Vol. 6 - N° 7-8

Gpic Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 6 - N 7-8

IN EVIDENZA NEL MESE

Questioni etiche o dilemmi sociali?

Aborto, controllo delle nascite, uso della contraccezione, "inverno demografico", libertà individuale e bene comune: sono questioni etiche che provocano problemi morali o problemi sociali che lo stato deve risolvere?

Alcuni anni fa negli Stati Uniti degli attivisti pro-vita davanti alle cliniche abortiste sparavano, disposti a uccidere, i medici dell'aborto. Un'assurdità etica: voler difendere la vita volendo uccidere. Il senso etico era, ed è, messo a tacere da un angosciante problema sociale: una società senza figli non ha futuro. La Spagna registra più morti che nascite, (Vedi Italia: un Paese con decrescita demografica e crescita di anzianità) sempre meno bambini, e verrà il giorno in cui non ne nascerà più nessuno. Società le nostre che hanno sempre meno futuro. L'inverno demografico avrà un costo elevato nel sistema pensionistico, dipendendo da una popolazione attiva sempre più piccola e una società sterile è condannata a morire. Gli attivisti nordamericani si difendevano: "È una guerra di autodifesa, di sopravvivenza. Chi uccide i nostri bambini non nati, uccide il nostro futuro, uccide la nostra garanzia di vita come società”.
Possono i diritti della comunità predominare sulla libertà decisionale dell'individuo, sul diritto all'autodeterminazione della coppia, della donna? 

Un principio contestabile, tuttavia assunto come valido di fronte alla paura dell'esplosione democratica. Paesi come la Cina e l'India hanno risposto con il controllo delle nascite e gli Stati Uniti - e le Nazioni Unite - con la promozione dell'aborto, della sterilizzazione volontaria o obbligatoria attraverso organizzazioni "umanitarie".
In Cina la legge dell'unico figlio è entrata in vigore nel 1979: circa 40 anni dopo, nel 2017, il numero delle nascite è diminuito del 3,5%, mentre gli anziani cinesi nel 2020 saranno 400 milioni.
L'azione di alcuni paesi si accompagna al fenomeno naturale della diminuzione della fertilità in altri. In Asia c’è la preoccupazione per le conseguenze economiche e sociali di questo fenomeno. L'Associazione asiatica per lo sviluppo della popolazione (APDA), studiando la popolazione del Giappone, afferma: "L'aumento della popolazione è stata dappertutto la preoccupazione principale, mentre i rischi per il basso tasso di natalità e la conseguente diminuzione della popolazione fino ad ora non erano previsti". Senza studi in proposito, i governi non vi hanno prestato attenzione (‘Questa è la morte della famiglia’: la crisi della fertilità in Giappone sta creando problemi economici e sociali mai visti prima). Continua a leggere  

UNA BELLA NOTIZIA

L'India contro la tratta di esseri umani

L'India contro la tratta di esseri umani

Il governo indiano ha dato via libera al tanto atteso disegno di legge sul traffico di persone. Il disegno di legge diventerà legge una volta approvato da entrambe le Camere del Parlamento. L'ambito della legislazione proposta trascende la mera azione punitiva per includere anche la prevenzione, la protezione e la riabilitazione. Tutte le precedenti normative riguardanti il traffico di esseri umani trattavano alla stessa stregua i trafficanti e le vittime e questo era un ostacolo affinché le vittime sporgessero denuncia contro il crimine. La nuova legge proposta, la prima nel suo genere in India, offre invece assistenza e protezione immediata alle vittime riscattate, dando loro diritto a provvedimenti provvisori entro 30 giorni. Esistono anche clausole specifiche d’assistenza per il trauma fisico e mentale delle vittime, la loro istruzione e sviluppo delle competenze, l'assistenza sanitaria e legale e l’alloggio protetto. A tale scopo, viene creato un fondo per la riabilitazione delle vittime. La National Investigation Agency, l'organismo principale del paese per la lotta contro il terrorismo, svolgerà il compito di ufficio nazionale anti-tratta.

"È una vittoria per il 1,2 milioni di persone che hanno partecipato agli 11.000 km della lunga Bharat Yatra (Marcia dell’India) per questa richiesta", ha detto il premio Nobel Kailash Satyarthi, riferendosi alla marcia di un mese organizzata l'anno scorso.

L'indice del 2016 della Global Slavery preparato da un gruppo per i diritti umani con sede in Australia, la Walk Free Foundation, stima che 45,8 milioni di persone, inclusi milioni di bambini, siano soggetti a qualche forma di schiavitù moderna; erano 35,8 milioni del 2014, ed è questa una minaccia che colpisce grandi aree dell'Asia meridionale. La tratta di esseri umani è il terzo più grande crimine organizzato che viola i diritti umani fondamentali. Significativamente, non esiste finora una legge internazionale specifica per affrontare questo crimine. Gli esperti sperano che la legislazione proposta renderà l'India pioniera nella formulazione di una legislazione completa per combattere la minaccia della tratta. Con ben 18,35 milioni di vittime, l'India è in testa al commercio mondiale di adulti e bambini. Migliaia di donne e bambini sono vittime della tratta in India e nei vicini Nepal e Bangladesh. Alcuni sono attratti dai villaggi verso la città con false promesse di lavoro retribuito, però un gran numero viene portato via con la forza. Il traffico di esseri umani è un crimine altamente organizzato che coinvolge bande interstatali; il disegno di legge propone quindi un'unità "anti-tratta" a livello distrettuale con un "ufficiale di polizia anti-tratta" e una camera di tribunale designata per processi rapidi in questo campo.

Il disegno di legge divide i crimini in "tratta" e in "traffico aggravato". La prima categoria contempla una pena detentiva da sette a dieci anni, mentre la seconda può mettere i colpevoli in prigione per almeno 10 anni, estendibili fino alla reclusione a vita. I reati aggravati includono la tratta a scopo di lavoro forzato, d'accattonaggio, di matrimonio forzato e la somministrazione di sostanze chimiche o ormonali per provocare una precoce maturità sessuale di una persona. Inoltre, il progetto di legge prevede tre anni di prigione per chi favorisce, promuove e appoggia la tratta.

Secondo il National Crime Records Bureau, nel 2016 sono stati registrati 8.100 casi di tratta di esseri umani in India, mentre le vittime salvate nel 2017 sono state 23.000. Tuttavia, le cifre non riflettono l'entità del crimine, dal momento che molte vittime non si fanno registrare dagli organi di polizia per mancanza di conoscenza legale o per paura dei trafficanti. Inoltre, le crescenti richieste di una fiorente industria dei servizi in India promuovono il reclutamento tra le vittime della tratta perché manca un adeguato sistema di controllo. Questa pratica è direttamente responsabile del numero vertiginoso di casi di tratta di esseri umani segnalati in India. Alcune misure sul controllo della tratta sono già in corso come parte di un più ampio impegno del governo; così è stata creata una piattaforma online per rintracciare i bambini scomparsi e sono stati firmati patti bilaterali anti-traffico di esseri umani con il Bangladesh e il Bahrain. Il governo sta anche collaborando con enti di beneficenza e organizzazioni no-profit per formare in questa lotta le forze dell'ordine. (Vedi l'articolo originale  in Neeta Lal, IPS, 9 aprile 2018)

UNA BRUTTA NOTIZIA

La grande bellezza

Pochi sanno che la brillantezza e l’effetto perla di rossetti, ombretti, smalto per unghie, prodotti per capelli, è dovuta alla presenza di mica, un minerale friabile di aspetto cristallino che in virtù delle sue proprietà luminose, termiche, chimiche, è utilizzato non solo nell’industria della cosmetica, ma anche delle vernici, dell’elettronica, delle automobili.

Ancora più esiguo è il numero di quanti sanno che un quarto della produzione mondiale di mica proviene dall’India, stati di Jharkhand e Bihar, da parte di miniere per il 90% illegali che impiegano una gran quantità di lavoro minorile. Un rapporto appena pubblicato dall’istituto olandese Somo, Global mining mica and the impact on children rights, ci informa che in India i minori impiegati nell’estrazione di mica sono attorno a 22.000, molti di loro sotto i dodici anni. Invece di andare a scuola passano le loro giornate a sminuzzare le scaglie di mica, quando non si calano nei tunnel sotterranei per staccare le lastre e portarle in superficie. Bambini con paghe da schiavi, come d’altronde sono da schiavi quelle dei loro padri, che proprio a causa dei salari miserabili sono costretti a chiedere ai loro bambini di seguirli al lavoro. Ed eccoli là fra le pietre, polverosi, malvestiti e rachitici i piccoli produttori di mica che ci permettono di mettere a punto trucchi smaglianti.

Già nel 2016 la Reuters Foundation, aveva pubblicato un servizio che segnalava la loro triste condizione facendo presente che i bambini lavoratori non devono fare i conti solo con la fatica, ma anche con la polvere che compromette i loro polmoni e con gli incidenti talvolta così gravi da provocare ferite e fratture mutilanti se non la morte (Guarda il video The Ugly Face of Beauty: Is Child Labour the Foundation for your Makeup?). L’organizzazione indiana Bachpan Bachao Andolan, attiva contro il lavoro minorile, ritiene che nelle miniere di mica muoiano ogni mese una decina di persone, molte di loro minori. Leggi tutto l’articolo  

CELEBRIAMO!

30 luglio, Giornata mondiale contro la tratta

L'estate, con i suoi viaggi esotici e la Coppa del mondo, è il momento "propizio" per lo sfruttamento sessuale di donne e bambini e persino di giovani uomini. La tratta di esseri umani è un reato che viene effettuato anche per altri scopi, come il lavoro forzato e il servizio domestico. L'Organizzazione internazionale del lavoro stima che quasi 21 milioni di persone nel mondo siano vittime del lavoro forzato. Questa cifra include anche le vittime della tratta per lo sfruttamento sessuale. Anche se non si sa quante di queste siano state trafficate, la cifra indica che al momento ci sono milioni di vittime nel mondo. Tutti i paesi sono colpiti dalla tratta, sia come paese di origine, transito o destinazione delle vittime. La schiavitù, sia nelle sue forme moderne che antiche, non è solo una vergogna, ma è "la somma esecrabile di tutti le cattiverie", come l’ha definita l'abolizionista John Wesley.

Circa il 30% delle vittime della tratta sono bambini e il 70% sono donne e ragazze. Questi sono i dati pubblicati nel Rapporto Mondiale sulla Tratta di Persone preparato dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine.

Nel 2010, l'Assemblea generale dell’ONU ha adottato un piano d'azione globale per combattere la tratta di persone, esortando i governi di tutto il mondo a sconfiggere questa piaga. Il piano richiede l'integrazione della lotta contro la tratta di esseri umani nei programmi dell’ONU per la promozione dello sviluppo e il rafforzamento della sicurezza globale. Una disposizione cruciale del piano è l'istituzione di un fondo fiduciario volontario per le vittime della tratta, in particolare donne e bambini.

Questo fondo facilita l'assistenza e la protezione efficaci e dirette alle vittime della tratta attraverso sovvenzioni a organizzazioni non governative specializzate. Nel prossimo futuro, l'obiettivo è dare la priorità alle vittime da conflitti armati o che fanno parte dei grandi flussi di migranti o di rifugiati. Inoltre, verrà concentrata l’assistenza alle vittime della tratta per sfruttamento sessualmente, per la rimozione di organi, o per costringerle ad elemosinare o entrare nel giro del crimine, così come per altre attività sempre più frequenti, come la rimozione della pelle o la pornografia online.

Nel 2013, l'Assemblea generale ha tenuto un incontro per valutare il piano d'azione globale. Gli stati membri hanno adottato la risoluzione A/RES/68/192 e designato il 30 luglio come Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Nella risoluzione, è indicato che questa giornata è necessaria per "sensibilizzare sulla situazione delle vittime della tratta di esseri umani e per promuovere e proteggere i loro diritti".

Nel settembre 2015, i paesi hanno adottato l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e hanno concordato gli obiettivi relativi a questo problema da raggiungere: porre fine alla tratta e alla violenza nei confronti dei bambini, adottare misure contro la tratta in generale e terminare con tutte le forme di violenza contro donne e ragazze e il loro sfruttamento.

Un anno dopo si è svolto un altro importante evento, il Vertice sui rifugiati e i migranti in cui è stata adottata la Dichiarazione di New York. In questo documento, i paesi si impegnano a rispettare 19 punti, tre dei quali si centrano sulla lotta alla tratta di persone e al traffico di migranti.

"Assisti e proteggi le vittime della tratta". È il tema di quest'anno scelto dall'ONU contro la droga e il crimine per questa Giornata mondiale. L'obiettivo è quello di evidenziare i problemi più urgenti del nostro tempo: i grandi spostamenti di migranti e rifugiati, le gravi conseguenze che derivano da conflitti e disastri naturali, e il rischio di molte persone di finire nella trappola della tratta. Si vuole sottolineare anche una delle principali difficoltà nella lotta contro la tratta: la maggior parte delle vittime non è identificata e, pertanto, non ha accesso all'assistenza o alla protezione. Per saperne di più in spagnolo clicca qui, in francese qui e in inglese qui

AGIAMO!

Riparte la Poor People's Campaign

L'originale Poor People's Campaign (Campagna per i più poveri) fu inaugurata dal Martin Luther King, Jr. nel 1968 per essere un "movimento rivoluzionario" in vista di "una radicale ridistribuzione del potere economico e politico". A partire dal 13 maggio scorso, per sei settimane, migliaia di persone hanno partecipato in azioni nonviolente in Washington, D.C. e nelle istituzioni di stato in tutto il paese per il rilancio di questa Poor People's Campaign.

Martin L. King aveva identificato tre mali: povertà, razzismo e militarismo. Il movimento attuale aggiunge un altro male, il degrado ambientale. L'accusa contro gli Stati Uniti rimane la stessa oggi come nel 1968: "Gli Stati Uniti danno più valore alla ricchezza che alle persone". A proposito degli Stati Uniti, William Barber, co-presidente della campagna con Liz Theoharis, ha dichiarato che "Abbiamo i soldi, non abbiamo un atteggiamento morale". Gli organizzatori hanno viaggiato in lungo e in largo in tutto il paese organizzando corsi sulla disobbedienza civile nonviolenta e reclutando persone disposte a protestare contro le ingiustizie che Barber enumera così: "Morti dovute alla mancanza di assicurazione sanitaria, negazione del diritto di voto, trivellazioni impresariali nei territori degli indigeni, senzatetto, violenza della polizia, salario minimo invivibile, incapacità della città di Flint di fornire ai propri cittadini acqua pulita, corruzione politica".

Gli organizzatori dicono di aver visto persone, prima indifferenti, lasciarsi coinvolgere e diventare fiduciose nella possibilità di apportare cambiamenti nelle loro città. I reclutati sono "giovani e vecchi, padri disoccupati, madri con assistenza sociale, contadini e lavoratori". Inoltre, mentre non è necessario essere povero per partecipare alla campagna, l’idea è che la leadership sia dei direttamente interessati. Gli organizzatori intendono formare dei leader in ogni Stato al fine di portare il loro influsso a livello nazionale. Carolyn Foster, che sta lavorando per la Campagna in Alabama, ha dichiarato: "Si tratta di un movimento dal basso verso l'alto di persone che parlano da sole. Gli organizzatori affermano che i movimenti sociali possono anche non raggiungere tutti i loro grandi obiettivi, tuttavia, ritengono che il loro movimento abbia già avuto successo perché leader incredibili si stanno unendo e restano uniti". Sperano di poter cambiare il loro discorso entro la fine di giugno in modo che la gente cominci a pensare alle cose grandi che si possono fare. E non vogliono che si limiti l’immaginazione solo a ciò che normalmente si pensa sia politicamente possibile.

Se si vuole saperne di più sulla Campagna per i poveri, e come fare a mobilitare gente nella propria comunità, usando i social media per reclutare altri o per essere magari coinvolti nella disobbedienza civile, visitare: Un'agenda morale basata sui diritti fondamentali

PER MEGLIO CONOSCERE L'ONU

Il Consiglio di amministrazione fiduciaria

Le Nazioni Unite (ONU) hanno sei organi principali: l'Assemblea generale, il Consiglio di sicurezza, il Consiglio economico e sociale, la Corte internazionale di giustizia, il Segretariato (con il Segretario generale) e il Consiglio di amministrazione fiduciaria. Quest'ultimo è indubbiamente il meno conosciuto, il meno discusso e forse quello che ha prodotto i migliori cambiamenti nella vita dei paesi.

Per capire le sue funzioni, si deve fare un passo indietro nella storia.

Quando le Nazioni Unite furono fondate nel 1945, circa 750 milioni di persone, quasi un terzo della popolazione mondiale in quel momento, viveva in territori dipendenti da potenze coloniali. Oggi sono meno di 2 milioni e vivono nei 17 Territori non autonomi che ancora esistono. Il processo di decolonizzazione, che ha cambiato la storia del nostro mondo, è nato con l'ONU ed è stato il primo grande successo di questa organizzazione mondiale. Riconoscendo il principio all'autodeterminazione, la Carta dell’ONU fa riferimento alla responsabilità degli Stati nei confronti dei territori sotto la loro amministrazione come di una "amministrazione fiduciaria" in cui gli interessi dei cittadini sono di primaria importanza. La Carta, quindi, istituì il Consiglio di amministrazione fiduciaria come uno dei suoi principali organi e gli assegnò la funzione di supervisionare l'amministrazione dei territori posti sotto il regime d'amministrazione fiduciaria. L'obiettivo principale di questo regime era di promuovere il progresso degli abitanti di quei territori e il loro progressivo cammino verso l'autogoverno o l'indipendenza. Continua a leggere

TEMPO PER SORRIDERE

Vibrare ai suoni del Senegal

Benvenuti in Africa. Umanità, pace, salute, storia tutto in Africa diventa musica. La musica è vita, è la vita, piena di emozioni e freschezza. "Tre settimane di viaggio attraverso il Senegal mi hanno permesso di catturare la cultura di un popolo e sentire il potere e l'importanza della musica in un paese dove la gioia di vivere supera la povertà", commenta l'autore di questo video. Pieno di immagini, bellissime e toccanti, attraversate dalla musica tipica del paese, fa risentire le emozioni di chi in Senegal ha vissuto e suscita il desiderio di conoscerlo a chi non ha mai avuto questa possibilità. Tra i paesi più felici classificato 15° in Africa, il Senegal è esuberante in colori, suoni e saggezza: "Il sapere per sentito dire che non è affidabile", afferma il proverbio. La gente si nutre anche di sottile umorismo: "Caro fratello bianco, quando sono nato, ero nero; quando sono cresciuto ero nero; quando sono al sole, sono nero; quando sono malato, sono nero; quando morirò, sarò nero. E tu, uomo bianco? Quando sei nato, eri rosa; quando sei cresciuto, eri bianco; quando vai al sole, sei rosso; quando hai freddo, sei blu; quando hai paura, sei verde; quando sei malato, sei giallo; quando morirai, sarai grigio. Quindi, di noi due, chi è l'uomo di colore?" (Senegal, anonimo). Qui per godere di questo video  

DA VEDERE - DA SAPERE

Comunità di esito

Le terre agricole, usate per centri di diversione e altre attività ricreative, potrebbero essere utilizzate per l'agricoltura e sfamare milioni di sudafricani che non possono permettersi un pasto decente. Cercare di salvaguardare gli interessi della classe media usando quella terra per il loro tempo libero invece che per il bene comune non fa gli interessi nemmeno della classe media.

Il Programma per la ricostruzione e lo sviluppo degli alloggi (RDP) è in funzione fin da quando il nuovo governo si è insediato. Ma non è imminente per domani il raggiungerne gli obiettivi. Inoltre, la diseguaglianza geografica che continua nelle città sudafricane è indicativa di una crisi più grande che affligge il paese e che necessita di una soluzione di ampio respiro. L'aeroporto internazionale di Città del Capo è circondato dall’oceano e in continua crescita delle baracche di Khayelitsha; prova di come il paese si è diviso tra coloro che fanno e preparano l'economia e coloro che, forzatamente esclusi, la sopportano. È in questa divisione che il Paese, a meno che qualcosa non sia fatto, andrà a cadere nel suo insieme.

E se cominciassimo dal sobborgo borghese di Durbanville? Sui 465 metri della buca n. 6 del campo da golf costruiamo un condominio di 44 piani, 22 appartamenti per piano. Non la classica torre di cemento, ma la tipica Foresta verticale di Boeri, un giardino naturale che inspira CO2 e espira quell’ossigeno che fa crescere alimenti, uccelli ed è un provvidenziale rifugio per gli insetti (Vedi questo video). Gli appartamenti della Città del Capo attirerebbero soprattutto le famiglie di Khayelitsha e, subito, si troverebbero anche a vivere insieme quelli che insieme lavorano ogni giorno, spesso all'interno degli stessi edifici.

"Il treno della vita passa da là”, spiegava il mio giardiniere anni fa. "Sai quanto ti basta per sapere che devi prendere quel treno! E’ molto duro combattere, liberarsi le caviglie dalle catene, fare soldi, abbracciare e correre, ma lui, il treno, sbuffando se ne va. I tuoi amici ti gridano: ‘Ce ne sarà un altro per Johannesburg’. Ovviamente ce la farai a prenderlo, la volontà c’è, ma i collegamenti diretti al nord, al sud, all’est e all’ovest della grande stazione di interscambio se ne sono già andati; e tu sei rimani uno dei tanti che hanno perso il treno”.

I radicali, di destra e di sinistra, sostengono che c’è troppa gente, e si deve fare qualcosa. È vero, quindi cerchiamo di dare subito opportunità, istruzione e formazione a quei "troppi" che sono già qui. Continua a leggere  

RISORSE

Ama la Terra come te stesso

Il mondo fu creato da Dio in modo che tutti potessero nutrirsi: "Il cibo non è qualcosa da consumare, ma un dono di Dio da condividere".

Dio ha voluto creare un mondo in cui i viventi potessero, appunto, vivere e quindi potessero nutrirsi. Le prime pagine della Genesi, dove in una sinfonia si tenta di raccontare la creazione, Dio affida all’umanità nella polarità uomo-donna il cibo: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è sulla terra, e ogni albero che dà frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto bella e buona» (Gen 1,29).  Tutti i frutti della terra sono donati all’uomo ma c’è un’insistenza sull’erba e sugli alberi che fanno seme, rivelando subito che quel seme non è destinato solo a essere mangiato con il frutto, ma può cadere a terra e questa è anche un’azione umana: la semina richiede la cura, la cultura da parte dell’uomo. Questa pagina svela una grande verità: la terra è madre, ci nutre, ma noi dobbiamo esercitare una 'cultura' nel senso più vero, cioè coltivarla. La terra madre ci è data come un giardino da coltivare e, infatti, sta scritto: «Il Signore Dio prese l’umanità e la fece riposare nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gen 2,15). Natura e cultura hanno qui la celebrazione del loro legame, per sempre indissolubile: un legame nella custodia che è rispetto, protezione, cura intelligente e amorosa. Sì, Madre terra! Qui possiamo avvertire la presenza, anche se non esplicita, di un comandamento: «Ama la terra come te stesso! ». Questa terra va lavorata con il sudore della fronte, ma da essa l’uomo trae il cibo (Gen 3,17-19), è terra madre che genera cibo e vita, è terra che accoglierà alla fine i nostri corpi mortali, perché dalla terra siamo stati tratti.  Il cibo è innanzitutto voluto da Dio, è cosa buona e bella, è ciò che l’uomo si guadagna con il lavoro, è ciò che l’uomo renderà sempre più capace di nutrirlo e di renderlo più uomo! Continua a leggere  

TESTIMONIANZA

Quando un popolo è orgoglioso della sua eredità

C'è una piccola isola in Scozia chiamata Ulva, una delle 790, tutte ugualmente belle. La maggior parte sono riunite in quattro arcipelaghi, ma ci sono anche gruppi di isole agli estuari e nei numerosi lochs (termine scozzese per ‘laghi’) d'acqua dolce. Solo un centinaio sono abitate per la mancanza di servizi come l'ufficio postale, il centro sanitario, le scuole.

Ulva è stata messa in vendita, nel luglio 2017 per 4,25 milioni di sterline (4,77 milioni di euro), da un membro della famiglia aristocratica a cui l'isola apparteneva da decenni. Era il sesto a vivere su Ulva. Quando ricchi magnati russi e mediorientali sbarcarono dagli elicotteri, gli altri cinque abitanti ebbero paura che la ‘loro’ isola sarebbe caduta in mani straniere e il loro stile di vita stesse volgendo al termine. Hanno quindi deciso di comprare l'isola, loro stessi. Raggruppati in un'organizzazione locale, hanno fatto ricorso alla legge che concedeva loro un diritto di prelazione. Votata dal governo nazionalista di Nicola Sturgeon, questa legge consente alle comunità il diritto della prima offerta per qualsiasi vendita di terreni privati. Una legge molto popolare in una regione dove metà dei terreni appartengono a 500 persone, molte delle quali possiedono castelli e grandi proprietà rurali senza viverci. Quando la mise in vendita, il proprietario Jamie Howard, la descrisse come "una delle più belle isole private del nord Europa". La piccola isola di Ulva, con spiagge incontaminate, con la sua vista sul monte Ben More e la spettacolare cascata di Eas Fors della vicina isola di Mull, è un luogo idilliaco, una perla della Scozia.

Al suo apice, l'isola aveva più di 800 abitanti. Il suo declino iniziò nel 18° secolo quando i proprietari dei terreni effettuarono espulsioni in massa dei contadini che vi lavoravano per trasformare i loro campi in pascoli per le pecore. Molti emigrarono allora in Australia e Canada.

Diventata proprietaria dell'isola, l'organizzazione locale si impegna a fare tutto per il suo "sviluppo sociale ed economico" e per "ripopolarla". Hanno davanti ai loro occhi l'esempio della vicina isola di Eigg, acquistata dai suoi abitanti nel 1997, dopo essere passata per le mani di capricciosi proprietari. Da allora, la popolazione è quasi raddoppiata, l'isola ha una propria rete di energia rinnovabile, una connessione internet veloce e un festival di musica.

La Scozia è uno dei pochi paesi in cui la popolazione è rimasta stabile per 100 anni. Non si è mai completamente ripresa dalla prima guerra mondiale quando ha perso più uomini di ogni altro paese combattente. I monumenti funebri sparsi ovunque nel paese affiggono lunghi elenchi di nomi. Questo forse spiega in parte perché qui gli immigrati sono i benvenuti e perché la Scozia ha votato in massa contro la Brexit. Tutto ciò rende possibile anche il sogno dei nuovi proprietari: "Quando ne prenderemo il controllo, la priorità immediata sarà rinnovare le case. Abbiamo anche sempre detto che una nostra priorità sarà ripopolare l'isola", sostiene la gente.

L'isola è stata comprata "al prezzo stabilito dalla valutazione indipendente commissionata dal governo scozzese", dice l'organizzazione, che è stata in grado di raccogliere i fondi necessari grazie al contributo del Governo scozzese e di 500 persone. Gli abitanti sono stati piacevolmente sorpresi dal sostegno ricevuto, localmente ma anche dall'estero. "Abbiamo ricevuto donazioni da persone che non sono mai state in Scozia ma che sostengono la riforma agraria", dicono. "Per la nostra comunità, è un successo incredibile! Certo che quando la gente è orgogliosa della propria eredità, la sua capacità di autodifesa e autonomia ha quasi sempre successo.

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