Vol. 5 - N° 9

GPIC Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 5 - N 9

PRIMA PAGINA

Era Cristo un "estremista"?

I cristiani sono sempre più preoccupati per la volontà dei governi di contrastare "l'estremismo non violento" dopo che un sondaggio d'opinione rivela che quasi un terzo delle persone interrogate ha risposto che Gesù Cristo era un "estremista". Il 25% pensa anche che Martin Luther King e Nelson Mandela potrebbero essere considerati estremisti. Un sondaggio condotto da ComRes fra i Britannici (Regno Unito) per l'Alleanza Evangelica rivela che quasi la metà delle persone intervistate crede che è estremismo definire il matrimonio come unione tra un solo uomo e una donna. Il dottor David Landrum, direttore dell'advocay per l'Alleanza Evangelica, che rappresenta circa due milioni di Evangelici, ha dichiarato: "Il linguaggio sull'estremismo è una ricetta per il caos e la divisione. Questo sondaggio mostra la gamma di confusione morale nella nostra società con un pubblico che non ha modo di decidere se qualcosa è estremista o no. Esso mostra anche la divisione che potrebbe derivarne se il governo persistesse nel tentativo di utilizzare l'estremismo come un modo per controllare idee pacifiche nella società. Separato dal terrorismo e dall'incitamento alla violenza, l'estremismo non funziona come controprova per giudicare le convinzioni e le opinioni pacifiche. Infatti, il governo ha cercato e fallito negli ultimi due anni nel definire con buona precisione l'estremismo e questo sondaggio dimostra che il pubblico è partecipe di questa confusione". Leggi tutto l'articolo  

UNA BELLA NOTIZIA

Dove le ragazze del Sud Sudan di diverse tribù vivono in pace

In un paese maltrattato dalla guerra civile e dalle lotte etniche, la scuola secondaria per ragazze inaugurata nel 2008 dalle suore irlandesi di Loreto, riunisce ragazze da tutto un paese etnicamente diviso perché studino e imparino insieme: uno spazio unico dove le giovani donne di domani possono sognare un futuro migliore e acquisire le competenze che permetteranno loro di costruirlo.

Questo è un ambiente unico in una terra che dal 2013 è divisa dalla guerra civile, secondo Nicky Hess, un volontario Mennonite americano: "La scuola è un'oasi in un paese sopraffatto dalla violenza. La delle prime vittime del trauma è impedire all'immaginazione di pensare un futuro migliore o diverso; queste ragazze vogliono diventare ingegneri, insegnanti, medici e avvocati e possono aggrapparsi a quei sogni perché la scuola dà loro lo spazio per sognare". Nicky è un'infermiera per le emergenze ed aiuta a gestire la clinica della scuola. Per lei la scuola offre alle ragazze qualcosa di raro in questo paese: l'occasione di essere solo ragazze. "Gioco a basket con loro, qualcosa che la gente fa in tutto il mondo. Ma troppi ragazzi qui sono costretti a maturare in fretta perchè devono prestare attenzione ai loro fratelli più piccoli. È un piacere vedere i bambini giocare e divertirsi senza dovere essere sempre responsabili; è una parte dell'infanzia che tutti meritano". Leggi tutto l'articolo

UNA BRUTTA NOTIZIA

Le ricchezze del Presidente, un affare di famiglia

Non possiamo servire due capi: i propri interessi e quelli del paese. Non possiamo servire il paese, se si usa il Paese. Queste sono le conclusioni del gruppo di studio sul Congo: lo stesso ha documentato durante 20 mesi il vasto ed eclettico portafoglio delle società che fanno capo a Joseph Kabila, il presidente della della Repubblica Democratica del Congo, e la sua famiglia. Questo rapporto presenta i risultati sulla base di documenti legali. Kabila e la sua famiglia sono proprietari in parte o per piena proprietà di più di 80 società e imprese nel paese e all'estero: le licenze per sfruttare le miniere di diamanti coprono un territorio che si estende per oltre 720 chilometri lungo il confine con l'Angola, le stesse società che hanno fatto milioni ed operano con progetti minerari tra i più grandi del mondo, e che hanno ricevuto i pagamenti dalla Banca mondiale, dal governo congolese e dall'ONU.

Una lettura anche conservatrice dei documenti pubblici suggerisce che queste imprese dal 2003 hanno avuto un fatturato di centinaia di milioni di dollari e hanno beni che facilmente vale decine di milioni di dollari. Il rapporto conclude, fra l'altro, dicendo che:

• Queste imprese sono coinvolte in quasi tutti i settori dell'economia congolese: agricoltura, miniere, settore bancario e immobiliare, telecomunicazioni, compagnie aeree.

• Il Ministero congolese delle Miniere ha assegnato licenze di estrazione ad una società controllata da Jaynet Kabila, la sorella del presidente, oltre di quanto consentito dal codice minerario.

• Le aziende di proprietà di Zoé Kabila ha guadagnato milioni di dollari attraverso joint venture e contratti di subappalto, anche con Sicomines, facendo parte di un accordo di estrazione mineraria di 6,2 miliardi con la Cina.

• Alcuni immobili commerciali della famiglia Kabila sono protetti o monitorati da membri della Guardia repubblicana, il che non è previsto dai termini legali nel mandato di questa forza.

• Le imprese familiari hanno ricevuto contratti governativi sostanziali, anche per il rilascio delle patenti di guida.

• Almeno un'impresa della famiglia nel 2011è stata coinvolta in un accordo controverso per una miniera di rame, che ha portato il Fondo monetario internazionale a sospendere il suo programma di prestito di mezzo miliardo di dollari al Congo.

Il risultato di ricerca solleva una serie di domande intorno al conflitto di interessi e mette in evidenza la necessità di una maggiore trasparenza e responsabilità. Leggi qui la versione francese del rapporto Leggi qui la versione francese del rapporto 

CELEBRIAMO!

L’ONU dichiara il 2017 anno del “Turismo Sostenibile”

L’assemblea dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha dichiarato il 2017 Anno Internazionale del Turismo Sostenibile. La risoluzione, adottata il 4 dicembre 2015, riconosce l’ “importanza del turismo internazionale, e in particolare la designazione di un Anno internazionale del turismo sostenibile per lo sviluppo, nel promuovere il tema fra il maggior numero di persone possibile, nel diffondere consapevolezza della grande patrimonio delle varie civiltà e nel portare al riguardo un miglior apprezzamento di valori intrinsechi delle diverse culture, contribuendo così al rafforzamento della pace nel mondo”. Si tratta di un’occasione da non perdere: “Con più di un miliardo di turisti che ogni anno viaggiano per il mondo il turismo è diventato una forza potente capace di trasformazione, che sta facendo una reale differenza nella vita di milioni di persone. Il potenziale del turismo per lo sviluppo sostenibile è considerevole. In quanto uno dei settori occupazionali più importanti del mondo, il turismo offre importanti opportunità di sostentamento, contribuendo ad alleviare la povertà e a trainare lo sviluppo” (Ban Ki-Moon). Il settore turistico rappresenta il 7 % delle esportazioni mondiali, 1 degli 11 posti di lavoro e il 10% del PIL mondiale, tutte cifre che dovrebbero far riflettere sull’importanza del comparto. Il concetto di turismo sostenibile è stato introdotto nel 1988 dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (Unwto); indica un modo di viaggiare rispettoso del pianeta, che non altera l’ambiente – naturale, sociale e artistico – e non ostacola lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche. Si tratta in pratica di un tipo di turismo non distruttivo, con un impatto ambientale quasi zero e che punta a favorire le economie locali e le tipicità. La definizione si oppone a quella di turismo di massa, che non tiene conto delle specificità dei territori, è invasivo e non favorisce di certo lo sviluppo economico, sociale e ambientale. È necessario aumentare la consapevolezza verso le tematiche ambientali e ancor di più, incrementare il turismo nelle zone più povere del nostro pianeta. In sintesi si vuole sottolineare una volta di più che la salvaguardia ambientale deve andare di pari passo con l’equità sociale. L’Anno Internazionale promuoverà il ruolo del turismo in cinque settori chiave: Crescita economica inclusiva e sostenibile; Inclusione sociale, occupazione e riduzione della povertà; Uso efficiente delle risorse, tutela dell’ambiente e variazioni climatiche; Valori culturali, diversità e patrimonio; Comprensione reciproca, pace e sicurezza. Vedi qui Articoli correlati Texto de la Resolución y El turismo y los ODS

AGIAMO!

Distuggono la giungla per le Olimpiadi

Si sono trovate assi di legno tropicale della società Shin Yang nelle opere dello Stadio Olimpico Nazionale di Tokio. Il sigillo SY e-panel della società appare sulle cassaforme del cemento armato. Questa società malese è coinvolta nel taglio illegale delle foreste del Borneo. Da decenni, gli indigeni Penan lottano contro la distruzione delle foreste. Politici e funzionari corrotti, imprese di legname senza scrupoli come Shin Yang fanno milioni di dollari con il loro saccheggio. I compratori del legname, che è spesso tagliato illegalmente, hanno la loro sede in Giappone. Ogni anno importano 100 milioni di pannelli di compensato Sarawak. Le imprese edili utilizzano casseforme in legno per lavori di betonaggio. L'organizzazione Global Witness, già nel dicembre 2014, ha comprovato che a Tokyo si utilizzava legno tropicale, tra gli altri anche quello di Shin Yang. In questo periodo si stanno appaltando lavori importanti: il Giappone sta costruendo un nuovo stadio nazionale per le Olimpiadi e Paralimpiadi del 2020. Altri impianti sportivi saranno costruiti o ristrutturati. E così agli indigeni del Sarawak viene rubata la giungla perchè nello Stadio olimpico di Tokyo si starebbe utilizzando il legname delle loro foreste tropicali. Le foreste comunitarie devono essere protette. Rifiutiamo l'uso di legname tropicale nell'infrastruttura olimpica per le conseguenze che hanno sulla vita dei Penan. Molti sono i contratti non ancora firmati. C'è il pericolo che le aziende che utilizzano legno tropicale ricevano commissioni lucrative per lavori legati alle Olimpiadi. Il ritrovamento di legname tropicale nelle opere dello Stadio Olimpico è solo un esempio. Chiediamo ai responsabili sportivi e politici di vietare l'uso di legni tropicali e mettere fine nel settore delle costruzioni alle pratiche distruttive delle foreste pluviali. Per agire e firmare fare clic qui. In spagnolo però si trova anche in inglese e fracese.

TEMPO PER RIPENSARCI

Il mondo sta bruciando

Alte temperature da record stanno stanno stringendo gran parte del globo in una morsa e il clima torrido deve ancora arrivare. Ciò implica più siccità, più insicurezza alimentare, più carestia e spostamenti umani più massicci. Le temperature terribilmente alte di maggio e di giugno hanno infranto record in alcune parti dell'Europa, del Medio Oriente, del Nord Africa e degli Stati Uniti, riferisce l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), aggiungendo che le ondate di caldo sono arrivate insolitamente presto. Allo stesso tempo, le temperature registrate nei primi cinque mesi del 2017 sono le medie globali della terra e del mare e le seconde più alte, secondo le analisi dell'US National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA)NASA-Goddard Institute for Space Studies and the European Centre for Medium Range Weather Forecasting Copernicus Climate Change Service. In Portogallo, temperature estremamente elevate di circa 40° C (centigradi) hanno contribuito alla gravità dei devastanti incendi forestali che avanzando rapidamente hanno distrutto la regione boscosa Pedrógão Grande, a circa 150 chilometri a nord-est di Lisbona, lasciando decine di morti e più ancora di feriti. Il 20 giugno, inoltre, WMO ha riferito che il Portogallo non è l'unico paese europeo che ha sperimentato gli effetti di una temperatura estrema, visto che la vicina Spagna, con la sua primavera più calda in oltre 50 anni, e la Francia, hanno visto temperature record. La Francia dovrebbe continuare con temperature pomeridiane con 10° C sopra la media per questo periodo dell'anno. Nel frattempo, in Spagna, informa un organismo specializzato dell'ONU, la primavera (dal 1 marzo al 31 maggio 2017) è stata estremamente calda, con una temperatura media di 15,4°, pari a 1,7° in più rispetto alla media in questo periodo (periodo di riferimento 1981-2010). Molte altre parti d'Europa, incluso il Regno Unito, hanno sperimentato temperature elevate al di sopra della medie intorno ai 30-35°. Leggi tutto l'articolo  

TEMPO PER SORRIDERE

Il contadino e la gallina

Gli animali sono soggetti con diritti come gli umani? I loro diritti saranno diritti "animali"? Una storiella per sorridere e chiedersi se certe idee portano ad un maggiore rispetto per la natura o ad accumulare maggiori conflitti. Qualsiasi avvenimento nella vita non ha alcun significato tranne quello che gli dai. Guarda il video

DA VEDERSI

Il venditore di fumo

A volte solo attraverso la finzione riconosciamo la realtà. Il video trasmette un chiaro messaggio centrale: non tutto è oro quello che luccica. E lo fa in un modo diretto, semplice e divertente, con una coerente "messa in scena" e una spettacolare colonna sonora. Anche se l'idea è chiara, ognuno partendo dalla propria prospettiva lo leggerà in modo diverso e a qualcuno anzi non piacerà nemmeno. Il personaggio rappresenta  a tutti coloro che in una società mentono, siano essi politici o grandi banche che fanno promesse e prestiti solo per ottenere interessi durante decenni. Potremmo fare un esempio: per l'anarco-capitalista il Mago rappresenta il governo che costringe le banche centrali a concedere prestiti alle imprese e agli individui ad un interesse molto basso. Si ottiene denaro senza pagare quasi nulla, ma tutte queste ricchezze non sono che "fumo", perché non c'è nessun pasto senza conto. Alla fine il conto arriva ed è inflazione, depressione, debito; treni che non portano da nessuna parte, aeroporti vuoti, mancanza di lavoro. Poi arriva il salvataggio della Banca centrale, ancora un po' di "fumo" e il mago se ne va e ne arriva un altro con un fumo dal colore diverso, ma il trucco è sempre lo stesso. Forse viviamo un po' tutti nell'illusione: l'illusione di essere o di avere, e il mago che conosce quel desiderio la trasforma in "relatà", vive di esso e approfitta del magico momento di dare il piacere dell' illusione, perché anche se normalmente sappiamo vedere la realtà, tutti ci perdiamo per momenti nel fumo di sogni e di illusioni. Guarda il video

RISORSE

Nuovo Rapporto OIM: quello che i giornali non dicono

Sempre più giovani e vulnerabili le potenziali vittime di tratta che giungono sulle coste italiane via mare. Il loro numero è cresciuto esponenzialmente del 600 per cento tra il 2015 e 2016, e ha continuato ad aumentare anche nei primi mesi del 2017. Le ragazze diventano oggetto di violenza e di abusi già durante il viaggio verso l’Europa. In particolare, il fenomeno riguarda circa l’80% delle ragazze arrivate dalla Nigeria, il cui numero è passato da 1.500 nel 2014 a oltre 11.000 nel 2016. Sono queste alcune delle informazioni contenute nel nuovo Rapporto presentato oggi dall’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: “La tratta di esseri umani attraverso la rotta del Mediterraneo Centrale: dati, storie e informazioni raccolte dall’OIM”. Il rapporto si basa sui dati raccolti dall’OIM presso i luoghi di sbarco e nei centri di accoglienza per migranti nelle regioni del sud Italia, dove il personale dell’Organizzazione svolge attività di identificazione delle potenziali vittime, fornendo assistenza a quelle ragazze che, una volta identificate, decidono di ribellarsi e accettano di essere protette dai loro sfruttatori. La stima secondo la quale l’80% delle ragazze nigeriane arrivate via mare in Italia è composto da potenziali vittime di tratta per sfruttamento sessuale è calcolata attraverso indicatori elaborati sul campo dall’OIM, proprio per identificare tempestivamente le vittime e segnalarle alle autorità competenti, in modo da avviare tempestivamente i meccanismi di protezione previsti dalla normativa italiana. “La tratta è un crimine transnazionale che sconvolge la vita di migliaia di persone ed è causa di inaudite sofferenze”, sottolinea Federico Soda, direttore dell’Ufficio OIM di Coordinamento per il Mediterraneo. “Si tratta di un tema al quale dedichiamo da anni il nostro impegno con attività di protezione, prevenzione e di collaborazione con le autorità che si occupano di contrasto al crimine organizzato”.

“Il rapporto”, spiega Carlotta Santarossa, Project Manager OIM, “descrive le attività dell’Organizzazione relative al contrasto di questo fenomeno: le difficoltà nella tutela e nella protezione delle vittime e le principali vulnerabilità identificate attraverso diversi casi assistiti. Abbiamo inoltre voluto raccontare alcune storie di persone assistite dallo staff dell'OIM per far comprendere in modo più chiaro la vera natura di questa dolorosa e odiosa forma di schiavitù. Riteniamo inoltre sempre più urgente che all’analisi dei dati si affianchi una riflessione sul mercato cui sono destinate queste ragazze e sulla domanda, evidentemente in crescita, di prestazioni sessuali a pagamento”. Il rapporto si conclude con alcune raccomandazioni e suggerimenti volti ad affrontare con rinnovata efficienza questo fenomeno in Italia. Per leggere il rapporto di 37 pagine in italiano fare clicl sul titolo Nuovo Rapporto OIM sulle vittime di tratta in arrivo via mare in Italia. Per una visione sintetica, vedi qui: Sintesi del rapporto

TESTIMONIANZA

In tutto c'è una fessura dove entra la luce

Un articolo di Stefanie Glinski, della Fondazione Thomson Reuters (Visita www.trust.org), intitolato "Il coraggio delle donne sminatrici del Sud Sudan cambia il futuro dei loro figli" corre sui siti web. Racconta delle 400-500 donne sminatrici che sterrano i resti di guerre passate e presenti: bombe, ordigni inesplosi e mine terrestri. "Le mine terrestri hanno una lunga storia nel Sud Sudan, la nazione più giovane del mondo che ha ottenuto l'indipendenza dal Sudan nel 2011 dopo una lotta di liberazione lunga e violenta. Dopo soli due anni, verso la fine del 2013, un conflitto politico esasperato è sfociato in una nuova guerra civile, dividendo la giovane nazione secondo delimitazioni etniche", scrive Stefanie e racconta la storia di Margret che" ha deciso che il Sud Sudan non è un luogo per far crescere i bambini, ma che lei lo sta cambiando per le generazioni future. 'È il mio modo di contribuire e rendere megliore questo paese', afferma, 'ho inviato i miei figli in Uganda, ma voglio che loro tornino un giorno. È un sacrificio per me, ma un guadagno per chi ritornerà a guerra finita'. Più di quattro milioni di mine e di esplosivi sono stati trovati e distrutti nel Sud Sudan durante l'ultimo decennio, spiega il Servizio di Mine Action (UNMAS) delle Nazioni Unite. Si hanno degli incidenti, alcuni registrati ma di essi, secondo l'UNMAS, almeno il 90 per cento non lo sono", riferisce Stefanie (Leggi qui il suo articolo in inglese).

Queste donne stanno facendo l'azione d'advocacy più efficace. Si può fare advocacy in molti modi: attività politica, ricerca e indagine (creando base di dati su questioni e problemi, identificando soluzioni e spiegando come realizzarle); raccolta e produzione di documentazione su un tema; creare consapevolezza (aumentando conoscenza e comprensione sull'esistenza di un problema, un conflitto, una politica specifica); organizzare una campagna o un'alleanza. L'azione di queste donne fa un po' tutto questo: raccoglie le prove di una guerra e di un'ingiustizia; crea la consapevolezza pubblica di un problema a livello locale, nazionale e internazionale; porta avanti una campagna contro uno degli aspetti più crudeli della guerra: "I soldati che piazzano le mine pensano bene al comportamento della gente, dove va e cosa fa; per questo le mine si trovano lungo le strade, dove si fa il mercato o dove si attinge l'acqua", scrive Stefanie citando Jan Møller Hansen, parte del progetto di sminamento della DanChurchAid. "Le mine sono facili da posizionare, ma difficili da rimuovere". Con la loro azione, queste donne diventano il fulcro dell'alleanza di quanti, persone e istituzioni, si oppongono alla guerre e alle mine anti-uomo, cercano di ricostruire la nazione e il benessere del popolo, si propongono  e sperano di riuscire a ottenere un cambiamento nella sfera politica. Troppo spesso, le organizzazioni locali e internazionali vedono l'advocacy come uno spazio per parlar, discutere, dar conferenze, prendere decisioni, accordi o disaccordi, scrivere documenti e ricerche: queste donne ricordano la necessità di azioni, capaci di affrontare il pericolo. Ci dicono, parafrasarndo un'intuizione di Leonard Cohen, "Crea una fessura anche nelle situazioni più difficili, e di là che entrerà in luce".

Foto: Stefanie Glinski / Thomson Reuters Foundation Margret Joseph sta preparando il suo metal detector per il suo lavoro diurno a Kolye, Sud Sudan il 6 luglio 2017.

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