loro di rivelare informazioni sui loro pazienti. I legislatori, ha detto, dovrebbero stabilire deroghe specifiche per la segnalazione di conoscenze o sospetti su un paziente che sta cercando di pagare o ricevere un organo dall'estero. I trapianti illegali sono possibili grazie alla complicità di medici e avvocati professionisti che, a volte sono quelli che forniscono i passaporti falsi per i viaggi, ha sostenuto Nelufar Hedayat, un giornalista della BBC di nazionalità afghana. Quando indagava sul traffico di organi in Bangladesh, un chirurgo le ha detto che non vedeva nulla di sbagliato in quello che stava facendo, perché “nessuno sta morendo. Noi stiamo salvando la vita di qualcuno. Come possiamo essere in errore?” "I chirurghi si considerano degli dei", ha concluso Hedayat. “Si suppone che sono lì per curare” non per indurre la gente al male, invece producono falsità.

Anche i donatori, impoveriti e forzati, sono coinvolti nel gioco dei trafficanti come "vittime spesso trasformati in mediatori", per trovare altri donatori tra i poveri in un unico grande schema Ponzi (Il modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi "investitori", a loro volta vittime della truffa. Leggi qui

Fonte https://cruxnow.com/vatican/2017/02/08/no-nation-free-organ-trafficking-say-speakers-vatican-summit/ 

Per saperne di più http://www.lastampa.it/2017/02/05/vaticaninsider/ita/vaticano/traffico-di-organi-summit-internazionale-in-vaticano-il-e-l-febbraio-FmZh0kTc49Vz1YOeJ0BDKP/pagina.html

Per le conclusioni dell'incontro: http://www.aido.it/news/le-proposte-dell-incontro-in-vaticano-sul-traffico-di-organi-aido3388

Foto. Baseco, uno slum nella zona del porto di Manila, nelle Filippine. Degli uomini mostrano le cicatrici della vendita di rene in una fotografia dal 1999. © Immagini Pat Roque / AP / Press Association

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