Vol. 6 - N° 4

Gpic Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 6 - N 4

IN EVIDENZA NEL MESE

Un nuovo mondo possibile, ricerca del Regno nel mondo di oggi

La primavera di ogni due anni è marcata per la celebrazione del Foro Sociale Mondiale (FSM) arrivato quest'anno alla sua sedicesima edizione. Iniziato in contrapposizione al Foro Economico Mondiale nel 2001 a Porto Alegre (Brasile) è ritornato in Brasile dopo Tunisi e Montreal, a Salvador Bahia per essere precisi. La scelta non è dovuta alle marcate e bellissime caratteristiche culturali e storiche di questa città ancora impregnata da ricordi coloniali e afro-brasiliani, ma a motivazioni politiche. E questo in contrasto con la supposta apoliticità e areligiosità proclamata nella Carta dei principi orientatori di quella che è, purtroppo ancora, l’unica libera piattaforma di movimenti e idee. Il motto inspiratore, “Un altro mondo è possibile” è risultato quasi assente. Le vicende degli ex-presidenti Lula e Dilma e il difficile momento politico che vive il Brasile hanno infatti dominato questo FSM.

Il Partito dei Lavoratori (PT nella sigla brasiliana), è un partito di sinistra che ha governato per 13 anni. Durante questo tempo c’è stata una maggiore distribuzione della ricchezza che ha diminuito la forbice tra poveri e ricchi, ma con il grande limite di aver creato sviluppo con il saccheggio e lo sfruttamento delle materie prime e senza, o quasi, nessuna inversione produttiva. Era l’applicazione del cosidetto Patto dell’estrattivismo latino americano seguito anche da Chavez in Venezuela (con i risultati che tutti sanno), in Ecuador (con un presidente rifugiato in Svizzera per accuse di corruzione), e in Bolivia (dove Evo Morales si aggrappa a un potere ormai oligarchico dei cocaleros). Nel 2016 c’è stato quello che è ricordato come il “golpe bianco”. Leggi qui tutto l'aricolo

UNA BELLA NOTIZIA

L'olio di palma è in ritirata?

Nell’ultimo anno il dibatto sull’olio di palma è cresciuto e si parla, oltre che dell'aspetto etico -danni sociali e ambientali- anche  dei suoi effetti nocivi in termini alimentari. Una discussione animata da molte voci. Il Fatto Alimentare, una trasmissione sui temi dietetici, per esempio, dice “no” all’olio di palma invita le aziende a sostituirlo con altri oli vegetali non idrogenati o burro, motivando scrupolosamente le sue ragioni. La sua petizione è stata firmata da 175.000 persone, segno che i cambiamenti stanno arrivando. Censisce con la partecipazione dei suoi lettori il numero di prodotti palm free e arriva a 500. Oggi è sempre più frequente l’inserimento nei messaggi pubblicitari della dicitura palm free -senza olio di palma-, vedi aziende come Barilla, Colussi, Gentilini e Mulino Bianco.  Plasmon ascolta le mamme lancia dei prodotti più adeguati alla salute dei più piccoli. Il governo indonesiano, dall'altra parte, dà battaglia a Leonardo di Caprio, minacciando di bandirlo dal paese perché impegnato nel denunciare la distruzione delle foreste pluviale per coltivare olio di palma, nel sostenere la salvaguardia dell’Ecosistema Indonesiano Leuser, in pericolo per la massiccia domanda di olio di palma e nella campagna the Sumatran Orangutan Conservation Programme (SOCP) in difesa di un animale a rischio di estinzione. Esselunga modifica parte delle sue ricette offrendo ai clienti una linea di 10 biscotti palm free. L’olio tropicale sta sparendo anche da fette biscottate e crostini. Resta da capire con cosa è sostituito l’olio di palma, se con olio di girasole, mais e oliva o con altre sostanze che rischiano di creare nuovi squilibri. Per saperne di più vedi anche e anche L’Olio di Palma è pericoloso Prodotti che lo contengono ed effetti collaterali

UNA BRUTTA NOTIZIA

Il Messico, preso tra due muri

L'opinione pubblica è divisa e si diverte quando parla del cosidetto "muro di Trump", e nel frattempo il Messico continua a rafforzare il suo muro meridionale al confine con il Guatemala. In realtà, i confini settentrionale e meridionale del Messico, fino a pochi anni fa, erano completamente diversi. Mentre il confine settentrionale con gli Stati Uniti era da tempo controllato da migliaia di agenti e telecamere, il confine meridionale, fino a poco tempo fa, era praticamente una terra di nessuno. Tapachula, nel sud del Messico, è uno degli 11 posti di frontiera ufficiali - 10 con il Guatemala e 1 con il Belize - che divide il Sud e il Nord del mondo nel continente americano, è la città messicana più importante al confine con il Guatemala e anche quella che accoglie il più gran numero di immigrati clandestini determinati a conquistare il sogno americano. Il confine tra Guatemala e Messico è di fatto la porta degli Stati Uniti d'America, poiché il governo messicano concede ai migranti regolari un permesso di transito di 20 giorni che permette loro di attraversare il paese e raggiungere a nord il confine con gli Stati Uniti.

La frontiera sud del Messico è lunga 871 km e tocca i dipartimenti guatemaltechi di San Marcos, Huehuetenango, El Quiché e El Petén, così come gli stati messicani di Quintana Roo, Campeche, Tabasco e Chiapas. Passa anche i fiumi Usumacinta, Salinas e Suchiate. Oggi, la situazione è cambiata; il progetto di sicurizzazione del confine meridionale del Messico, finanziato dagli Stati Uniti e portato avanti dai due stati per "bloccare alle origini" l'ondata di migranti dell'America centrale. Inoltre, qui non ci sono solo migranti centroamericani, ma anche gruppi di migranti africani e haitiani. Secondo quanto riportato dalla stampa, nel 2015 circa 4.000 africani sono arrivati ​​in Messico per attraversare il muro americano. Nel 2016, gli africani e gli haitiani arrivati ​​a questo scopo erano circa 19.000. Vedi anche La traversata dell’emigrazione centroamericana verso gli Stati Uniti  e in francese Mexique. Frontière meurtrière, au sud comme au nord 

CELEBRIAMO!

«La verità vi farà liberi. Fake news e giornalismo di pace»

Che cosa c’è di falso nelle “notizie false”? Fake news è un termine discusso e oggetto di dibattito. Generalmente riguarda la disinformazione diffusa online o nei media tradizionali. Con questa espressione ci si riferisce dunque a informazioni infondate, basate su dati inesistenti o distorti e mirate a ingannare e persino a manipolare il lettore. La loro diffusione può rispondere a obiettivi voluti, influenzare le scelte politiche e favorire ricavi economici. L’efficacia delle fake news è dovuta in primo luogo alla loro natura mimetica, cioè alla capacità di apparire plausibili. In secondo luogo, queste notizie, false ma verosimili, sono capziose, nel senso che sono abili a catturare l’attenzione dei destinatari, facendo leva su stereotipi e pregiudizi diffusi all’interno di un tessuto sociale, sfruttando emozioni facili e immediate da suscitare, quali l’ansia, il disprezzo, la rabbia e la frustrazione. La loro diffusione può contare su un uso manipolatorio dei social network e delle logiche che ne garantiscono il funzionamento: in questo modo i contenuti, pur privi di fondamento, guadagnano una tale visibilità che persino le smentite autorevoli difficilmente riescono ad arginarne i danni. Leggi il Messaggio di Papa Francesco per la 52ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali  

Foto. Una instantanea interesssante  ©Mark Zuckerberg/Instagram
AGIAMO!

“Fermati, il Signore è risorto”

"La Chiesa non cessa di dire alle nostre sconfitte, ai nostri cuori chiusi e timorosi: Fermati, il Signore è risorto. Ma se il Signore è risorto, come mai succedono queste cose? Come mai succedono tante disgrazie, malattie, traffico di persone, tratte di persone, guerre, distruzioni, mutilazioni, vendette, odio? Ma dov’è il Signore? Ieri ho telefonato a un ragazzo con una malattia grave, un ragazzo colto, un ingegnere e parlando, per dare un segno di fede, gli ho detto: Non ci sono spiegazioni per quello che succede a te. Guarda Gesù in Croce. E lui mi ha risposto: Sì, ma ha domandato al Figlio e il Figlio ha detto di sì. A me non è stato chiesto se volevo questo. Questo ci commuove, a nessuno di noi viene chiesto: Ma sei contento con quello che accade nel mondo? Sei disposto a portare avanti questa croce?. E la croce va avanti, e la fede in Gesù viene giù. Oggi la Chiesa continua  a dire: Fermati, Gesù è risorto. E questa non è una fantasia, la Risurrezione di Cristo non è una festa con tanti fiori. Questo è bello, ma non è questo, è di più; è il mistero della pietra scartata che finisce per essere il fondamento della nostra esistenza. Cristo è risorto, questo significa. In questa cultura dello scarto dove quello che non serve prende la strada dell’usa e getta, dove quello che non serve viene scartato, quella pietra – Gesù - è scartata ed è fonte di vita. E anche noi, sassolini per terra, in questa terra di dolore, di tragedie, con la fede nel Cristo Risorto abbiamo un senso, in mezzo a tante calamità. Il senso di guardare oltre, il senso di dire: Guarda non c’è un muro; c’è un orizzonte, c’è la vita, c’è la gioia, c’è la croce con questa ambivalenza. Guarda avanti, non chiuderti. Tu sassolino, hai un senso nella vita perché sei un sassolino presso quel sasso, quella pietra che la malvagità del peccato ha scartatoLeggi tutto e fermati, anche per te c'è una risurrezione.

PER MEGLIO CONOSCERE L'ONU

Cos'è l'ECOSOC?

La Carta delle Nazioni Unite (ONU) istituì il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) nel 1945 e questo Consiglio divenne uno dei sei principali organi dell’ONU. L'ECOSOC è chiamato a mettere le persone in contatto con i problemi per promuovere l'adozione di misure collettive che costruiscano un mondo sostenibile. Secondo il ruolo centrale, assegnatogli nell'ambito del Sistema ONU per lo Sviluppo, l'ECOSOC ha come obiettivo principale di promuovere le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale). E’ una piattaforma chiave per la discussione e le iniziative innovative, per raggiungere un consenso su come andare avanti e coordinare gli sforzi volti a raggiungere gli obiettivi concordati a livello internazionale ed è responsabile del monitoraggio dei risultati delle principali conferenze e dei vertici dell’ONU sullo sviluppo. L'ECOSOC comprende una serie diversificata di entità dell’ONU (organigrama) che operano nel campo dello sviluppo sostenibile, fornendo orientamento e coordinamento. Fra queste  entità ci sono le commissioni economiche e sociali regionali, le commissioni incaricate di facilitare i dibattiti intergovernativi sulle principali questioni di interesse globale e le agenzie specializzate, i fondi e programmi che lavorano in tutto il mondo per ottenere che gli impegni in materia di sviluppo si traducano in cambiamenti reali e positivi per la vita delle persone.

Al fine di organizzare i suoi lavori, il Consiglio celebra una serie di brevi sessioni durante tutto l'anno e un gran numero di riunioni preparatorie e tavole rotonde con la partecipazione di rappresentanti della società civile. Ogni mese di luglio, il Consiglio celebra una sessione ordinaria di quattro settimane, che si svolge alternativamente a New York e Ginevra ed è strutturata in quattro segmenti: di alto livello, di coordinamento, di attività operative, degli affari umanitari e di natura generale. Il segmento di alto livello di ECOSOC comprende i due seguenti eventi importanti: Il Foro Politico ad Alto Livello, che offre la leadership politica, gli orientamenti e le raccomandazioni per lo sviluppo sostenibile, ed esamina i progressi compiuti nell'adempiere agli impegni presi in relazione allo sviluppo sostenibile; Il Foro sulla Cooperazione per lo Sviluppo che esamina le tendenze e i progressi nella cooperazione per lo sviluppo. Le lingue ufficiali di ECOSOC sono l’arabo, il cinese, lo spagnolo, il francese, l’inglese e il russo. Il lavoro del Consiglio durante l'anno è svolto attraverso i suoi organi sussidiari e gli organi collegati. Mettendo in evidenza una serie di preoccupazioni di natura economica, sociale e ambientale, l'ECOSOC spinge il raggiungimento di accordi sull'adozione di politiche e misure coerenti per lo sviluppo che ne assicurino i legami fondamentali fra i tre aspetti (economico, sociale e ambientale). ECOSOC ha 54 membri con un mandato di tre anni. Ogni membro ha un voto e il Consiglio prende le sue decisioni a maggioranza semplice.

Per la sua funzione in seno all’ONU, ECOSOC funge da intermediario per stabilire alleanze e partecipazione. Il Consiglio sarebbe un punto d'incontro eccezionale nel mondo per un dialogo produttivo tra i responsabili politici dei paesi e i loro parlamentari, fra accademici e fondazioni, fra le imprese e i giovani e le più di 3.200 organizazioni non governamentali registrate ufficialmente.

Il manuale delle Nazioni Unite pubblicato nel 2009 aveva alcune linee interessanti sulle relazioni dell'ECOSOC con queste organizzazioni non governative (ONG) che sono scomparse dal sito attuale dell’ONU: "Secondo la Carta, ECOSOC può consultarsi con le ONG interessate in questioni che riguardano il Consiglio. [Il Consiglio] riconosce che queste organizzazioni dovrebbero avere l'opportunità di esprimere le loro opinioni e che hanno esperienza o conoscenze tecniche speciali utili per il lavoro del Consiglio". Seguivano indicazioni sulle diverse modalità di consultazione e collaborazione. Era uno degli aspetti più interessanti dell'ONU perché offriva spazio alla società civile e anche ai contributi delle diverse comunità di fede e di cultura. Questo è il caso di VIVAT International, la nostra ONG con status consultivo speciale con ECOSOC. Sfortunatamente, la sparizione di queste linee mette in evidenza come questa apertura dell’ONU verso la società civile  si sta perdendo e l'ONU sembra voler diventare sempre più "un club di governi".

Foto. Ituri (Est Congo). Vittime della violenza sessuale durante il conflitto. © Samuel Okiror/IRIN
TEMPO PER SORRIDERE

Quando gli africani danzano

La felicità si trova dentro di noi, non dipende da ciò che si ha o non si ha. E’ un messaggio bello e forte, ma perché la vera felicità viene dal di dentro? Questa domanda suggerisce qualcosa su come possiamo nutrire la nostra felicità quotidiana, su quello che facciamo per essere felici e ci porta alla memoria frasi di personaggi famosi e di successo su "La felicità che viene dall’interno". È molto comune che in questi giorni un sacco di persone nella loro ricerca della felicità, vadano in cerca non nell’intimo di loro stesse ma nelle persone che le circondano e nelle cose materiali. Molti presumono che cose materiali come un buon lavoro, più soldi e più confort daranno loro la felicità che cercano. Ma la verità è che possiamo trovare vera felicità e allegria solo se guardiamo dentro di noi e impariamo come essere il migliore amico di noi stessi e se ci apriamo agli altri in relazioni migliori, accettando la diversità e entrando nel loro modo di vivere, unendoci alla loro musica e alla loro danza. Anche in questo caso, mentre la nostra esperienza di felicità sembra provenire da una fonte o evento esteriore, la vera felicità nasce dal nostro interno perché attingiamo alla fonte interiore della danza, della musica e quindi della vita. Guarda e ascolta il breve messaggio che ci viene da musica e danza.

DA VEDERE - DA SAPERE

Il riso che doveva salvare il mondo

Ve lo ricordate l’appello di 110 premi Nobel per promuovere il golden rice Ogm, l’archetipo del “transgenico buono” che, con un’alta percentuale di vitamina A, avrebbe risolto per sempre il problema mondiale della malnutrizione? Il cosiddetto “riso dorato” è uno dei miti più costosi dell’industria biotecnologica, utilizzato per tentare di cambiare il rifiuto generalizzato nei confronti degli OGM. Lo presentano come l’archetipo del “transgenico buono” perché è un riso che presenta un precursore della vitamina A, la cui mancanza è una significativa carenza per molte persone che soffrono di malnutrizione e che, in casi estremi, può portare alla cecità. I suoi promotori non sono riusciti a provare che nella pratica serva realmente ad apportare la vitamina A. Inoltre, nel 2017, in India gli scienziati hanno dato conto di un esperimento sul campo che ha dimostrato come l’inserimento nel riso di questa costruzione transgenica, abbia fatto calare il rendimento e la qualità della coltivazione tanto che il raccolto è risultato inutilizzabile.

Il cosiddetto “riso dorato” è stato abbondantemente usato come arma di propaganda. Nel 2016, una lettera – per nulla scientifica – firmata da un centinaio di Premi Nobel è stata forse l’esempio più significativo della manipolazione fatta dall’industria dei transgenici con questo riso. La lettera è piena di falsità, che dovrebbero far vergognare quelli che l’hanno firmata e quelli che continuano a citarla come se fosse un documento serio. Non sorprende questo tipo di campagne da parte dell’industria agro-biotecnologica, dove ci sono imprese come la Monsanto, nei cui confronti sono stati provati anche casi di corruzione al fine di far approvare i suoi prodotti, ad esempio in Indonesia. Ciò che in questo caso sorprende, è che il “riso dorato” sotto l’aspetto funzionale non esiste, poiché né gli scienziati che lo promuovono, né la Syngenta che lo ha brevettato, sono finora riusciti a produrre una linea stabile di “riso dorato” che soddisfi i benefici che gli si attribuiscono. Leggi tutti qui  

RISORSE

Resistere è creare, resistere è trasformare

La partecipazione dei Missionari Comboniani al Forum Sociale Mondiale (FSM) è una cominciata a Nairobi nel 2007. Questi incontri arricchiscono la conoscenza sui movimenti sociali e aiutano a capire meglio la missione nella sua globalità. La nostra è un'epoca polarizzata e dominata dalle grandi potenze economiche che generano povertà e disuguaglianza. La povertà, accanto a noi e da noi lontana, è il risultato di condizioni strutturali ingiuste, di natura globale. Capire le dinamiche che distruggono la vita, permette di essere più critici e promuovere un cambiamento di coscienza nelle persone. I problemi con dimensione globale devono essere affrontati in una prospettiva pluralistica con la creazione di reti di conoscenza, riflessione e azione. Oggi, i movimenti popolari rappresentano motori di trasformazione sociale che non si possono ignorare. Il Papa lo diceva ai partecipanti al loro III incontro mondiale: voi siete “seminatori di cambiamento, promotori di un processo in cui convergono milioni di piccole e grandi azioni concatenate in modo creativo”. Di fronte alla globalizzazione dell’indifferenza, Francesco chiama a “mettere l’economia al servizio dei popoli; costruire la pace e la giustizia; difendere la Madre Terra”. Il Foro Sociale Comboniano a Salvador de Bahia (Brasile), celebrato in concomitanza al Forum Sociale Mondiale aveva come tema: “Ministerialità e lavoro in rete/collaborazione nella Famiglia Comboniana e con altre organizzazioni”. L'annuncio del Vangelo di Gesù non può essere separato dall'impegno per la giustizia: Comboni, un uomo con una profonda esperienza di Dio, denunciava fortemente la brutalità della schiavitù e aveva scoperto l'importanza di mettere assieme la promozione umana e la predicazione della Parola. La Famiglia Comboniana - che riunisce laici, fratelli, suore e sacerdoti - ha nel cuore la sorte di tante persone, vittime della violenza, in loro vede il volto di Cristo che porta la croce e crede che di là delle tenebre del sepolcro, c’è la luce della vita che viene dal Padre. Per questo, al terminare l'incontro di Salvador Bahia, la Famiglia Comboniana, missionaria fin dalla nascita, ha inviato un messagio a quanti hanno parte nel suo ministero di annuncio della Parola e di lavoro per la Giustizia, la Pace, la integrità del creato. Trova qui tutto il messaggio in italiano  

TESTIMONIANZA

Advocacy dal basso verso l'alto

Tutto è iniziato quando qualcuno si è alzato affermando: "In Liberia esiste la terra dei privati, la terra pubblica, le terre delle comunità e la terra del Governo". Sorpreso, mi sono messo a fare ricerche e ho trovato una risposta sorprendente che mi ha riportato indietro quando "Il sistema di possesso statutario fu introdotto agli inizi del 1800 dall'American Colonization Society, che acquistò terre lungo la costa dell'attuale Liberia dai capi africani indigeni e, negli anni 1820, iniziò a liberare schiavi che dagli Stati Uniti venissero a stabilirvisi" (Land and Policy and Institutional Support (LPIS) Project Customary Land). Quindi sotto il primo presidente della Repubblica della libera Liberia tutta la terra senza un atto di proprietà riconosciuto - e nessuno l'aveva in quel momento fra gli indigeni - era considerata la Terra del Governo, cioé degli afroamericani colonizzatori.

Il Land Rights Act (LRA – Il decreto sui diritti della terra) dovrebbe risolvere questi problemi inerenti al possesso della terra nella moderna Liberia. La sua prima bozza fu consegnata dalla Commissione per la terra, legalmente costituita, all'allora presidente Ellen Johnson Sirleaf il 4 luglio 2014. Da allora è stata tutta un’opposizione alla sua approvazione. Continua a leggere qui  

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