Vol. 5 - N° 12

GPIC Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 5 - N 12

PRIMA PAGINA

Una nuova nascita per la Chiesa cattolica?

Questo articolo è apparso per la prima volta sul numero del 3 novembre 2017 del Catholic Herald, con il titolo: The Catholic world is about to be turned upside down (“Il mondo cattolico sta per subire un cambiamento epocale”). Vi invitiamo a prendere visione dell’originale; noi qui lo rileggiamo in uno spirito natalizio, pieno di speranza. Pensate: fra poco più di 30 anni si prevede che un cattolico su quattro vivrà in Africa. Entro il 2050 le più importanti nazioni cattoliche del mondo si troveranno in Africa, Asia e America Latina. Questo cambierà tutto?

La Chiesa cattolica sta attraversando una trasformazione epocale, con un deciso spostamento di numeri verso il sud del mondo: Asia, Africa e America Latina. Molti sono consapevoli di questa tendenza a livello astratto, ma facciamo ancora fatica a scendere a patti con le conseguenze che ciò avrà sulla vita della Chiesa, sulla composizione della sua leadership e sulle sue politiche future. Una Chiesa orientata a sud può essere un organo fiorente e pieno di energia, ma può rappresentare una sfida non indifferente per i cattolici del vecchio mondo euro-americano. Lo spostamento geografico in sé è piuttosto chiaro. Un secolo fa il continente europeo racchiudeva quasi i due terzi dei cattolici del mondo; entro il 2050 il loro numero potrebbe scendere fino a forse un sesto. In quel futuro non troppo lontano le più grandi roccaforti della Chiesa si troveranno in America Latina (forse il 40 percento), in Africa (25 percento) e in Asia (12 percento). In realtà questi numeri sottovalutano addirittura la futura predominanza del sud del mondo, in quanto un notevole numero di cattolici residenti in Europa o in Nordamerica sarà costituito da immigrati: Nigeriani o Congolesi in Europa, Messicani negli Stati Uniti. La Chiesa, nata lungo tempo fa nelle terre asiatiche e africane, sta tornando a casa. Qui per leggere tutto l'articolo  

UNA BELLA NOTIZIA

Le grandi imprese USA di Internet contro la tratta del sesso

Un disegno di legge, conosciuto come Stop Enabling Sex Traffickers Act (Sesta nell'acronimo iglese), intende modificare la Sezione 230 del Decency Communications Decree. Sesta eliminerà le protezioni federali per i siti web che assistono, sostengono o agevolano il traffico di sesso in internet. La sezione 230, infatti, concede l'immunità giuridica alle società internet per le denunce penali relative alla condotta dell'utente. Fino ad oggi le grandi società di Internet (i giganti della Silicon Valley come Google, Facebook, Amazon e Twitter) hanno combattuto in modo aggressivo ogni disegno di legge sul traffico di sesso, con il preteste di preoccuparsi per la libertà di espressione. In una giravolta significativa, il presidente dell'Associazione Internet, Michael Beckerman, ha dichiarato che sostengono il disegno bipartisan di legge del senato dopo aver raggiunto un compromesso con i legislatori di Capitol Hill. La decisione consente al Congresso di riscrivere dopo 21 anni una legge che è considerata uno scudo legale per l'industria internet. La legge apre la strada agli Stati e alle vittime del traffico di sesso per denunciare le reti dei social media e gli inserzionisti che permettono nelle loro piattaforme materiale e lo sfruttamento sessuale. "Questa importante proposta di legge prevede che i trafficanti di sesso on line siano resi responsabili e contribuirà a dare ai sopravvissuti della tratta la giustizia che meritano", ha detto Portman, repubblicano, coautore del disegno di legge con Blumenthal, democratico, che ha aggiunto: "Rimuovere lo scudo ingiustificato sulla responsabilità legale salverà innumerevoli bambini da questa terribile tragedia, sia fisica che emotiva". Le piattaforme Internet devono collaborare a combattere il traffico di esseri umani. "La storia giudicherà coloro che non fermano il traffico di sesso" (Rob Portman). Per vedere l'articolo di The Guardian Per saperne di più, Stop Tratta, La tratta di prostitute bambine nigeriane  

UNA BRUTTA NOTIZIA

Perché in Africa si muore prima?

Il tasso di mortalità in Africa è di 15 morti per 1.000 abitanti. Il tasso più alto di tutti i continenti. 85 su ogni 1.000 bambini nati in Africa muoiono prima dei 5 anni. L'aspettativa di vita in Africa è la più bassa del mondo. Circa 60 anni. La media mondiale è di 71 anni quella europea di 78.

Ma perché? Ecco un tentativo di risposta

- Malnutrizione: 795 milioni di persone soffrono la fame nel mondo. L'Africa è la regione che ha la più alta prevalenza di fame. Circa 1,8 milioni di bambini muoiono ogni anno a causa di una nutrizione inadeguata.

- Mortalità materna: l'Africa subsahariana, che ospita l'11% della popolazione mondiale, tiene il 53% della mortalità materna del mondo.

 - Malaria: nel 2015, l'88% dei casi di malaria e il 90% dei decessi di questa malattia si sono verificati nell'Africa sub-sahariana.

- AIDS: in Africa, il numero di decessi dovuti all'HIV / AIDS è diminuito notevolmente in dieci anni, da 1,8 a 1,2 milioni di persone dal 2002 al 2012. Nonostante ciò, ci sono ancora 38 milioni di persone nel mondo che vivono con il virus dell'AIDS, la maggior parte delle quali vive nell'Africa sub-sahariana. Per i giovani di età compresa tra i 10 e i 19 anni, l'AIDS è la causa principale della morte.

- Tubercolosi: nel 2015, 10,4 milioni di persone hanno contratto la malattia e 1,8 sono morti. Il continente più colpito da questa malattia è l'Asia, con il 61% di nuovi casi, seguita dall'Africa con il 26%.

- Incidenti stradali: gli incidenti stradali provocano 1,25 milioni di morti all'anno. L'Africa e la regione del Mediterraneo orientale hanno i più alti tassi di mortalità per incidenti nel mondo.

- Fumo: uccide nel mondo quasi 6 milioni di persone ogni anno. In Africa il 21% degli uomini e il 3% delle donne consumano il tabacco. L'Africa è l'unico continente in cui il consumo di tabacco è in aumento.

- Uso nocivo dell'alcool: causa ogni anno 3,3 milioni di morti in tutto il mondo. Anche se in Africa la parte più grande della popolazione è astemia, quelli che bevono, esagerano.

- In Africa, i serpenti uccidono circa 10.000 persone ogni anno.

CELEBRIAMO!

1° dicembre Giornata mondiale per la lotta contro l'AIDS

"L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è stata adottata con la promessa di non lasciare indietro nessuno. Sostenere giovani, le persone vulnerabili e gli emarginati cambierà il corso dell'epidemia" (Ex segretario generale Ban Ki-moon). Ultime statistiche sullo stato dell'epidemia di AIDS

• 19,5 milioni di persone hanno avuto accesso alla terapia antiretrovirale nel 2016, un aumento rispetto ai 17,1 milioni nel 2015 e 7,7 milioni nel 2010. Circa il 54% degli adulti oltre i 15 anni  hanno avuto accesso al trattamento, ma solo il 43% dei bambini fino ai 14 anni lo hanno avuto; circa il 76% delle donne in gravidanza con l'HIV ha avuto accesso a farmaci per prevenire la trasmissione dell'HIV ai loro figli;

• Nel 2016, nel mondo vivevano 36,7 milioni di persone con l'HIV: 34,5 milioni erano adulti, 17,8 milioni donne (oltre i 15 anni), 2,1 milioni bambini (con meno di 15 anni);

• Nel mondo, 1,8 milioni di persone sono state contagiate con l'HIV nel 2016. Dal 2010 le nuove infezioni da HIV negli adulti sono diminuite di circa l'11% e quelle nei bambini sono diminuite del 47%, da 300.000 a 160.000;

• Nel 2016, un milione di persone sono morte da malattie legate all'AIDS, passando da 1,9 milioni nel 2005 e 1,5 milioni nel 2010. Dal picco raggiunto nel 2005, i casi di morti connessi con l'AIDS si sono ridotti del 48%;

• Dall'inizio dell'epidemia, 76,1 milioni di persone sono state contagiate con l'HIV e 35,0 milioni sono morte da malattie legate all'Aids;

• La tubercolosi continua ad essere la principale causa di morte delle persone affette da HIV e è responsabile di circa una su tre morti legate all'AIDS. Nel 2015 ci sono stati circa 10,4 milioni di casi di tubercolosi nel mondo, tra cui 1,2 milioni [11%] di persone con HIV. Le morti legate alla tubercolosi tra le persone con AIDS sono diminuite del 33% dal 2005 al 2015.

• Alla fine del 2016, nei paesi a basso e medio reddito, erano disponibili 19.100 milioni di dollari per dare una risposta all'AIDS. Di essi, il 57% venivano da risorse nazionali. L'UNAIDS stima che in questi paesi per una risposta dell'AIDS saranno necessari 26,2 miliardi di dollari nel 2020 e di 23,9 miliardi di dollari nel 2030.

Per saperne di più sulla Giornata mondiale contro l'AIDS e qui per saperne di più sugli interessi che girano intorna alla malattia

Foto. Irin. L'assistente di salute comunitaria Babongile Luhlongwane mentre fa il test dell'ADS a Andile, che vive nel distretto Entumeni dello KwaZulu-Natal, Sud Africa dove l'ADS ha la presenza più alta del Paese.
AGIAMO!

Un Natale senza l'inquinante plastica della Coca-Cola

Per decenni la Coca-Cola ha usato il Natale come spazio di marketing per vendersi come un gioioso prodotto di felicità, ma il gigante inquinamento globale della plastica che lascia in giro non ci riempie di allegria. La Coca-Cola produce circa 110 miliardi di bottiglie di plastica all'anno e molte di queste finiscono nelle discariche, sulle spiagge e nell'oceano. Facciamo sì che Coca-Cola diminuisca la quantità di plastica che produce; per essere la più grande azienda al mondo di bevande analcoliche può cambiare il modo in cui tutto il settore funziona. Più persone guardano e condividono questo video, più la Coca-Cola sarà sotto pressione per assumersi la responsabilità della plastica inquinante dell'oceano. Si prega di guardare e condividere il video che espone la verità sulla plastica della Coca-Cola. Condividi su Facebook e su Twitter. Finora oltre 350.000 persone hanno firmato la petizione alla Coca-Cola e migliaia l'hanno inviata via email al suo CEO. Ora, durante uno dei momenti più importanti del calendario della Coca-Cola, abbiamo bisogno del tuo aiuto per alzare la pressione. Le festività natalizie dovrebbero essere un momento di gentilezza e gioia,  ma mentre aziende come la Coca-Cola continuano a pompare miliardi di bottiglie di plastica usa e getta, i nostri oceani e la vita marina continueranno a soffrire.

TEMPO PER RIPENSARCI

Jihad. La vera guerra santa

Jihad. La vera guerra santa

Sempre nella storia del genere umano, uomini e donne con potere hanno distrutto la vita dei loro simili per conquistare terre, ottenere minerali e petrolio; hanno ucciso animali per avere avorio e pelli; hanno spogliato centinaia di popoli per dominare sulle loro terre, estrarre le loro ricchezze, sfruttarne l'acqua e hanno massacrato e schiavizzato uomini e donne distruggendone  la dignità.

Ma di tutti questi crimini il più terribile di tutti è uccidere, distruggere, dominare in nome di Dio, proclamando che è parola o volontà di Dio, qualunque sia il nome con il quale se lo chiami, o dire che Dio così ha stabilito in quanto scritto in un libro. Sono state le leggi civili e i dogmi religiosi che ci hanno separato dai valori etici della dignità, interpretando erroneamente concetti e parole. Un esempio è la cosiddetta Jihad o "guerra santa", che tanti danni ha causato alla società e alla sua religione, l'Islam. Jihad è un concetto del Tasawwuf, del misticismo islamico, chiamato "sufismo" e significa "sforzo": lo sforzo fatto interiormente nel cammino verso Dio. La jihad o guerra santa è una guerra interna che porta l'essere umano ad affrontare il suo egoismo. Si legge che un giorno il Profeta (la salvezza e la pace siano con lui) disse: "Stiamo tornando da una piccola guerra, ma ci incamminiamo verso la grande guerra". E a chi gli chiedeva: "Cos'è questa grande guerra?" Egli rispose: "E' la grande guerra che ognuno deve intraprendere contro il proprio egoismo". Quindi, come sottolinea Shaikh Khaled: "La grande guerra santa non è destinata a estendere la fede dell'Islam sotto il comando di un tiranno. La grande Jihad (Al jihad al-akbar), la jihad dell'anima, rimonta alle origini dell'uomo". Per leggere tutto l'articolo fare clic qui Interessante questo video: Il volto nascosto dell'Islam  

TEMPO PER SORRIDERE

Buon Natale a tutti!

DA VEDERSI

Vivere nel mondo dei social

L'autore, Kerith Lemon, è scrittore, regista e creatore con ricca esperienza in creative piattaforme di narrative. Guidato dalla sua passione per vicende che coinvolgono emotivamente, Lemon è affascinato da narrazioni che elevano le donne e riflettono i complessi sociali. Questo cortometraggio racconta di una giovane donna di nome Meredith che, al ritmo di una splendida carriera vive la vita che ha sempre sognato ... online. Meredith è sicura di vivere una vita equilibrata: rimanere in forma, lavorare sodo e sempre connessa con le sue amicizie; crea così una sua "immagine" all'interno della sua ampia base di amici social media. Poi un giorno si sveglia e si rende conto che l'immagine che riflette di se stessa è semplicemente la collezione di fotografie che ha condiviso con gli altri. È questa la vita che vuole vivere? O solo un marchio di fabbrica curato con attenzione? Una distorsione personale che ha enormi riflessi poi sulla vita sociale quando queste persone hanno ricchezza e potere. Starai vivendo la vita che posti nei social?  Felice Anno Nuovo o felice vita rinnovata? 

RISORSE

Cercare un ago nel pagliaio

Oppure una nave in mezzo al mare o un'onda radiale nel mondo della cibernetica. Cose da fantascienza fino a qualche anno fa', che sono oggi alla portata di tutti, e sono quasi un gioco che magari ti fanno perdere tempo o innescano scoperte che aprono il dibattito e la polemica. Vuoi solo divertirti? Guarda com'è fantastico! Fai click su questo link  e appare un globo terrestre come quello di Google Earth, con una infinità di punti verdi. Puoi zoommare: a ogni punto verde corrisponde una stazione radio in qualche parte del mondo. Fai clic su un punto ed entri immediatamente in ascolto della stazione radio scelta! E il suono è buono. Se invece vuoi fare guerra navale collegati con ricerca navale. C'è chi l'ha fatto con le navi dei migranti delle Ong a scopo polemico come puoi ascoltare in questo video in italiano, ma lo puoi fare con qualunque nave. Daltronde è così che la polizia navale e le imprese controllano le navi di bandiera. Apri, fai zoom sull'immagine e clicca su una nave: in "Informazione", si può vedere il nome della nave, la bandiera, la velocità e pure gli ultimi cinque porti di scalo; in "Traccia", il percorso e le giravolte di attesa. Oppure, sempre sullo stesso sito, basta mettere il numero identificativo della nave e scoprire dove era e cosa faceva quella nave che ti interessa. Buon divertimento per le notti di fine d'anno.

TESTIMONIANZA

La lotta del Larzac

L'accaparramento delle terre è un fenomeno la cui estensione, il ritmo e la continuità stanno diventando una minaccia: almeno 50 milioni di ettari di terre agricole sono stati venduti o affittati negli ultimi anni. Questo fenomeno però non è recente, come non è nuova la resistenza dei contadini quando si tratta di contrastare gli interessi e l'arroganza dei potenti del posto.

Wikipedia riferisce di un movimento di disobbedienza civile non violento: la lotta del Larzac

(Francia). La lotta di Larzac, di quelche decina di contadini, contro l'estensione di un campo militare durò un decennio, dal 1971 al 1981, e terminò con la vittoria dei contadini quando il Presidente della Repubblica, François Mitterand, decise di abbandonare il progetto. E' un esempio storico significativo.

L'opposizione si organizza attorno a 103 contadini, che si oppongono all'espropriazione delle loro terre per ingrandire il campo militare da 3.000 a 17.000 ettari, cosa che danneggerebbe una dozzina di comuni ed un sesto dei 100.000 ettari che costituiscono la piana (Causses in francese) di Larzac. Nel 1973 fra 60.000 e 100.000 persone di differenti correnti politiche ed ideologiche, convergono verso il Larzac per sostenere i contadini; finiranno per conformare un movimento eteroclito che affronta il potere pubblico in “una guerra d'usura”. Sono gli iniziatori di ciò che, più tardi, sarà conosciuto come il movimento altermondialista francese. La rivista Gardem lo Larzac (Noi guarderemo il Larzac, in dialetto locale) che esce regolarmente dal 1975, ne è un simbolo. Il movimento contribuirà anche a far conoscere la figura di Lanzo del Vasto, fondatore delle Comunità dell'Arca, e ispiratore della spiritualità cristiana della non-violenza e della disobbedienza civile. Leggere qui tutto l'articolo

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