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Le donne in America Latina emigrano rischiando la violenza

IPS 27.09.2023 Corrispondente IPS Tradotto da: Jpic-jp.org

In America Latina, il 62% delle donne che si spostano come migranti, rifugiate o richiedenti asilo si sentono insicure, o molto insicure, davanti alla possibilità di subire violenza di genere, secondo uno studio condotto da due agenzie internazionali d’aiuto ai rifugiati. Un aspetto poco considerato del problema migratorio.

Allo stesso tempo, il 35% di queste donne non si sente al sicuro nemmeno nel luogo di destinazione, secondo lo studio dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e della Hebrew Immigrant Aid Society (HIAS).

José Samaniego, direttore regionale dell'UNHCR, ha dichiarato che "la persistente disuguaglianza e gli elevati rischi di violenza di genere hanno un impatto su milioni di donne e ragazze sfollate in un contesto di violenza".

Nelle Americhe questi sfollati per forze maggiori sono 21,4 milioni, "la più grande e complessa crisi di migrazioni interne" del continente nella la storia, secondo l'UNHCR. Di questi sfollati, il 49% sono donne e ragazze.

Secondo l'UNHCR le ragioni che spingono queste persone a lasciare le proprie case sono molteplici: insicurezza e violenza, persecuzioni, povertà e disuguaglianza, violazioni dei diritti umani e violenza di genere, deterioramento dell'ordine pubblico ed il crescente impatto del cambiamento climatico.

La violenza di genere s’interseca poi con altri tipi di discriminazione: l'età, l'etnia, lo status di migrante, la nazionalità, la religione, lo stato civile, l'orientamento sessuale e l'identità di genere.

Secondo lo studio, la principale manifestazione di violenza di genere identificata al momento dello sfollamento è la violenza sessuale (36%), seguita dalla violenza psicologica (31%) e dalla violenza fisica (13%).

Il rischio di violenza di genere continua nel Paese d'asilo ed in queste destinazioni il 34% delle partecipanti all'indagine UNHCR-HIAS ritiene che il principale tipo di violenza che subiscono sia di tipo psicologico, seguito dalla violenza socio-economica (18%).

Tra i fattori che possono esporre le donne ad un rischio maggiore di violenza sessuale vi sono la xenofobia (31%), la mancanza di opportunità di lavoro (19%) e l'accesso limitato all’informazione (16%).

Gli spazi pubblici (54%) sono identificati come il principale luogo di rischio, seguiti dalla casa (21%) e dal lavoro (10%), con il 92% delle donne intervistate che hanno un impiego informale nel Paese di destinazione. In Brasile, i centri d’accoglienza sono identificati come luoghi di rischio per la violenza di genere.

Lo studio, con dati relativi al 2022, ha incluso indagini su 1.008 donne di sette Paesi (Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Messico, Perù e Venezuela), 52 gruppi con un totale di 364 partecipanti donne e uomini ed interviste con decine di informatori chiave e donne rifugiate.

Il 62% delle donne intervistate erano venezuelane, il 12% honduregne, il 10% nicaraguensi, il 9% colombiane ed il 2% provenienti da tre Paesi: El Salvador, Guatemala ed Haiti.

L'UNHCR e UN Women hanno annunciato una partnership per promuovere programmi che integrino la prospettiva di genere nelle risposte umanitarie, nelle politiche e nell’organizzazione nazionale d’accoglienza. "Solo attraverso un impegno congiunto e un'azione efficace possiamo creare un futuro più sicuro ed equo per le donne e le ragazze che passano per queste difficili circostanze", ha dichiarato Samaniego.

La violenza di genere "si acuisce nei contesti di mobilità umana, esponendo donne, ragazze e persone LGBTIQ+ a un continuum di violenza: dall'origine, durante il viaggio e nei luoghi di arrivo", ha osservato Cecilia Alemany, direttore regionale in funzione di UN Donne.

"UN Donne invita gli Stati a concentrarsi sugli spostamenti forzati interni ed internazionali e ad affrontare la violenza di genere", ha aggiunto Alemany.

Uno dei punti focali del lavoro proposto dalle agenzie è quello dell'informazione, perché le donne rifugiate hanno una scarsa conoscenza dei loro diritti e dei servizi disponibili nelle loro comunità. Tra le donne che hanno partecipato allo studio, il 62% non era affatto a conoscenza dei loro diritti di donne rifugiate o in mobilità umana davanti ai rischi della violenza di genere, e il 55% non conosceva nemmeno i servizi disponibili nelle loro comunità.

Vedi, Riesgo de violencia afrontan mujeres migrantes en América Latina

Foto. Migranti venezuelane in un terminal passeggeri a Bogotà: le donne sfollate con la forza nel continente corrono il rischio di subire violenze di genere durante il transito ed anche a destinazione ed hanno bisogno di programmi d’informazione sui loro diritti, sottolineano l'UNHCR e UN Women. © Fernanda Pineda/AI

 

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I commenti dai nostri lettori (1)

Margaret Henderson 08.11.2023 Here in Scotland we almost never come across people from Latin America. My brother Walter has told me for years, however, about how women from there are often treated ‘like dogs’, as he puts it. He has lived in Spain for many years. His wife became very ill and deteriorated over many years before her death. Walter employed 2 women from Columbia to help to look after her and they did so in the most kindly of manners. Walter got to know them well and, after his wife’s death, became very involved in the Columbian community. Very recently he married a Columbian and they are very happy.