CJNM - Vol.4. No.5 - News
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Vertice Mondiale Umanitario

Per iniziativa del Segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon, e gestito da OCHA, il primo Vertice Mondiale Umanitario si terrà a Istanbul i giorni 23 e 24 maggio, 2016.

Che cos’è il Vertice Mondiale Umanitario (VMU)?
E’ una chiamata globale all'azione e ha tre obiettivi principali:
  1. Riaffermare l'impegno del Sistema ONU per l'umanità e i principi umanitari.
  2. Avviare azioni ed impegni, che consentano ai paesi e alle comunità di prepararsi e di rispondere alle crisi e di essere meglio equipaggiati per far fronte agli shock.
  3. Condividere le pratiche migliori che possano aiutare a salvare vite nel mondo, mettendo le persone colpite al centro dell'azione umanitaria per alleviarne le sofferenze.
Perché proprio adesso questo 1° VMU? Il mondo è arrivato a un momento critico. Stiamo vivendo il più alto livello di sofferenza umana dalla fine della 2nda Guerra Mondiale. Quasi 60 milioni di persone, la metà delle quali bambini, sono stati costretti ad abbandonare le loro case a causa di conflitti e violenze. Il costo umano ed economico dei disastri causati dalle minacce naturali si è andato intensificando. Negli ultimi due decenni, ogni anno 218 milioni di persone sono state colpite da calamità; con un costo annuale per l'economia globale, che ora supera i 300 miliardi di dollari. Eppure mai prima d'ora l'azione umanitaria ha aiutato così tanto e così tante persone in difficoltà dappertutto nel mondo. Senza che venga adottata, però, una forma più efficace per affrontare le sofferenza, non possiamo aspettarci un mondo di pace, di sicurezza e di sviluppo sostenibile dove nessuno sia lasciato in disparte. Determinante e necessaria è l'azione collettiva per mettere in atto la nostra comune responsabilità di salvare vite umane e consentire alle persone di vivere la loro vita in dignità. Per leggere tutto l’articolo . . .
 
UNA BELLA NOTIZIA »

La “protezione delle chiese nell'islam”

La preparazione di un documento sulla “protezione delle chiese nell'islam” da parte del governo egiziano, è una buona notizia? Il Consiglio supremo per gli affari islamici, organismo collegato al Ministero egiziano per le dotazioni religiose (Waqf), vuole pubblicare un libro-vademecum sul tema della “protezione delle chiese nell'islam”. Lo ha riferito nei giorni scorsi il ministro Mohamed Mokhtar, a capo del dicastero che ha anche funzioni di monitoraggio sulle pubblicazioni circolanti nelle moschee. Il libro in preparazione – ha spiegato il rappresentante del governo egiziano – ha lo scopo di mostrare che nelle società islamiche il riferimento al Corano può essere declinato in una forma ispirata ai valori della convivenza e del rispetto tra le diverse appartenenze religiose dei cittadini. L'annuncio del ministro è arrivato mercoledì 30 marzo, nel corso della presentazione di un'altra iniziativa editoriale, un manuale-enciclopedia dedicato alla confutazione delle false concezioni sull'islam, che il rappresentante del governo egiziano ha valorizzato come uno strumento utile per combattere l'estremismo. Nell'agosto 2014, la reazione dei gruppi islamisti colpiti dalla repressione dell'esercito prese di mira luoghi di culto e istituti educativi cristiani in tutto l'Egitto. Più di quaranta chiese vennero bruciate e saccheggiate. Nei giorni scorsi, un tribunale amministrativo egiziano ha stabilito che le chiese, in quanto luoghi di culto, non possono essere demolite. Il pronunciamento amministrativo riguardava il caso di una chiesa del Patriarcato greco ortodosso venduta alcuni anni fa, che il proprietario aveva chiesto di poter demolire per costruire al suo posto un nuovo edificio. Questo cambio di atteggiamento sarebbe una buona notizia se nel contempo il tribunale per reati minori del Cairo non avesse respinto il ricorso della scrittrice egiziana Fatima Naoot "condannata per blasfemia" nel mese di gennaio scorso. È condannata a tre anni di carcere e una multa di 20.000 sterline egiziane ($ 2.550) per aver criticato la pratica islamica di immolare ogni anno agnelli, vitelli e pecore, in occasione della festa del sacrificio (Eid al Adha). La scrittrice è il secondo personaggio pubblico egiziano condannato per blasfemia negli ultimi mesi. Lo scorso dicembre, la stessa sorte è stata riservata al ricercatore Beheri Islam, per esprimere considerazioni ritenute offensive per l'Islam nel corso di un programma televisivo. Inoltre rimane la condanna a cinque anni di carcere emessa nel mese di febbraio nei confronti di quattro studenti copti accusati di aver insultato l'Islam per aver pubblicato nel 2015 un video di pochi secondi, realizzato utilizzando un telefono cellulare, in cui viene simulata la morte di un musulmano in preghiera, ad imitazione degli omicidi fatti dagli jihadisti del chiamato "stato islamico". Per saperne di più leggi qui . . .
 
UNA BRUTTA NOTIZIA »

In 155 paesi c’è ancora discriminazione legale tra uomini e donne

La ong ONE ha presentato di recente il rapporto “La povertà è sessista”, dove mostra le discriminazioni che le donne subiscono dappertutto nel mondo, e mette in evidenza i 20 Paesi peggiori dove nascere donna. Il documento segnala che, nel 2016, ci sono ancora 500 milioni di donne incapaci di leggere, 62 milioni di bambine che non possono frequentare la scuola e che 155 Paesi continuano ad avere leggi discriminanti tra uomini e donne. All’inizio del rapporto la ong segnala che in nessun posto nel mondo le donne hanno le stesse opportunità degli uomini, e che in molti Paesi nascere povero e donna significa una vita condannata all’iniquità, all’oppressione e alla povertà, oltre che in molti casi ad una sentenza di morte. Una bambina nata in Nigeria, ad esempio, ha 41 possibilità in più di morire prima dei 5 anni di età rispetto ad un’altra nata in Norvegia. Tuttavia, non si tratta di un fenomeno che riguarda solo i Paesi più poveri. Globalmente, solo il 50% delle donne entra nel mercato del lavoro, rispetto al 77% degli uomini. I 20 paesi indicati dal peggiore al meno peggio nei quali nascere donna, dove essere donna costituisce un pericolo per la salute, una sfida per trovare un lavoro remunerato e una odissea per essere madre e non morire nell’intento, sono: Niger, Somalia, Mali, Repubblica Centroafricana, Yemen, Repubblica Democratica del Congo, Afganistan, Costa d’Avorio, Ciad, Isole Comore, Pakistan, Liberia, Guinea, Burkina Faso, Benin, Sierra Leone, Gambia, Haiti, Gibuti e Mauritania. Per saperne di più . . .
 
Celebriamo!   Agiamo!

Forum Sociale Mondiale 2016 (FSM2016)

Il FSM2016 si svolgerà quest'anno a Montreal (Quebec, Canada) dal 9 al 14 agosto. Il FSM2016 si prefigge di riunire decine di migliaia di persone provenienti daalla società civile, dalle organizzazioni e dai movimenti sociali che vogliono costruire un mondo sostenibile e inclusivo, in cui ogni persona e di ogni popolo abbia il suo posto e possa fare sentire la sua voce. Il FSM è "un luogo di incontro aperto alla riflessione, al dibattito democratico di idee, alla formulazione di proposte, al libero scambio di esperienze e al coordinamento per un'azione efficace, da parte di gruppi e movimenti della società civile". La maggior parte dei partecipanti "si oppone al neoliberismo e al dominio del mondo da parte del capitale e di qualsiasi forma di imperialismo, e si sente impegnata a costruire una società planetaria orientata verso fruttuose relazioni tra le persone e tra queste e il Pianeta Terra”. Il suo slogan, sempre ripreso da quando è iniziato nel 2001a Porto Alegre (Brasile) è questo: Un altro mondo è possibile! Questo di Montreal sarà il FSM numero 12 e il primo che si tiene in uno dei cosiddetti "paesi sviluppati e occidentali". Per saperne di più vai al sito web ufficiale, vedi qui, e anche al sito we La rete CED canadese in EN, EN, FR.
 

Una inchiesta internazionale sui massacri di Beni-Lubero (RD Congo)

La popolazione del territorio di Beni, nell’Est della Repubblica Democratica del Congo è bersaglio di una campagna di massacri. Dall’ottobre 2014, uomini, donne, bambini e anziani sono uccisi in massa, in modo crudele, a colpi di machete, di scure, di coltello, di manicotto di zappa. La gravità dei crimini e la loro ripetizione tradiscono negli autori l’intenzione di un genocidio. Il governo congolese attribuisce i massacri ai ribelli islamici ugandesi, ADF, ma diverse sorgenti mettono in dubbio tale versione. Possiamo contribuire a far cessare questi massacri esigendo un’inchiesta internazionale che permetta di identificare gli autori, i mandanti e i complici, perché siano arrestati e giudicati. Possiamo aiutare le vittime, i sopravvissuti e le loro famiglie a non essere dimenticati e a nutrire la speranza che possano un giorno ottenere giustizia e riparazione, firmando questa petizione. Essa sarà indirizzata al Procuratore della Corte Penale Internazionale, all’Alto-Commissariato dell’ONU per i diritti dell’uomo, alle autorità congolesi e ai leaders politici. Vedi Video qui e per firmare la petizione vai a . . .
     
Tempo per ripensarci.   Tempo per Sorridere.

Le carte di Panama: i dinieghi dicono di più che la denuncia iniziale

La fuga di notizie rivela ancora una volta come gli stati colludano con gli interessi privati per proteggere la criminalità dei potenti. Infatti, come hanno potuto dei giornalisti scoprire i documenti di Panama, quando gli Stati che esercitano la sorveglianza su milioni di persone, ascoltano miliardi di telefonate e leggono miliardi di messaggi di posta elettronica non si dicono per nulla a conoscenza di queste subdole manovre? Leggi qui tutto l’articolo . . .
 

Siamo il risultato di ciò che pensiamo e sentiamo.

Questo è il motivo per cui gran parte di ciò che ci accade nella nostra vita quotidiana è il riflesso delle nostre decisioni e delle nostre forze interiori. Per vedere il PowerPoint clicca qui . . .
     
Da vedersi   Risorse

Che nascondono certe imprese?

Ti siete mai chiesto cosa nascondono imprese come la Coca-Cola, Pepsi-Cola e Associated British Foods? Ci sono casi di accaparramento abusivi di terre per ottenre acqua e zucchero in grandi quantità senza pagarne il giusto prezzo. Per vedere il video fare clic qui . . .
 

La piaga della biopirateria

La biopirateria è la pratica con cui ricercatori o aziende utilizzano illegalmente la biodiversità dei paesi in via di sviluppo e la conoscenza collettiva dei popoli indigeni e dei contadini per ottenere prodotti e servizi che vengono sfruttati commercialmente, senza il permesso dei creatori o naturali padroni. Per saperne di più vedi qui . . .
     
Testimonianza.

Quando la fede si fa’ advocacy

I cattolici e gli attivisti vietnamiti sono in lutto per un anziano prete redentorista che dicono ha sostenuto la speranza tra i poveri e gli oppressi, e ha lavorato per la giustizia e la pace. Il 2 marzo scorso, all'età di 76 anni, padre Matthew Vu Khoi Phung, Redentorista è tornato a Dio Padre. I fedeli locali ricordano sempre quanto ha saputo incoraggiare e consolare attraverso il suo grande esempio ai tempi della caduta di Saigon nel 1975. Tutti lo ricordano come uno di quei sacerdoti coraggiosi che hanno contribuito a non lasciare che la fiamma della fede si estinguesse quando la Chiesa stava attraversando nel paese tempi oscuri. Si è dedicato ai poveri, agli emarginati e agli oppressi, ha lavorato tutta la vita per la giustizia e la pace, anche quando, durante l'ultima fase della sua esistenza terrena, era alla guida del monastero redentorista di Hanoi. I fedeli lo hanno apprezzato in lui l’uomo e il religioso dedicato a una testimonianza viva del Vangelo, portando la speranza ai poveri e alle vittime dell'ingiustizia sociale. Anche quando la condizioni in cui viveva eran critiche per la Chiesa e molte attività erano vietate, padre Vu Khoi Phung ha organizzatoincontri biblici in segreto, amministrato i sacramenti e ha continuato ad insegnare il catechismo, per rafforzare la fede dei giovani, dopo che i comunisti del nord avevano preso il controllo del Vietnam del Sud nel 1975 e le attività di chiesa erano vietate. Nella sua vita, ha lanciato molti programmi e iniziative sociali per aiutare i bisognosi, compresi i migranti e i malati di AIDS. Negli ultimi anni, si è dedicato alla difesa dei diritti umani fondamentali, visitando in carcere diversi attivisti e persone arrestate per motivi politici o religiosi. Al suo funerale, celebrato il 5 marzo a Hanoi, alla presenza di migliaia di fedeli cattolici, la gente ha solennemente promesso di seguire il suo esempio, continuando la sua opera di annuncio del Vangelo e dell'impegno sociale. Per saperne di più . . . Vedi anche
 
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