Vol. 6 - N° 2

Gpic Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 6 - N 2

IN EVIDENZA NEL MESE

Una democrazia al servizio del bene comune

"Una democrazia senza valori assoluti che guidano l'azione politica e sociale diventa facilmente un totalitarismo più o meno nascosto". Democrazia, monarchia, repubblica o dittatura non sono, in linea di principio, più che quadri in cui le relazioni sociali e politiche sono circoscritte con una molteplicità di fattori culturali, demografici, politici e religiosi. 10 riflessioni sulla democrazia ispirate al Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa.

1.-La persona

La democrazia è valida nella misura in cui assicura la partecipazione e garantisce la possibilità di eleggere e controllare i governanti, nonché di sostituirli, se si da il caso, con mezzi pacifici. Una democrazia autentica è possibile solo in uno Stato di diritto in cui si ha una corretta concezione della persona, in cui le condizioni di sviluppo di ogni persona sono assicurate dalla formazione a ideali e valori, e dove ci sono strutture di partecipazione e di corresponsabilità.

2.- I valori di base

La democrazia non si riduce all'adempimento formale di una serie di requisiti o regole; tutto il suo funzionamento deve rispettare un fondamento minimo come la dignità intrinseca di ogni essere umano, nato o prima di nascere, malato o sano, istruito o analfabeta, ricco o povero, credente o ateo, casto o promiscuo. Ciò implica la tutela dei diritti fondamentali a partire dal diritto alla vita e dall'assunzione del bene comune come fine e criterio della vita politica.

3.- Il rischio del relativismo

Il relativismo etico è una pericolo per il sistema democratico. Una cosa è la pluralità delle opinioni e un'altra il disprezzo di criteri oggettivi su questioni cruciali. Una deriva dannosa del relativismo morale è che coloro che non si dichiarano agnostici o scettici sono squalificati dal dibattito pubblico; coloro che affermano che è possibile conoscere e difendere la verità, sono quindi designati come anti-democratici, fanatici. Una democrazia senza valori assoluti che guidano l'azione politica e sociale diventa facilmente un totalitarismo più o meno visibile o nascosto. La democrazia è solo uno strumento e non un fine in sé e la sua moralità, quindi, non è autonoma, ma dipende dalla moralità dei fini che persegue e dai mezzi che usa per raggiungerli. Continuare a leggere  

UNA BELLA NOTIZIA

Mettiamo fine alla guerra

World beyond War (WbW) è un movimento mondiale nonviolento che vuole porre fine alla guerra e instaurare una pace giusta e sostenibile. Ha pubblicato un rapporto dal titolo "A Global Security System: An Alternative to War" (Un sistema di sicurezza globale: un'alternativa alla guerra). Questa organizzazione, WbW, crede che la guerra non è un modo di vivere naturale per l'umanità. Nel rapporto citato, si afferma che "la violenza non è una componente necessaria del conflitto tra stati e tra stati e attori non statali". Si ricorda che l'Homo Sapiens iniziò a prendere sul serio la guerra in un tempo "relativamente recente", circa 10.000 anni fa. Sfortunatamente, negli ultimi 100 anni, gli umani hanno iniziato un "ciclo di violenza" che ha creato una condizione di permawar, di guerra permanente. Citano la teoria politica di Hannah Arendt che afferma che la guerra continua perché nessuna alternativa è stata proposta sulla scena politica.

WbW crede che ci sia "autentica speranza" per porre fine alla guerra. Sono fiduciosi che, con la mobilitazione di milioni di persone in tutto il mondo e "nuove conoscenze e metodi rivoluzionari di gestione nonviolenta dei conflitti", si può porre fine alla guerra per sempre: "La maggior parte del mond

UNA BRUTTA NOTIZIA

Stati Uniti: per internet si vendono i bambini per sesso

Il National Center for Missing & Exploited Children (Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati – degli USA) relaziona direttamente le notizie di un aumento, nel periodo 2010 al 2015, dell'846% di un crescente traffico di bambini a scopo di sfruttamento, con la vendita di bambini per sesso attraverso Internet. Le leggi, infatti, non stanno al passo e i trafficanti e alcuni siti Web ne approfittano. Si nascondono dietro la sezione 230 del Communications Decency Act (CDA) mentre le vittime ne pagano il prezzo. Anche se la sezione 230 del CDA - USA non è stata concepita per proteggere legalmente i siti Web che facilitano il traffico sessuale, questo è esattamente ciò che sta accadendo. Quasi 2/3 dei bambini venduti per sesso negli Stati Uniti lo sono attraverso internet. Per capire quanto questo sia serio e perché le leggi debbano cambiare, è sufficiente guardare un struggente documentario I Am Jane Doe (Sono Jane Doe). C'è una legge del Senato in attesa di approvazione che potrebbe essere d'aiuto, ma un certo numero di potenti compagnie internet e diversi senatori stanno rendendo incerta la sua attuazione. E’ la legge del 1963 SESTA (Stop Enabling Sex Traffickers Act – Stop alle opportunità dei trafficanti del sesso), una legge bipartisan correttamente focalizzata, che colpisce i siti che facilitano consapevolmente la tratta di esseri umani e che consente alle vittime di intentare cause civili contro quei siti Web che le hanno sottoposte alla tratta. SESTA è attualmente bloccata senza essere stata inviata per il voto finale.

Anche se quasi tutti i lettori di questa Newsletter non vivono negli Stati Uniti, può essere utile capire la gravità del problema e come sono gestite negli USA queste iniziative di “Agiamo!”. Per favore, diamo un'occhiata a tre proposte che si propongono di aiutare milioni di donne e ragazze – SESTA parla di tutte le vittime del traffico - ad avere una possibilità di giustizia e perchè la legge sia portata in Senato e approvata.

1-. Cerca di sapere se i tuoi senatori hanno co-sponsorizzato SESTA. Se lo hanno fatto, fantastico! Congratulati con loro. In caso contrario, chiedi loro di co-sponsorizzare adesso questa legge, inviando una e-mail o chiamandoli per telefono e facendo loro una visita personale.

2-. E’ sempre il rappresentante di un gruppo politico che richiede che si passi al voto. Chiama il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell (numero telefonico 202-224-2541) e chiedigli che porti SESTA alla plenaria per il voto.

3-. Vivi in o vicino a Washington DC? Vieni a Capitol Hill per la giornata di advocacy: National Human Trafficking Awareness Day (Giornata Nazionale per la presa di coscienza sul traffico di persone). Una equipe informerà i membri del Congresso sui motivi per cui le vittime, i sopravvissuti e le%2

CELEBRIAMO!

8 Febbraio: Giornata contro la tratta di persone

Molto spesso i bambini vengono coinvolti in traffici sessuali, come nel caso di tre cuginette  di 9 e 8 anni provenienti da una famiglia povera in Cebu City, Filippine, trafficate per il cybersex. “Un ragazzo avvicinò le nostre mamme e chiese se volevamo guadagnaci da vivere.– raccontano le piccole – Chiese di portarci in un luogo dove incontrare persone straniere in internet. Secondo lui, avrebbe solo mostrato i nostri volti al computer e in cambio avrebbe dato 100 pesos. Le nostre mamme accettarono pensando ai soldi che avrebbero ricevuto. Il ragazzo ci convinse ad andare con lui per aiutare le nostre famiglie. Siccome eravamo molto poveri abbiamo creduto alle sue promesse”. E invece molto presto le piccole si sono trovate coinvolte in una realtà terrificante, minacciate di  non raccontare a casa ciò che erano costrette a subire, da cui sono riuscite a scappare solo grazie all’intervento della polizia locale. Le bambine hanno seguito dei programmi di recupero, ma i danni psicologici subiti le hanno segnate per sempre.” Vuoi sapere qualcosa in più su questa Giornata istituita da Papa Francesco nel 2015: clicca qui. Preghiamo e informiamoci contro il diffuso fenomeno della Tratta dei bambini, bambine e adolescenti: sul sito preghieracontrotratta.org    trovi tutte le informazioni e i materiali. Siamo invitati a partecipare nel modo che ci è possibile nella nostra comunità e città: se a Roma vedere gli eventi proposti per la settimana dal 1 all’8 febbraio. Clicca qui. Partecipa: Organizzando una preghiera: scarica il testo. Contattando la stampa per sensibilizzare l’opinione pubblica: scarica il comunicato stampa; leggi le testimonianze per sensibilizzare; invia lo spot video. Per maggior informazioni vedi qui Per maggior informazioni vedi qui  

AGIAMO!

I commenti del presidente Donald Trump su Haiti e alcuni Paesi africani

I commenti del presidente Donald Trump su Haiti e alcuni Paesi africani

Le reazioni dei giornali, degli oppositori e dell’opinione pubblica ai commenti dell’attuale presidente degli USA su Haiti e alcuni Paesi africani è stata unanime. Poche però le riflessioni sull’origine e sui risvolti di certe prese di posizione di un presidente che si autodefinisce “un genio” e che è chiamato a dirigere un Paese che pretende di essere leader mondiale della democrazia. Una lettera – qui tradotta – publicata da AFJN, una ong di missionari che lavora per giustizia e pace, analizza la portata di simili atteggiamenti. E’ un invito ad “Agire” all’interno della coscienza e del pensiero, nostri e di quanti ci circondano, se non vogliamo ridurre a folklore le sparate di un personaggio discutibile e discusso, mentre la sua ideologia continua a penetrare nel profondo di tante coscienze. Leggi qui di seguito la traduzione della lettera di AFJN.

“I recenti commenti dell'11 gennaio 2018 su Haiti e alcune nazioni africane, attribuiti al presidente Trump durante una trattativa bi-partisan della Casa Bianca con membri del Congresso sulla legislazione per proteggere gli immigrati, sono profondamente preoccupanti.

Anche se non è la prima volta che si fanno simili affermazioni, la parodia è che in questo caso il signor Trump è alla Casa Bianca, in carica come presidente degli Stati Uniti. Questo rende i suoi ripetuti commenti denigratori del tutto sconcertanti. Anche perché, queste affermazioni stanno dando nuova voce al Ku Klus Klan e stanno incoraggiando gruppi e persone che la pensano allo stesso modo.

L'ironia è che in questo modo diminuisce il peso degli Stati Uniti e del suo Presidente sulla scena mondiale. In fondo, offende il popolo nordamericano. Questi ripetuti e incontrollati commenti fatti in pubblico portano a un nuovo minimo d’accettazione le funzioni del presidente e provocano un malessere incalcolabile in milioni di nordamericani. Mai negli ultimi tempi, le funzioni di un presidente nordamericano sono state oggetto di ridicolo come oggi, in patria e all'estero.

La Rete Africa Faith & Justice (AFJN), i suoi esecutivi, il consiglio di amministrazione, il personale e i suoi numerosi membri e sostenitori si uniscono a milioni di nordamericani per offrire scuse sincere ai popoli dell'Africa e di Haiti. Si vuol far saperer a tutti che i commenti del Sr. Trump non riflettono i nostri valori. Noi amiamo e rispettiamo tutti i popoli come sorelle e fratelli perché creati a immagine di Dio. AFJN si ispira al Vangelo e segue l'insegnamento sociale della Chiesa cattolica, lavora per promuovere giuste relazioni tra Stati Uniti e Africa e, in collaborazione con i popoli africani, s’impegna nella lotta per la giustizia, la pace e l'integrità del creato. Rispettiamo e amiamo tutti come figlie e figli di Dio.

Centinaia di migliaia sono le persone eccezionali, offese dai commenti del signor Trump, che che nelle loro diverse professioni fanno avanzare gli Stati Uniti. Chiediamo al presidente Trump di rispettarli e trattarli con considerazione, anche se dalla sua isolata posizione.

Chiediamo al popolo nordamericano di fare in modo che questo episodio non sia un'altra delle "sorprese settimanali" che fanno rumore per le reazioni immediate, ma poi svaniscono più ci si allontana nel tempo e cadono nella dimenticanza fino all’esplosione di un altro episodio. Questa mentalità denigratoria deve essere affrontata in modo continuato affinché i diritti e la dignità di ogni persona siano sempre rispettati. Vale la pena ricordare qui il detto che tutto ciò di cui ha bisogno il male per avanzare è che la brava gente non faccia nulla.

I leader africani devono impegnarsi a non creare condizioni e a non offrire l’occasione con comportamenti che favoriscono questo tipo di offese e che portano un intero continente ad essere continuamente denigrato. E’ loro dovere sostenere lo stato di diritto e usare l'abbondante ricchezza con cui Dio ha benedetto il continente per il bene comune.

Possa la pace, la giustizia e il rispetto per gli altri regnare nei nostri cuori”.

PER MEGLIO CONOSCERE L'ONU

La Società delle Nazioni, sorella fallita dell'ONU

L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) non è spuntata come un fungo con la prima assemblea generale il 10 gennaio 1946 a Londra. Una simile percezione impedisce di cogliere i valori e le debolezze dell'ONU oggi.

La prima idea d'una organizzazione sovranazionale che sappia garantire la pace e il benessere di tutti e di ogni popolo ha un precedente in Immanuel Kant (1795) nello scritto Per la pace perpetua in cui il filosofo tedesco proponeva un ordinamento giuridico a tutela della pace mondiale. Quasi un secolo più tardi, con la convenzione di Ginevra del 1864 nacque un movimento diplomatico internazionale a carattere pacifista. Il suo apice fu raggiunto durante la Convenzione dell'Aia (1907). La Confederazione degli Stati dell'Aia, già dunque nel 1907, era un'alleanza che ambiva al disarmo e all'uso della diplomazia nelle contese fra le nazioni.

La Guerra Mondiale mise fine alla Convenzione dell'Aia ma non alle aspirazioni di pace e ordine internazionale. L'idea di una Società delle Nazioni pare fosse del politico inglese Edward Grey - all'epoca segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth dell'Impero britannico -. L'idea fu adottata dal presidente degli Stati Uniti d'America Thomas Woodrow Wilson che pensava fosse l'unico mezzo per evitare conflitti come la Guerra Mondiale, allora in corso. Woodrow Wilson né inserì il progetto nel suo discorso dell’8 gennaio 1918 al Congresso degli Stati Uniti dove delineò anche una strategia per porre le basi di una pace stabile e duratura. La Conferenza di pace di Parigi del 1919-1920 fissava i termini della pace e la conclusione della Prima Guerra Mondiale e rappresentò il momento propizio per il presidente nordamericano di proporre la creazione di un'organizzazione sovranazionale a salvaguardia della pace mondiale. Il 25 gennaio 1919 la sua proposta fu accettata e a una speciale commissione con lo stesso Wilson come presidente fu affidato il compito di redigerne lo statuto. Questo statuto - o Convenzione della Società delle Nazioni fu approvato il 28 aprile 1919 e inserito nella prima parte del trattato di Versailles e firmato il 28 giugno 1919 da 44 Stati, 31 dei quali avevano preso parte alla Guerra. Era nata la Società delle Nazioni (SdN) la prima organizzazione intergovernativa con l'impegno di potenziare il benessere e la qualità della vita di ogni popolo, di prevenire le guerre usando la diplomazia per risolvere i conflitti e di controllare gli armamenti. Il suo promotore il presidente, Thomas Woodrow Wilson, per questo impegno fu insignito del premio Nobel per la pace nel 1919. Continua a leggere qui

TEMPO PER SORRIDERE

Se per caso pensi di essere vecchio!

La durata più lunga di una vita umana, confermata e registrata, è quella di Jeanne Louise Calment: 122 anni e 164 giorni. Era nata ad Arles, in Francia, il 21 febbraio 1875, e quando fu costruita la Torre Eiffel, aveva 14 anni. Fu in quel periodo che si incontrò con Vincent van Gogh: "Era sporco, mal vestito e sgradevole", ha ricordato in un'intervista rilasciata nel 1988.

Quando aveva 85 anni, seguì un corso di scherma e ai 100 andava ancora in bicicletta. Jeanne aveva 114 anni, quando recitò in un film sulla sua vita; ai 115 ebbe un’operazione all’anca e a 117 anni smise di fumare (aveva iniziato all'età di 21 anni nel 1896). A quanto pare, non rinunciò per motivi di salute, ma perché, dal momento che era diventata quasi cieca, non le piaceva dover chiedere aiuto per essere aiutata ad accendere la sigaretta.

In ogni caso, sembra che la vita fosse d’accordo sul modo con cui a Jeanne le piaceva vivere. Nel 1965, Jeanne aveva 90 anni e non aveva eredi. Allora firmò un contratto di vendita del suo appartamento con un avvocato di 47 anni, André-François Raffray. Questi accettò di pagarle la somma mensile di 2.500 franchi alla condizione di ereditare l’appartamento alla sua morte. Successe che Raffray, non solo finì per pagare a Jeanne per 30 anni, ma morì prima di lei all'età di 77 anni. La sua vedova fu legalmente obbligata a continuare a pagare fino a quando Madam Calment terminò i suoi giorni.

Jeanne conservò sempre le sue acute facoltà mentali. Quando, al compiere i 120 anni, le fu chiesto che tipo di futuro pensava avrebbe avuto, rispose: "Molto breve". Ecco alcune delle sue battute.

"Essere giovani è uno stato mentale, non dipende dal proprio corpo; io, in realtà, sono ancora una ragazza, è solo che negli ultimi 70 anni non sono stata di troppo bella presenza".

"Tutti i bambini sono belli". "Pare che il buon Dio si sia dimenticato di me".

"Mantieni sempre il sorriso, ecco l’unica spiegazione alla mia lunga vita".

"Se non puoi cambiare una cosa, non preoccupartene". "Non ho mai portato la maschera. Ho spesso riso fino alle lacrime. Penso che morirò dal ridere". "Vedo male, sento male, e mi sento male, ma tutto va bene".

"Ho delle gambe di ferro, ma ad essere sincera, stanno incominciando ad arrugginirsi e a incurvarsi un po'".

"Mi sono divertita quando ho potuto, ma ho sempre agito in modo trasparente, morale e senza rimpianti. Mi considero molto fortunata".

"Ho un enorme desiderio di vivere e un grande appetito, soprattutto per i dolci", e "Sono innamorata del vino".

Aveva quasi cent’anni quando, alla fine di un'intervista, il giornalista le disse che sperava che si sarebbero incontrati ancora l'anno dopo. Lei rispose: "Perché no? Non sei così vecchio, sarai ancora qui".

DA VEDERE - DA SAPERE

Prima le persone, poi le leggi

Il Segretario della Sicurezza Interna degli Stati Uniti ha annunciato la fine dello status de protezione temporanea (Temporary Protected Status - TPS) per El Salvador. Per consentire una transizione ordinata è stato deciso di ritardare lo stop di 18 mesi, cioé fino al 9 settembre 2019. Ciò significa che circa 263.000 persone avranno meno di due anni per lasciare il Paese volontariamente o essere deportate. "La decisione di porre fine al TPS per El Salvador è stata presa a seguito di una revisione delle condizioni di disagio per calamità naturale che avevano determinato in origine la concessione dello status al Paese”. Questa è la versione ufficiale. “Basandosi su un’attenta an

RISORSE

Stop all’accaparramento di terre per zucchero e biocarburanti in Tanzania

Le iniziative gemelle di New Alliance e Grow Africa hanno diminuito la loro visibilità ma rimangono una minaccia per le comunità e i piccoli agricoltori, molti dei quali sono donne. Queste iniziative non investono in infrastrutture e programmi che aiutino effettivamente le comunità e i contadini. Al contrario stanno fornendo incentivi per l’accaparramento di terre da parte sia delle compagnie straniere che delle élite urbane africane.

Una buona notizia è che un progetto per lo zucchero e i biocarburanti a Bagamoyo, in Tanzania, è stato "accantonato” dal governo tanzaniano! Il progetto fa parte di un'iniziativa agricola su larga scala sostenuta dall'amministrazione Obama e minaccia di espellere dalla regione 1.300 contadini.

Sembra anche che ci sia un notevole ridimensionamento del progetto Big Results Now sostenuto dalla New Alliance, che voleva fare del sito di Bagamoyo e di altri 15 siti zone di sviluppo per i mercati globali dello zucchero e dei biocarburanti. Si spera che questo indichi che il governo della Tanzania ha preso l’impegno a favore della partecipazione delle comunità nei programmi di sviluppo. Un processo decisionale che parta dalla comunità può valutare quali progetti di sviluppo aiutano la stessa a gestire e beneficiare in modo sostenibile le proprie risorse naturali, aumentando nel contempo l'offerta di cibo nutriente a livello locale e regionale. Anche se il progetto è stato archiviato, lo status legale della terra che è stata presa in considerazione dalla società di biocarburanti a Bagamoyo non è ancora chiaro. Mentre è stato riconosciuto che alcuni dei terreni inclusi nel progetto appartengono ai villaggi locali, la parte che va con il nome di Razaba, rimane in questione. Il terreno fu sottratto alla popolazione locale per creare una fattoria di proprietà del governo negli anni 1976-1993. Negli ultimi 25 anni, da quando il governo le ha abbandonate, queste terre sono state usate dalle comunità locali e dai gruppi di pastori per l'agricoltura e il pascolo. Le comunità vivono su queste terre e dovrebbero essere riconosciute come legittime titolari con diritto di possesso, ai sensi delle Linee Guida per il possesso di terre, pesca e foreste dell’ONU-2012. Vi sono ancora molti pastori e allevatori in Tanzania che hanno bisogno di terre e che dovrebbero avere la priorità sugli investitori stranieri.

La società civile ha preso posizione contro la New Alliance. Più di 100 organizzazioni - tra cui ActionAid - hanno fatto sapere alla Casa Bianca che la New Alliance rappresenta una minaccia per le comunità povere piuttosto che aiutarle. L'ex relatore delle Nazioni Unite per il diritto all'alimentazione, Olivier De Schutter, ha pubblicato un rapporto estremamente critico sulla New Alliance nel 2016, portando come esempio l'accaparramento di terre in Tanzania. E nel giugno del 2017, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione in cui parla dei rischi e dei fallimenti della New Alliance. Da allora, la New Alliance è un tema imbarazzante per l'amministrazione Obama. Nel su ultimo comunicato stampa, la Casa Bianca lodando il proprio operato per lo sviluppo globale, si limitata a una sola frase sulla New Alliance e si riduce a menzionare l’impegno del settore privato per l’inversione, piuttosto che dilungarsi sugli effettivi investimenti.

TESTIMONIANZA

La Montclair Sanctuary Alliance

Bnai Keshet è una comunità ebraica fondata nel 1978, e alla stesso tempo una sinagoga. Si definisce “rappresentativa della comunità allargata”: al suo interno vivono coppie mature, single, famiglie ebree ‘tradizionali’ famiglie interconfessionali, gay e lesbiche di fede ebraica. Con l’aiuto di alcuni partner (la Unitarian Universalist Congregation of Montclair o UUCM, la First Congregational Church, Faith in New Jersey e altre denominazioni locali), sta ristrutturando un appartamento con l’intento di offrire a una famiglia (o a un individuo) a rischio di deportazione sicurezza, assistenza, un riparo e il tempo per cercare una soluzione. L’iniziativa è stata ribattezzata Montclair Sanctuary Alliance, o MSA. Il Sanctuary Movement nasce negli Anni Ottanta, quando i leader religiosi degli Stati Uniti si organizzano per proteggere i richiedenti asilo in fuga dalle violenze in America Latina. A metà dello scorso mese di dicembre la MSA ha tenuto un incontro interconfessionale a Bnai Keshet, nel corso del quale il locale santuario è stato ridedicato e trasformato in ‘Sanctuary’, ossia rifugio. Sul sito Web di Bnai Keshet viene spiegato che l’amore per i forestieri e la protezione dei deboli costituiscono il cardine morale della tradizione di tutti i partner del progetto; e che la Bibbia ci comanda di proteggere i forestieri “almeno 36 volte”: "Amate dunque il forestiero, poiché anche voi foste forestieri nel paese d’Egitto". (Dt 10, 19) I pastori dell’UUCM hanno concesso il loro appoggio “affinché sia chiaro a tutti i membri della comunità che noi comprendiamo che i nostri doveri religiosi includono il concedere asilo a persone che certi settori del governo e della cittadinanza possono prendere di mira, tentando di incarcerarle o eliminarle”. Come ha scritto Papa Francesco, Dio è presente “nel visitatore indiscreto, tante volte irriconoscibile, che cammina per le nostre città, nei nostri quartieri, viaggiando sui nostri autobus, bussando alle nostre porte”. I partner del MSA sono ben consapevoli che la legge americana non tutela gli immigrati privi di documenti  ai quali concedono rifugio. Ma, dato che l’Immigration and Customs Enforcement (ICE) ha finora evitato arresti all’interno della proprietà della congregazione, hanno scelto di rendere pubblica la loro offerta di asilo per sensibilizzare le menti e i cuori. “La chiusura delle frontiere ci porta a pensare che gli Stati Uniti possano costruire muri per difendersi dalle sofferenze che si vivono altrove. Noi speriamo, sostenendo i nostri vicini e amici migranti e collaborando pubblicamente con loro, di riuscire a rafforzare il tessuto della nostra società e, in ultima analisi, di contribuire a un cambiamento della politica federale”. Accogliendo forestieri nel suo appartamento ma anche chiedendo appoggio per l’iniziativa, la MSA sta risvegliando la consapevolezza che l’amore per il  forestiero è il vero aiuto da offrire a un ospite che richiede asilo per un periodo prolungato. “Molti di noi” è l’indirizzo rivolto ai fedeli ebrei, “vivono vite che sono il risultato dei rischi e dei sacrifici affrontati dai nostri genitori e nonni per venire negli Stati Uniti. La nostra libertà, prosperità, sicurezza e in molti casi la nostra stessa esistenza sono divenute possibili solo grazie a una generazione precedente che, in un momento di incertezza, ha corso il rischio di venire qui. Forse è per questo che così tanti fra noi sono allarmati e preoccupati dalle minacce di deportazione avanzate contro i migranti.” Vedi qui per maggiori informazioni.

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