Vol. 6 - N° 1

GPIC Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 6 - N 1

IN EVIDENZA NEL MESE

Un voto, uno schiaffo?

Da tempo è nell'aria, ed oggi è diventato una minaccia lo scontro tra US (United States) e UN (United Nations), due acronimi simili ma non amici. Questo scontro ha molti aspetti, dal politico all'ideologico, ma ha sempre giocato sullo sfondo dei finanziamenti. L'ultimo - perché non è né il primo né l'unico - a proposito di Gerusalemme, capitale o no d'Israele, è diventato un ricatto. Lo ha fatto capire chiaramente Nikky Halley, l'ambasciatrice degli USA all'ONU prima del voto: "All'Onu ci viene sempre chiesto di fare e dare di più. Quindi quando prendiamo una decisione, per volontà del popolo americano, su dove collocare la nostra ambasciata, non ci aspettiamo che coloro che abbiamo aiutato ci prendano di mira". Ricatto che dopo il voto è diventato una vera e propria minaccia: "Gli USA ricorderanno questo voto", minaccia ribadita dallo stesso Presidente Trump. Ma, quanto è consistente questa minaccia? Cominciamo con capire come si finanzia quello che ufficialmente si chiama "United Nations System" (UN) elegantemente tradotto in molte lingue con ONU, "Organizzazione delle Nazioni Unite". Quando presentò all'Assemblea Generale la sua ultima proposta di bilancio ordinario per il periodo 2016-2017, l'ex Segretario Generale Ban Ki-moon, avanzò la cifra di 5,74 miliardi di dollari. L'Assemblea gli chiese di ridurlo ,5 miliardi e terminò con approvarlo con ,57 miliardi. "Per senso di responsabilità ho voluto assicurarmi che il mio successore sia in grado di svolgere i suoi compiti senza intoppi e con risorse sufficienti", affermò Ban Ki-moon. Ma da dove arrivano tutti questi miliardi? Continua a leggere.   

UNA BELLA NOTIZIA

I vescovi africani prendono la parola

In un’intervista al Catholic News Service, tre Vescovi nigeriani, Joseph Bagobiri, Vescovo di Kafanchan, Alaba Job, Arcivescovo Emerito di Ibadan, e Julius Adelakun, Vescovo Emerito di Oyo, si mettono dalla parte della gente: bisogna investire in Nigeria per creare posti di lavoro e avviare efficaci campagne per scoraggiare i nigeriani a tentare la fortuna in Europa finendo nelle mani di trafficanti di esseri umani privi di scrupoli. La scoperta di un mercato di schiavi provenienti dall’Africa occidentale in Libia, sta suscitando forti emozioni in Nigeria, da dove provengono la maggior parte delle persone ridotte in schiavitù. A inizio di dicembre il governo nigeriano ha rimpatriato dalla Libia circa 3.000 connazionali. Secondo Mons. Bagobiri queste persone sono disposte a pagare fino a 1.400 dollari per recarsi in Libia e da lì cercare di raggiungere l’Europa nella speranza di trovare una vita migliore. “Se ognuna di queste persone avesse investito questa somma in modo creativo in Nigeria in imprese realizzabili, sarebbero diventati datori di lavoro”, sottolinea Mons. Bagobiri. “Invece sono finiti nella schiavitù ed in altre forme di trattamento inumano da parte dei libici". "Il governo nigeriano dovrebbe far loro capire che ci sono più prospettive di sopravvivenza in Nigeria di quanto pensiamo esistano in Europa e in altri luoghi", aggiunge Mons. Bagobiri. “In questo Paese vi sono ricchezze e risorse immense. I nigeriani non dovrebbero diventare mendicanti lasciando la Nigeria alla ricerca di una ricchezza illusoria all’estero”, sottolinea il Vescovo di Kafanchan. "Molti nigeriani viaggiano nel mondo sviluppato per godere dello sviluppo messo in atto dai governi di quei paesi, ma ci rifiutiamo di sviluppare il nostro Paese”, sottolinea dal conto suo Mons. Adelakun. “Iniziamo a sviluppare il nostro Paese per renderlo attraente e favorevole alla vita, in modo che siano i cittadini stranieri a volere venire da noi”, ha concluso. La Nigeria oltre ad essere ricca di petrolio, dispone di terre coltivabili ed altre ricchezza naturali che non sono ancora del tutto sfruttate. L’indice di corruzione stilato da Transparency International vede la Nigeria al 136 posto su 176 Stati, collocandola tra i Paesi più corrotti del mondo. La corruzione frena lo sviluppo economico suscitando scoramento e delusione in tanti giovani che così tentano la strada della migrazione, finendo nelle mani dei trafficanti di esseri umani. Vedi Agenzia Fides  

UNA BRUTTA NOTIZIA

Aumenta il commercio delle armi

Secondo il rapporto del Sipri, (il recente sui dati disponibili) la vendita mondiale delle armi nel 2016 ha raggiunto quota 374,8 miliardi di dollari, con una crescita dell'1,9 % rispetto al 2015 e del 38 % rispetto al 2002, quando ci fu un calo delle spese militari per effetto della fine della guerra fredda. Il valore totale reale delle vendite di armi nel mondo, secondo il Sipri, potrebbe essere maggiore perchè non sono disponibili, in quanto non publicati, i dati di produzione, vendita ed esportazione della Cina. Nella graduatoria tra i primi 10 tra i cento principali produttori dominano gli Stati Uniti con un fatturato di oltre 217 miliardi di dollari, più del 57% del totale. Al primo posto la Lockheed Martin (elicotteri Sikorsky e supercacciabombardieri F-35). Seguono Boeing e Raytheon (Vedi tabella della Sipri). L'aumento per gli Stati Uniti nel 2016 rispetto al 2015 è quindi del 4 %. La Russia situa dieci delle sue aziende tra le 100 più grandi produttrici, con vendite per 26,6 miliardi di dollari, con la quota del 7,1 % sul mercato mondiale e una crescita del 3,8 %. Per la Russia, il basso costo del lavoro e l'ambiguità dei dati publicati non permite un reale paragone con gli altri stati produttori di armi. In calo le vendite di Australia, Israele, Polonia o Singapore e in crescita i nuovi produttori, Brasile e India. L'industria militare cinese cresce in dimensioni e qualità tecnologiche, ma i dati che fornisce sono poco attendibili.  Per saperne di più vedi Tornano a cresceere le vendite delle armi  e Trends in World Military Expenditure, 2016

CELEBRIAMO!

Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace

"Pace a tutte le persone e a tutte le nazioni della terra! La pace, che gli angeli annunciano ai pastori nella notte di Natale, è un’aspirazione profonda di tutte le persone e di tutti i popoli, soprattutto di quanti più duramente ne patiscono la mancanza. Tra questi, che porto nei miei pensieri e nella mia preghiera, voglio ancora una volta ricordare gli oltre 250 milioni di migranti nel mondo, dei quali 22 milioni e mezzo sono rifugiati. Questi ultimi, come affermò il mio predecessore Benedetto XVI, «sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace». Per trovarlo, molti di loro sono disposti a rischiare la vita in un viaggio che in gran parte dei casi è lungo e pericoloso, a subire fatiche e sofferenze, ad affrontare reticolati e muri innalzati per tenerli lontani dalla meta. Con spirito di misericordia, abbracciamo tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale. Siamo consapevoli che aprire i nostri cuori alla sofferenza altrui non basta. Ci sarà molto da fare prima che i nostri fratelli e le nostre sorelle possano tornare a vivere in pace in una casa sicura. Accogliere l’altro richiede un impegno concreto, una catena di aiuti e di benevolenza, un’attenzione vigilante e comprensiva, la gestione responsabile di nuove situazioni complesse che, a volte, si aggiungono ad altri e numerosi problemi già esistenti, nonché delle risorse che sono sempre limitate. Praticando la virtù della prudenza, i governanti sapranno accogliere, promuovere, proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, «nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, [per] permettere quell’inserimento». Essi hanno una precisa responsabilità verso le proprie comunità, delle quali devono assicurare i giusti diritti e lo sviluppo armonico, per non essere come il costruttore stolto che fece male i calcoli e non riuscì a completare la torre che aveva cominciato a edificare". Leggi qui tutto il messaggio di papa Francesco  

AGIAMO!

In difesa dell'ultima foresta primordiale europea

Lo stato polacco sta abbattendo, uno per uno, gli alberi della foresta di Białowieża, l’ultima foresta primordiale d’Europa. Gli alberi sono tagliati per fabbricare pallet e compensato. Ad opporsi, tra le macchine devastatrici e gli alberi, sono rimasti solo i cittadini che non si arrendono e protestano. L’attuale governo polacco ha predisposto un piano di disboscamento intensivo in diverse parti protette della foresta. La scusa è quella di mettere fine a un’infestazione da bostrico, pretesto che scienziati polacchi ed europei hanno dichiarato del tutto inconsistente. Quel che accade veramente è che il legno viene venduto e fa profitto. Oltre 50.000 alberi sono già stati tagliati e, in molti casi, si trattava di alberi centenari. Recentemente, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dato risposta alla denuncia presentata dalla Commissione UE e ha ordinato alla Polonia l’immediata cessazione degli abbattimenti per evitare un danno irreversibile, prima che la Corte emani il giudizio finale. Ma le autorità polacche hanno ignorato qualsiasi richiesta per salvare la foresta. Inviamo la nostras parola di sostegno. "Białowieża è una foresta primordiale, parte di un patrimonio inestimabile che resiste ancora oggi. È un’eredità di cui dovremmo prenderci cura. Difensori della Foresta, ci rivolgiamo a voi, per proteggere gli alberi centenari e l’enorme varietà di specie animali e vegetali che la abitano. State tutelando la foresta anche in nostro nome e non siete soli. Avete il nostro totale sostegno, la nostra solidarietà e gratitudine. Da ogni angolo d’Europa vi seguiamo e come voi siamo schierati dalla parte di questo immenso patrimonio verde". Per saperne di più e firmare la lettera di sostegno vedi qui  

CONOSCERE MEGLIO L'ONU

Cos'è e cosa fa o dovrebbe fare l'ONU

Paolo VI chiese agli istituti religiosi e missionari di essere presenti negli organismi internazionali per promuovere la Giustizia e la Pace secondo la Dottrina Sociale della Chiesa. Quello che facciamo per la Giustizia e la Pace percorre trasversalmente le Newsletter che da alcuni anni inviamo a un migliaio di persone e il blog www.jpic-jp.org. Per comprendere quanto noi missionari facciamo o possiamo fare alle Nazioni Unite (ONU) richiede forse di capire meglio Cos'è in realtà e cosa fa o dovrebbe fare l'ONU. Incominciamo con la storia delle Nazioni Unite (Che più ampiamente è raccontata qui).  

Il 12 giugno 1941 a Londra i leader dei paesi coinvolti nelle mire espansionistiche della Germania nazista, i rappresentanti britannici e dei paesi del Commonwealth firmarono la  Dichiarazione interalleata nella quale si impegnavano a "lavorare insieme, con gli altri popoli liberi, sia in tempo di guerra che di pace". Era la prima tappa verso la costituzione delle Nazioni Unite. Pochi mesi dopo, il 14 agosto 1941, il Presidente USA, Franklin Delano Roosevelt, ed il Primo Ministro  britannico Winston Churchill firmavano la Carta Atlantica, nella quale si stabilivano i principi di collaborazione internazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza. Il 1º gennaio 1942, a Washington,  i rappresentanti di 26 nazioni proclamarono la loro adesione a una "Dichiarazione" che per la prima era detta delle "Nazioni Unite", nome suggerito dal Presidente Roosevelt. Solo più tardi altri 21 paesi aderirono all'idea. Il 30 ottobre 1943 si tenne la Conferenza di Mosca con la presenza di Regno Unito, Cina, Unione Sovietica e Stati Uniti che firmarono la Dichiarazione sulla sicurezza generale (Declaration of the Four Nations on General Security) che prevedeva la creazione di un'organizzazione internazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza. Questo progetto venne riaffermato da Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito a Teheran il 1º dicembre 1943 e confermato nelle riunioni del 1944 (agosto-ottobre) a Washington, tenute in due sessioni per alcuni diverbi fra Unione Sovietica e Cina Nazionalista. Le quattro potenze stilarono allora il primo progetto di Nazioni Unite definendone gli scopi, la struttura e il funzionamento. Si arriva così alla Conferenza di Jalta (4-11 febbraio 1945) dove fu ribadita la volontà di istituire "un'organizzazione internazionale per la salvaguardia della pace e della sicurezza" e venne decisa la Conferenza di San Francisco (25 aprile 1945) dove si riunirono i rappresentanti di 50 paesi per la "Conferenza delle Nazioni Unite sull'Organizzazione Internazionale". Vennero allora elaborati i 111 articoli della Carta poi adottata all'unanimità il 25 giugno 1945. La Polonia, non presente alla conferenza, firmerà più tardi portando a 51 i paesi firmatari originari. La nascita effettiva delle Nazioni Unite data del 24 ottobre  1945 dopo la ratifica dello Statuto da parte dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: Cina-Taiwan, FranciaUnione SovieticaRegno Unito e Stati Uniti e la firma degli altri 46 paesi. Per tale motivo la Giornata delle Nazioni Unite si celebra il 24 ottobre.

Da queste brevi note storiche disprendono due elementi che spiegano in parte gli attuali problemi dell'ONU: alla sua origine ci fu un'esigenza dei Paesi vincitori della 2a Guerra Mondiale, che si abrogarono con molta naturalezza il diritto di essere i 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza - ricorderemo in seguito l'avventura della Società delle Nazioni -. L'ONU, inoltre, nato in questo modo, sarà per molto tempo e per inerzia, succube dei paesi che lo vollero, i quali, insieme alla loro sicurezza più che la pace del mondo, continueranno a mettere al centro i loro interessi economici, politici ed ideologici.

TEMPO PER SORRIDERE

Auguri di un felice 2018!

Questo bellissimo video, spuntato dagli archivi, è un ottimo augurio di Buon Anno. San Francesco, narra san Bonaventura, «considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il nome di fratello e sorella. Questa convinzione non può essere disprezzata come un romanticismo irrazionale, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea. La povertà e l’austerità di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio» (Laudato Sì, n. 11). Nel suo messaggio per la Pace papa Francesco, facendo riferimento agli immigrati ci invita quest'anno a quatro "verbi": accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Credo che è il miglior augurio per tutte le dimensioni della nostra vita: che nel 2018 sappiamo sempre accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Auguri di Felice Anno Nuovo!

DA VEDERE - DA SAPERE

Contro la violenza di genere meno condanne e più educazione

Sally Mboumien ricorda ancora chiaramente il giorno in cui ha premuto una pietra bollente sul suo petto. A Bawok, una comunità nel Camerun occidentale, dove è cresciuta, è pratica comune appiattire i seni in erba delle ragazze con un ferro o un martello messo al fuoco. Aveva sempre sentito dire che era un bene per le ragazze perché le proteggeva dagli uomini. Quando aveva 11 anni, Mboumien approfittò di un giorno in cui sua madre era assente per stirare il suo seno con una pietra bollente. L'alta temperatura bruciò la sua pelle fine e delicata lasciando nere cicatrici. Il dolore insopportabile era soffocato dalla paura. Terrorizzata, la ragazza non mostrò le ferite a nessuno, nemmeno a sua madre. "Ero solo vittima dell'ignoranza", dice Mboumien, ora una delle principali sostenitrici dei diritti alla salute sessuale e riproduttiva delle ragazze e giovani donne. Smoothing o passare sopra il seno un ferro da stiro fa vittime circa 3,8 milioni di donne dappertutto nel mondo, in particolare in Camerun, Benin, Costa d'Avorio, Ciad, Guinea-Bissau, Kenya, Togo, Zimbabwe e Guinea-Conakry, ma non solo. Inoltre, è una delle cinque espressioni di violenza di genere meno denunciate, secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite. È una pratica che espone le donne che ne soffrono a problemi di salute come infezioni, cisti, danni permanenti ai tessuti, cancro e, naturalmente, la completa scomparsa di uno o di entrambi i seni. Ma è anche una flagrante violazione dell'integrità e dei diritti fisici e sessuali delle ragazze. Continua a leggere  

RISORSE

Anno Nuovo, pregiudizi nuovi!

Comincia un nuovo anno, Anno nuovo vita nuova, dice un detto, ma non é così semplice, infatti "é più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" (Albert Einstein) e "Se dovessimo svegliarci una mattina e scoprire che tutti siamo della stessa razza, credo e colore, troveremmo qualche altra causa di pregiudizio entro mezzogiorno" (George David Aiken). Il fatto è che "Siamo tutti dominati dai pregiudizi; contro i poveri o i ricchi, gli intelligenti o gli sciocchi, i magri o gli obesi. E’ naturale sviluppare pregiudizi. E’ nobile elevarsi al di sopra di loro" (Anonimo). Eppure, "Ascoltarla senza pregiudizi o distrazioni è il più grande dono che si può fare a una persona" (Denis Waitley). E questo perché "Il pregiudizio vede ciò che gli pare e non vede ciò che è evidente" (Aubrey de Vere). "Quanto poco vedono ciò che è, coloro che danno i loro frettolosi giudizi su ciò che sembra" (Robert Southey). "L’idea che da tempo ci siamo fatti di una persona ci tappa occhi e orecchie" (Marcel Proust). Diceva bene Charlotte Brontë: "I pregiudizi, è ben noto, sono più difficili da sradicare dal cuore il cui terreno non è mai stato dissodato o fertilizzato dall’istruzione; essi crescono là, fermi come erbacce tra le rocce". Per convincertene, dai un'occhiata a questa serie di cartine gerografiche, anche se sono tutte in inglese (un inglese maccheronico!) per intuizione scoprirai quanto i pregiudizi siano radicati nella storia e già proiettati al futuro. 31 cartine geografiche che deridono gli stereotipi nazionali di tutto il mondo.

TESTIMONIANZA

Un precursore nella lotta contro l'Accaparramento di Terre

Henri Burin de Roziers. E' un domenicano francese. In Brasile l'hanno chiamato l'avvocato dei "senza terra". E' mancato domenica 26 novembre 2017, all'età di 87 anni, nel convento parigino Saint-Jacque. Egli sperava di essere in Brasile quando “la morte lo avrebbe sorpreso”. Era nato nel 1930 a Parigi, in una famiglia cattolica della borghesia. Ha 17 anni quando, con la Conferenza San Francesco di Paoli, visita alcune famiglie di operai alla periferia di Parigi. Nella sua famiglia i figli sono cinque, là scopre famiglie di sette o otto bambini che abitano con i loro genitori in stretti tuguri. Questa esperienza lo scuote profondamente: “Ciò che ho visto mi ha colpito molto” confiderà più tardi, “perchè io ho tanti vantaggi, e loro?” La guerra di Algeria (1954-1962), che visse come luogotenente tra il 1954 e il 1956, contribuisce definitivamente ad aprirgli lo spirito alla percezione delle ingiustizie. Nel 1957, quando ottiene il dottorato in diritto, incontra il domenicano Congar. Con Ives Congar scopre la libertà di spirito di un grande teologo, che infonde nel Vaticano II l'ispirazione ad aprirsi al mondo e all'avvenire. E' così che nel 1958 entra nei domenicani e nel 1963 è ordinato sacerdote, in pieno svolgimento del Vaticano II. Leggi qui tutto l'articolo  

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