Vol. 10 - No 7-8

Gpic Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 10 - No 7-8

IN EVIDENZA NEL MESE

Idolatria e società

 L’idolo prima di essere un falso teologico (riguardante cioè la fede dei cristiani) è un falso antropologico: è una forza che perverte l’uomo, gli fa imboccare e percorrere strade di morte in cui egli, lo sappia o no, arriva a perdersi. L’idolo nasce quando l’essere umano non si dà divieti, non accetta e non si fissa limiti: allora vuole tutto e subito, e lo vuole a portata di mano, senza tener conto degli altri.

Solo qualche decennio fa un muro, un confine di separazione invalicabile appariva tracciato tra credenti da una parte e atei e agnostici dall’altra. Questa visione schematica, che identificava nei non credenti gli abitanti della città dell’idolatria e nei cristiani gli abitanti della città di Dio, ormai è stata completamente rimossa e appare anzi priva di senso, non solo perché l’incredulità attraversa anche il cuore dei credenti, ma soprattutto perché l’idolatria è presente da entrambe le parti.

Sì, cristiani e non cristiani abitano la stessa città in cui l’idolatria si manifesta come dominante efficace e come tentazione potente. È vero che essere cristiani dovrebbe implicare un ripudio degli idoli, dei falsi dèi, attraverso un concreto mutamento di vita rispetto alla mondanità, ma, di fatto, il cammino del credente è contraddetto dal suo cadere, dal suo alienarsi agli idoli. Il credente e il non credente si trovano dunque l’uno accanto all’altro nel confronto continuo con le dominanti idolatriche: la lotta contro l’idolatria dovrebbe pertanto essere un impegno di entrambi.

L’idolo, infatti, prima di essere un falso teologico (riguardante cioè la fede dei cristiani) è un falso antropologico: è una forza che perverte l’uomo, gli fa imboccare e percorrere strade di morte in cui egli, lo sappia o no, arriva a perdersi. L’idolo nasce quando l’essere umano non si dà divieti, non accetta e non si fissa limiti: allora vuole tutto e subito, e lo vuole a portata di mano, senza tener conto degli altri. Continua la lettura  

UNA BELLA NOTIZIA

Aumenta la protezione online per i bambini

Nell'ultimo anno, le imprese tecnologiche sono state sotto i riflettori per la necessità di proteggere i bambini e affrontare la proliferazione di materiale pedopornografico (CSAM nella sigla inglese) su Internet. A ottobre, un ex dipendente di Facebook ha testimoniato davanti al Congresso nordamericano che la società ha consapevolmente diffuso disinformazione e contenuti che danneggiano l’infanzia. Allo stesso tempo, le società high-tech hanno incontrato gli attivisti della lotta alla tratta di esseri umani e altri stakeholder per condividere proposte di monitoraggio e di lotta contro i contenuti dannosi sulle loro piattaforme.

ECPAT-USA è stata al centro di questo dibattito, sostenendo la protezione dei minori a Capitol Hill. In risposta, il Congresso sta dando priorità a una legislazione che valuta l'impatto psicologico della tecnologia sui bambini, aumenta la salvaguardia della privacy e la protezione e limita le possibilità delle imprese di scaricare le loro responsabilità per mantenere i loro margini di profitto.

I senatori Edward Markey e Bill Cassidy hanno introdotto il S.1628, il Children and Teens' Online Privacy Protection Act. Questo disegno di legge adotta misure significative per proteggere i bambini e gli adolescenti aggiornando il Children's Online Privacy Protection Act (COPPA nella sigla inglese) in modo che le regole sulla privacy soddisfino le esigenze del 21° secolo. I CSAM sono aumentati drasticamente nell'ultimo anno e ridurre la disponibilità di dati personali dei bambini online è fondamentale per ridurre i danni che Internet provoca sull’infanzia.

Alla Camera, la rappresentante Kathy Castor ha presentato il H.R. 5703, Protecting the Information of our Vulnerable Children Act. Questo disegno di legge parte dal COPPA per modernizzare le attuali salvaguardie di Internet. Le imprese hanno ostacolato gli attuali standard minimi di privacy, lasciando i bambini più indifesi davanti ai tentativi di vittimizzazione online. I predatori sono strategici nel prendere di mira i bambini e, rafforzare la privacy e la protezione, è un passo importante per garantire la loro sicurezza online.

Con i continui progressi della tecnologia, i bambini affrontano quotidianamente nuovi rischi, che per essere frenati richiedendo un approccio multidisciplinare. ECPAT-USA rimane impegnata a proteggere i bambini sostenendo iniziative legislative che prevengano questi danni irragionevoli.

Per conoscere di più sui casi relativi al traffico sessuale che hanno fatto notizia di recente:

È stata vittima del traffico sessuale di minori e mandata in prigione. Ora ha una possibilità di libertà: nel 2011, quando Tiffany Simpson aveva 17 anni, è stata arrestata per traffico sessuale di minori in Georgia, proprio il crimine che aveva subito. Una prossima udienza determinerà se Tiffany, che ora ha 28 anni, avrà una possibilità di libertà.

UNA BRUTTA NOTIZIA

Cosa si nasconde in Pandora

Una fuga di notizie e un'inchiesta giornalistica rivelano investimenti dubbi nei rifugi fiscali. Li chiamano Pandora Papers, ma in realtà sono 12 milioni i file informatici trapelati da vari studi legali che, grazie a un'inchiesta giornalistica battezzata con questo nome, stanno esponendo possedimenti, società e accordi nascosti in rifugi fiscali di quasi 30.000 beneficiari.

Con questo numero di dati, non sorprende che lo scandalo colpisca ricchi di tutto il mondo, compresi alcuni africani. Nello specifico, i nomi di Uhuru Kenyatta, Denis Sassou-Nguesso e Ali Bongo - presidenti in carica rispettivamente di Kenya, Repubblica del Congo e Gabon - tra gli altri che sono stati resi pubblici, fino ad ora, poiché la pubblicazione dei risultati è ancora in corso.

Uhuru Kenyatta, secondo le indagini, insieme a sua madre e ai suoi fratelli, gestisce 13 aziende di rifugio fiscale per un valore di oltre 30 milioni di dollari. La costruzione di queste società opache, da parte di un presidente, solitamente indica attività illecite, nonostante avesse recentemente dichiarato di voler lasciare come sua eredità politica la lotta contro la corruzione e per la trasparenza. Invece, è ben noto che Kenyatta e la sua famiglia mantengono attività legate, tra gli altri settori, ai trasporti, alle assicurazioni, agli hotel e ai media.

Il presidente keniota ha avuto in ottobre il primo incontro bilaterale alla Casa Bianca con l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Biden, dove forse ha dovuto mandare giù un boccone amaro, poiché gli organizzatori avevano incluso i Pandora Papers nell'agenda da discutere. L'incontro già aveva incorporato questioni regionali come il conflitto nel Tigray o la disponibilità di vaccini in Africa. L'introduzione della divulgazione giornalistica fu giustificata dalla "necessità di portare maggiore trasparenza e responsabilità ai sistemi finanziari nazionali e internazionali". Dopo la pubblicazione, Kenyatta ha espresso il suo sostegno all'indagine, dicendo che avrebbe aiutato a migliorare "la trasparenza finanziaria e l'apertura che vogliamo per il Kenya e per il mondo intero", ma senza entrare nei dettagli relativi al proprio coinvolgimento. Continua la lettura  

CELEBRIAMO!

Discriminare le donne nella chiesa è un insulto alla gloria divina

Per la serie di ritratti dedicati alle donne che prendono la voce nella Chiesa, Federica Tourn incontra per Jesus la teologa Simona Segoloni. Scrive di gender, di violenza istituzionale, di marginalizzazione delle donne, che non possono esprimersi se non “per gentile concessione” degli uomini.

Lo scenario è la Chiesa cattolica e lei è Simona Segoloni, 48 anni, docente di Teologia sistematica all'Istituto teologico di Assisi. Scrive e parla con determinazione, senza nascondere un misto di impazienza e di ribellione per lo scollamento evidente fra la realtà di passione e servizio delle donne impegnate nella Chiesa e la frustrazione di chi registra, ancora una volta, il misconoscimento dei talenti femminili.

“È come se avessimo a disposizione molti miliardi per rilanciare il Paese e non li usassimo”, spiega Segoloni. “Quella delle donne è un'appartenenza ecclesiale ovvia: la Chiesa senza di loro semplicemente non sarebbe. Eppure, nonostante questa constatazione, ogni giorno sperimentano la fatica di trovare uno spazio alla pari con gli uomini e la difficoltà di vedersi riconoscere un dono specifico nella testimonianza evangelica”. 

In una parola, sperimentano l'esclusione: sono la lampada messa sotto il moggio, e sono ancora il “secondo sesso”, come scriveva Simone de Beauvoir già nel 1949, stigmatizzando la condizione di inferiorità delle donne nella storia e nella società. Continuar la lettura Continuar la lettura  

AGIAMO!

L’impegno a mitigare i cambiamenti climatici

La giornalista esperta in clima Kendra Pierre-Louis afferma che, dalla storia dell'espulsione di Adamo ed Eva dal Giardino dell'Eden, le persone e la natura sono "sempre in opposizione l'una con l'altra", e quando parliamo di cambiamenti climatici e di fare miglioramenti all’ambiente, si parla in termini di sofferenza. "E se, invece, quanto raccontiamo sui cambiamenti climatici fosse un'opportunità? Innanzitutto per gli esseri umani per correggere il nostro rapporto con la Terra e re-immaginare le nostre società in modi che siano non solo in linea con i nostri ecosistemi, ma anche per rendere le nostre vite migliori". *

Il Piano d'azione della Laudato Sì, lanciato dal Vaticano nel 2021 nel giorno della festa di San Francesco, il 4 ottobre, per commemorare l'enciclica di Papa Francesco del 2015 sull'ecologia integrale (vedi  Piattaforma d'azione Laudato Sì) è tutto volto alla riparazione di questa relazione. Richiede l'educazione alla spiritualità ecologica e l'adozione di stili di vita semplici e "liberatori". Quest'educazione "propone una comprensione alternativa della qualità della vita e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di un godimento profondo libero dall'ossessione del consumo" (LS 222-223).

Iniziamo con alcune idee su come prenderci più cura della terra riducendo la nostra “impronta di carbonio”, come le presenta il Catholic Climate Covenant (10 ways You Can Make a Difference).

La nostra impronta di carbonio è la quantità di anidride carbonica e altri composti del carbonio emessi dal nostro consumo di combustibili fossili. L'EPA (United States Environmental Protection Agency) ha un calcolatore gratuito dell'impronta di carbonio.

Ci sono alcuni modi semplici e di buon senso per essere più rispettosi dell’ambiente dal punto di vista energetico. Piuttosto che correre immediatamente all'aria condizionata o al termostato, nelle giornate calde e soleggiate, abbassiamo le persiane o chiudiamo le tende per bloccare il calore. Con un clima freddo, aprire le tende durante il giorno per riscaldare la stanza. Naturalmente, quando si esce di casa, abbassare l'aria condizionata o il calorifero. E - perché no?- saper vivere con qualche grado in più di caldo in estate o più di freddo in inverno: si ridurrà il consumo di energia e aumenterà la resistenza del corpo.

Non usare la macchina per ogni commissione. Pianificare, invece, e combinare più commissioni in un unico viaggio per ridurre la quantità di combustibile fossile che si usa. Se non si ha già un'auto ibrida o elettrica, pensiamo a come sarà la prossima auto che compreremo.

Secondo l'EPA, la produzione di bestiame rappresenta il 4% dei gas serra per lo meno negli Stati Uniti. Pianificare più pasti senza carne per prendersi più cura del Creato, dunque. Ci sono molti siti web con ottimi suggerimenti per i pasti senza carne.

Riduci, riutilizza e ricicla! Porta le tue borse quando fai shopping e cerca di acquistare articoli con un imballaggio minimo. Scopri dove e come riciclare il più possibile nella tua zona. Ci sono siti come  Welcome to The Earth911 Recycling Search!

L'EPA afferma che il trattamento dell'acqua rappresenta circa il 3% del consumo di energia negli Stati Uniti. Risparmiare acqua significa risparmiare energia.

*Kendra Pierre-Louis, “Wakanda Doesn’t Have Suburbs,” All We Can Save: Truth, Courage, and Solutions for the Climate Crisis, 2020, pp.138-144

CONOSCERE MEGLIO L'ONU

Le Nazioni Unite lanciano un piano globale per l'energia pulita e conveniente

Una trentina di agenzie dell’ONU e la Banca mondiale, il 4 maggio 2022, hanno lanciato un piano d'azione sotto l'etichetta ONU-Energia, per promuovere programmi energetici puliti ed economici, principalmente nei paesi in via di sviluppo.

Il piano d'azione "rappresenta la risposta collettiva dell'ONU alle attuali sfide globali in materia di energia e clima", ha affermato l'amministratore del programma di sviluppo dell’ONU e copresidente dell’ONU-Energia Achim Steiner.

“È essenziale che gli impegni presi al Dialogo ad alto livello sull'energia del 2021 e alla COP26 - la 26a Conferenza dei membri dell’ONU sui cambiamenti climatici, tenutasi a Glasgow, Regno Unito, nel 2021- si traducano in azioni sul campo, in particolare a sostegno dei più vulnerabili", ha aggiunto Steiner.

Il piano stabilisce un quadro d'azioni collettive di quasi 30 organizzazioni dell’ONU o all’ONU affiliate, per sostenere, facilitare e accelerare l'accesso all'elettricità per 500 milioni di persone e la fornitura di sistemi di cottura puliti per oltre 1 miliardo di persone.

Mira inoltre ad aumentare del 100% in tutto il mondo il volume di energia rinnovabile, eliminare i piani per la produzione di energia da carbone dopo il 2021, creare 30 milioni di posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica e raddoppiare gli investimenti annuali nell'energia pulita. Continua la lettura

CONTINUARE A SPERARE

L’anfora incrinata

Un venditore d'acqua ogni mattina va al fiume, riempie le sue due anfore e va in città per distribuire l'acqua ai suoi clienti. Una delle anfore, incrinata, perde acqua; l'altra, nuova di zecca, apporta più soldi. La povera anfora incrinata si sente inferiore.

Una mattina decide di confidarsi con il suo padrone: “Sai, gli dice, sono consapevole dei miei limiti. Stai perdendo soldi con me perché quando arriviamo in città sono già mezzo vuota. Perdona i miei limiti”.

Il giorno dopo, sulla strada verso il fiume, il nostro venditore richiama l’attenzione della sua anfora incrinata e le dice: "Guarda sul ciglio della strada". "Che carino, è pieno di fiori!", esclama l’anfora. "È grazie a te", risponde il venditore. “Ho comprato un pacchetto di semi di fiori, li ho seminati lungo la strada, e tu, senza saperlo e senza volerlo, li innaffi ogni mattina”.

Siamo tutti un po' incrinati, ma Dio, se glielo chiediamo, e la vita, se ci fidiamo di lei, sa fare miracoli con i nostri limiti.

DA RIFLETTERE

I colossi del web guardano all’Africa

Il periodico dei comboniani, Nigrizia, parla in un articolo dei grandi investimenti in corso per coprire tutta l’Africa dei servizi della rete internet. Un modo per creare sviluppo o per puntare a un nuovo mercato? Intervista a Antonella Sinopoli: “speriamo che questo processo aiuti soprattutto le giovani generazioni”.

Sempre attento alle vicende del continente africano, il sito dei missionari comboniani Nigrizia, parla in un articolo, a firma di Antonella Sinopoli, dei grandi investimenti in corso per cablare l’immenso territorio e consentire l’uso della rete a tutta la popolazione, soprattutto a quei 700 milioni di africani che non hanno mai utilizzato internet. Oggi tutto si fa con la rete ed è importante che l’Africa sia in connessione con il resto del mondo. La giornalista, nell’intervista concessa a Radio Vaticana – Vatican News, parla delle luci e ombre di questo mega progetto.

Antonella Sinopoli, che cosa dire di questo futuro coinvolgimento del continente africano nel mondo web?

Diciamo che il mondo del web si sta interessando particolarmente in questi ultimi anni all’Africa, in realtà sul continente da sempre si è riversato un grande interesse, per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse in passato, ma anche oggi per quanto riguarda la schiavitù, la colonizzazione. Sono due gli elementi che fanno guardare a questo continente con un occhio particolare: innanzitutto il fenomeno dell’emigrazione e poi gli investimenti nel digitale. Diciamo che oggi le vere conquiste passano attraverso il digitale e quindi questi investimenti di miliardi di euro o di dollari sono la grande sfida del futuro. Il digitale è un terreno ancora vergine nel continente africano, su cui le grandi aziende possono giocare la carta dello sviluppo. Parliamo di miliardi per cablare il continente, cioè per mettere appunto in connessione le persone che lo abitano con tutto il mondo. Poi si dovrà vedere quanto questo sarà un vantaggio per i cittadini o quanto rappresenterà un vero e proprio business per i colossi del web. Continuare la lettura

RISORSE

I semi del profitto

Come hanno fatto un pugno di aziende a prendere il governo della biodiversità coltivata? Da questa domanda parte “Chi possiede i frutti della terra”, il libro di Fabio Ciconte, direttore dell’associazione Terra! Un viaggio che intreccia storia, leggende e inchiesta sul campo per raccontare l’incredibile processo di privatizzazione di sementi e piante, sottratte ai contadini e trasformate in volano di profitti miliardari.

Per oltre diecimila anni i contadini hanno liberamente conservato, selezionato, scambiato o venduto le loro sementi, usandole e riutilizzandole per produrre cibo. Oggi queste pratiche sono state drammaticamente ridimensionate da un secolo di trasformazioni radicali dei sistemi alimentari. Ci troviamo al punto che delle seimila diverse specie vegetali utilizzate come cibo, appena nove coprono il 66% della produzione mondiale.

Sono numeri allarmanti, che la FAO ha raccolto in un recente rapporto dedicato allo stato della biodiversità per il cibo e l’agricoltura, e che raccontano come in tutto il mondo le varietà locali coltivate dagli agricoltori stiano scomparendo a una velocità senza precedenti.

Ne conseguono la standardizzazione e l’appiattimento delle nostre diete, fenomeni che gettano le loro radici in una progressiva spinta alla privatizzazione dei mezzi di sussistenza più basilari – i semi – cominciata tra fine Ottocento e inizio Novecento.

Alla scoperta di questa storia, anzi di tante storie apparentemente parallele ma fra loro intimamente intrecciate, ci porta Fabio Ciconte con il suo ultimo libro, uscito per Laterza. “Chi possiede i frutti della terra”. E’ un testo a metà fra inchiesta giornalistica e ricostruzione storica, una collezione di aneddoti chiave ma allo stesso tempo un tuffo nelle profondità dell’economia agricola di oggi, nel tentativo ben riuscito di tenere insieme le cause e gli effetti. Continuare la lettura  

TESTIMONIANZA

Aspettando il disastro: la diga che minaccia uno dei parchi nazionali più antichi dell'Africa

La foresta, la biodiversità e il clima sono minacciati da un importante progetto idroelettrico nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), che è finanziato da banche e investitori internazionali, ma osteggiato dagli attivisti della società civile locale.

La nostra indagine analizza i report e la corrispondenza diplomatica, e mostra come il progetto Diga Sombwe minacci la foresta e le specie rare di animali nel Parco Nazionale Upemba, al fine di alimentare d’acqua la cintura mineraria di rame e cobalto della regione.

Ampie fasce di foresta tropicale arida sarebbero allagate per creare un serbatoio di dimensioni fino a un miliardo di metri cubi. Non solo questo progetto avrebbe un impatto disastroso su un habitat vitale inondando parte del parco, ma sembra anche essere in violazione della legge congolese sulla conservazione.

Il Parco Nazionale Upemba, uno dei più antichi parchi nazionali dell'Africa, è stato sottoposto a forti pressioni negli ultimi anni. Successive ondate di bracconaggio hanno lasciato le popolazioni di animali selvatici locali "appese a un filo", secondo gli ambientalisti. I ranger del parco hanno affrontato attacchi ripetuti e mortali da parte delle milizie locali Mai-Mai.

Il progetto Diga Sombwe intensifica queste pressioni e potrebbe rappresentare la più grande minaccia ambientale per il parco fino ad oggi. L'inondazione che ne seguirebbe della foresta può anche portare a oltre un milione di tonnellate di pericolose emissioni di gas serra e perdita di stoccaggio del carbonio secondo un'analisi del Global Witness, e si mette in contrasto con una serie di impegni internazionali di alto profilo che mirano a frenare la deforestazione.

La Diga Sombwe sarebbe un grande danno per una delle più grandi aree protette della Repubblica Democratica del Congo e per le rare specie di animali e vegetali che vi si trovano. Rischia anche di privare alcune comunità della regione, che vivono principalmente di pesca, del loro principale sostentamento. Le autorità congolesi dovrebbero porre fine a questo progetto. Continuare la lettura

- Butembo (MJL) – RD-Congo

- Inviaci le tue opinioni, dubbi, suggerimenti e idee scrivendo a pezzijp@hotmail.com

- Ci si può iscrivere anche inviando una e-mail a pezzijp@hotmail.com

- Consultare - www.comboni.org

- Copyright © www.jpic-jp.org