Vol. 5 - N° 10

GPIC Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 5 - N 10

PRIMA PAGINA

Vale qualcosa la religione per le corporazioni nord-americane?

Che lo si creda o no, la religione sembra assumere sempre più importanza nelle imprese nord-americane. Un recente studio della Tomorrow's Research Today che sta per essere pubblicato  nel Journal of Financial and Quantitative Analysis ritiene che le imprese situate nelle contee nord-americane con elevata religiosità abbiano una credibilità più elevata e costi di debito più bassi rispetto ad altre imprese. Interessante, vero? Lo so, stai scuotendo la testa fra domande e scetticismo. La prima domanda che nasce può essere questa: Cosa fa dire che una contea nord-americana ha un'elevata religiosità? È una contea che tra la sua popolazione possiede un'alta percentuale di membri appartenenti a una chiesa. Nello studio, gli autori si riferiscono alle imprese situate in tali contee come imprese d'elevata religiosità. La domanda più importante potrebbe essere: come può un'impresa di elevata religiosità arrivare ad avere una credibilità valutata come alta e costi di debito più bassi? La risposta è in realtà piuttosto semplice. Le persone religiose tendono a rischiare meno, ad esempio evitano i giochi d'azzardo e sono meno propense a comportamenti inappropriati, ad esempio, a commettere reati. Leggi tutto l'articolo  

UNA BELLA NOTIZIA

Perù: un governo indigeno autonomo

Il primo governo autonomo indigeno del Perù è stato istituito da 85 comunità Wampis alla fine di novembre 2015. Si tratta di una scelta che potrebbe avere grande rilevanza per tutte le lotte popolari e indigene della regione. La popolazione amazzonica wampis l’ha fatta dopo un lungo percorso di lotte contro le imprese petrolifere, minerarie e forestali che estraggono profitti depredando il loro territorio. Gli indigeni ritengono di non potersi più affidare a ipotetici atti di giustizia da parte delle istituzioni publiche e di chi detiene il potere formale e sostanziale in Perù. Leggi tutto l'articolo;   Vedi anche qui; poi leggi qui a anche qui in ES e qui.

UNA BRUTTA NOTIZIA

Bambini che nascono affetti da alcolismo fetale

Uno studio del Centro per la Dipendenza e la Salute Mentale del Canada ha reso note le prime stime, a livello mondiale, del numero di donne che bevono alcol durante la gravidanza. Secondo i dati pubblicati nel The Lancet Global Health, si tratta di circa il 10%, e ogni anno 119 mila bambini nascono con la sindrome di alcolismo fetale dovuto al consumo. Dallo studio, pervenuto a Fides, emergono grandi differenze tra regioni e Paesi. In alcuni luoghi si stima che oltre il 45% delle donne bevono alcol durante la gravidanza. In altri come il Canada, dove sono forti le indicazioni cliniche a favore dell’astinenza durante questo periodo, si stima che il 10% continui a bere. Le conseguenze più gravi fanno si che 15 persone su 10 mila soffrono di un disturbo di alcolismo fetale in tutto il mondo, caratterizzato da problemi mentali, di comportamento e apprendimento, oltre che disabilità fisiche. I cinque Paesi dove le donne consumano alcol durante la gravidanza sono in Europa: Russia, Regno Unito, Danimarca, Bielorrusia e Irlanda. Inoltre come regione, l’Europa è anche quella con la maggiore prevalenza di uso di alcol tra le donne in attesa rispetto alla media mondiale. I livelli più bassi di consumo di alcol durante la gravidanza e la sindrome di alcolismo fetale, invece, sono stati registrati nelle regioni del Mediterraneo orientale e nel sudest asiatico. Non tutte le donne che bevono durante la gravidanza avranno un figlio con questo disturbo, si stima tuttavia che ne soffrirà un bambino su 67 madri bevitrici. Anche se è noto che l’alcol può danneggiare qualsiasi organo del feto durante il suo sviluppo, in particolare il cervello, non è ancora conosciuto esattamente ciò che rende un feto più sensibile, in termini di quantità o frequenza del consumo di alcol, dato che potrebbero influire anche altri fattori come la genetica, lo stress, il fumo e l’alimentazione. Leggi Agenzia Fides  

CELEBRIAMO!

La missione al cuore della fede cristiana

Il Messaggio di papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2017 ci convoca attorno alla persona di Gesù, «il primo e il più grande evangelizzatore», che continuamente ci invia ad annunciare il Vangelo dell’amore di Dio Padre nella forza dello Spirito Santo. «Il mondo ha essenzialmente bisogno del Vangelo di Gesù Cristo. Egli, attraverso la Chiesa, continua la sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta. E grazie a Dio non mancano esperienze significative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo. Penso al gesto di quello studente Dinka che, a costo della propria vita, protegge uno studente della tribù Nuer destinato ad essere ucciso. Penso a quella celebrazione eucaristica a Kitgum, nel Nord Uganda, allora insanguinato dalla ferocia di un gruppo di ribelli, quando un missionario fece ripetere alla gente le parole di Gesù sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», come espressione del grido disperato dei fratelli e delle sorelle del Signore crocifisso. Quella celebrazione fu per la gente fonte di grande consolazione e tanto coraggio. E possiamo pensare a tante, innumerevoli testimonianze di come il Vangelo aiuta a superare le chiusure, i conflitti, il razzismo, il tribalismo, promuovendo dovunque e tra tutti la riconciliazione, la fraternità e la condivisione». Leggi qui tutto il messaggio di Papa Francesco

AGIAMO!

10 cose da sapere sulla lotta nonviolenta

1-. L'azione nonviolenta viene utilizzata dappertutto da persone di ogni classe sociale, razza, genere, sesso, fede e convinzione politica per raggiungere una vasta gamma di obiettivi, tra cui il cambiamento di regimi, la fine di invasioni, l'espulsione di forze straniere, la deposizione di dittatori, la protezione dell'ambiente, la conquista dei diritti civili, l'instaurazione della giustizia economica e molto altro ancora.

2-. L'azione nonviolenta è due volte più efficace che i mezzi violenti, funziona con un terzo della quantità di tempo e comporta una minuscola frazione di vittime in confronto a un conflitto violento.

3-. Mentre gli analisti non sanno quante persone sia necessario coinvolgere per mettere in moto con successo un'azione non violenta che raggiunga gli obiettivi ambiti, gli stessi analisti sanno che tutti i movimenti da essi studiati e che hanno mobilitato con successo il quattro per cento del popolino,  hanno sempre vinto.

4-. Ci sono più di 200 metodi di azione non violenta, tra essi marce, manifestazioni, comizi, boicottaggi, scioperi, incontri, blocchi, non cooperazione, disobbedienza civile, fermi e rallentamenti sul lavoro, rifiuto di fornire servizi e molto altro ancora.

5-. La nonviolenza ha due mani: la prima dice no all'ingiustizia e l'altra che dice sì alla giustizia. La nonviolenza gandhiana potrebbe riferirsi a questo quando parla di programmi ostruttivi e programmi costruttivi. Altri parlano di una strategia bifacciale come "opporsi e proporre", o il non cooperare con il negativo e il cooperare con il beneficioso. Ad esempio, un movimento potrebbe agire in opposizione all'agricultura industriale e contemporaneamente incoraggiare il sostegno alle aziende agricole locali e piccole.

6-. Si possono usare atti di protesta e di persuasione come discorsi, volantini e marce per diffondere la conoscenza di un problema o delle sue cause; o fare azioni costruttive come creare istanze alternative e governi paralleli per mettere in piedi nuovi sistemi fondati sulla giustizia; o utilizzare gesti di non cooperazione e di intervento come boicottaggi, scioperi, fermate, ecc., al fine di bloccare l'ingiustizia e sospendere la collaborazione e il consenso.

7-. I movimenti possono usare una serie di azioni nonviolente per mettere in marcia una campagna intorno ad un obiettivo specifico. Una serie di campagne costruisce una serie di passi che mirano a realizzare i grandi obiettivi del movimento.

8-. I movimenti nonviolenti per il cambiamento cercano di rimuovere il sostegno dall'ingiustizia, e promuovere i sistemi giusti. Questo sostegno può includere risorse materiali, denaro, risorse umane, competenze e conoscenze, autorità, comunicazioni, opinione pubblica e fattori immateriali come l'obbedienza, la paura, la speranza, la fedeltà, ecc.

9-. A differenza dei conflitti violenti che disumanizzano le persone, le feriscono e perfino le uccidono, i movimenti nonviolenti cercano di umanizzare tutti coloro che vi sono coinvolti, inclusi i membri stessi del movimento, l'opposizione e gli osservatori.

10-. La lotta nonviolenta viene utilizzata da persone ordinarie e speciali proprio come te e come me. Trova un movimento, lasciati coinvolgere, avvia una campagna, partecipa ad un'azione, costruisci un sistema alternativo e trova il modo per arrivare a cambiamenti proprio lì dove ti trovi.

Ripreso da Pambazuka (Articolo publicato da Counterpunch il 09.03. 2016). Di Rivera Sun, autore anche di "The Dandelion Insurrection" e cofondatore della "Love-In-Action Network". Le opinioni dell'articolo non riflettono necessariamente né quelle di Pambazuka né del blog www.jpic-jp.org

TEMPO PER RIPENSARCI

Il Rwanda di nuovo davanti a incroci pericolosi

"Il presidente a vita Paul Kagame mette di nuovo il Rwanda di fronte a scelte pericolose. Il 4 agosto 2017 il presidente del Rwanda, Paul Kagame, si è autoeletto presidente a vita attraverso, cosiddette elezioni, con le quali ha ottenuto un voto perfetto, il 99%, ottenendo così il diritto a un posto permanente al fianco di Giuseppe Stalin, Saddam Hussein, Kim Jong-Un e molti altri dittatori morti o viventi. Le elezioni finte e costose sono state precedute da un sedicente referendum per cambiare la costituzione, cosa che gli permette di essere presidente fino al 2034". Un articolo di base e altri articoli correlati per leggere nel modo giusto una pagina triste che molti si ostinano a leggere in modo sbagliato. Leggi tutto qui

TEMPO PER SORRIDERE

L'età della pietra?

C'è un libro interessante, ha per titolo in francese: Génétique du péché originel - Genetica del peccato originale. Usando biologia e  chimica, e basandosi sugli studi dell'evoluzione e della selezione delle speci, vuole dimostrare che un certo peccato originale è iscritto nel DNA dell'umano: la lotta per la sopravvivenza che impedisce la comprensione dell'altro e porta alla scontro, è inscritta nei nostri geni e fino a quando con intelligenza e buona volontà non riusciremo  a modificare, non per selezione naturale, ma per scelta cosciente con questi geni, continueremo a scannarci inutilmente e senza scopo. Questo video sorride all'idea dell'incontro di un uomo sapiens con l'uomo tecnologico, ambedue inconsapevoli di quel famoso gene che provoca la reciproca incomprensione. Vedi e sorridi  

DA VEDERSI

Quanti miliardi spendiamo per le armi?

A quanto ammontano le spese militari italiane in un anno, in un giorno, in un’ora? Quanti sono gli effettivi delle nostre Forze Armate? Quanti i comandanti e quanti i comandati? Per acquistare nuovi armamenti (cacciabombardieri, navi militari, blindati e carri armati) quanti miliardi vengono impiegati, ogni anno?

Questo video, basato sui dati ufficiali elaborati da Osservatorio Mil-€x e dai principali centri di ricerca mondiali sulle spese militari, ve lo racconta. Se già sapevate, il video é uno strumento per diffondere numeri e analisi. In ogni caso, un video da rilanciare!

Una valutazione seria ed approfondita della spesa militare del nostro Paese é fondamentale per esercitare un corretto controllo democratico. Una valutazione che non si può condurre senza un lavoro di studio preciso e competente, che necessita tempo e professionalità. E' il lavoro che l’Osservatorio Mil-€x ha fin dall’inizio deciso di intraprendere, un lavoro non facile perché molti vorebbero continuare a tenere nascosti e non trasparenti i dati del problema, mentre è fondamentale svelare i segreti delle spese militari italiane. Nessun altro ti dirà quello che ti dice questo video, con dati e notizie inedite. E così i “soldi armati” continuano ad essere avvolti da un’opacità inaccettabile. Sia Che tu sia o no un italiano, ricordati del proverbio del Burundi: Mbire cito canje, cito c'uwundi ciyumvireho, parlami del mio difetto e capirò i difetti degli altri.

(Fonte https://comune-info.net/2017/09/quanti-miliardi-spendiamo-le-armi/ dove trovi il video) Per saperne di più vedi il sito milex, http://milex.org/)
RISORSE

Islam: tra leader disonesti e seguaci superzelanti

La militanza islamica che ha nel mirino i non musulmani, specialmente i cristiani, è profondamente radicata nella discordia storica che esiste nell'Islam stesso. Il profeta Mohammad predicava la coesistenza pacifica in particolare con i cristiani. I musulmani che promuovono la violenza in nome della loro religione sono semplicemente fuori  dalla verità. Notizie interessanti da Teheran! Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, ha richiamato all'unità la comunità musulmana con l'obiettivo finale di rifare a nuovo l'immagine negativa che gli stessi musulmani hanno costruito della loro religione con i loro inutili battibecchi. A Rouhani mancò solo dire ai musulmani di nascondere le loro teste nella vergogna per l'immagine negativa che hanno dato dell'Islam.

E' un parlare chiaro, siamo d'accordo, ma richieste simili sono state fatte anche in passato e Rouhani non sarà certamente l'ultimo. A essere sinceri, c'è molto buon senso nell'appello di Rouhani. l'Islam ha certamente un problema d'immagine che risale ai primi giorni della sua esistenza come religione. Riscalda il cuore che questo richiamo sia fatto oggi, seppur con quattordici anni di ritardo, dal leader di un paese che ha avuto un ruolo fondamentale nel dare dell'Islam un'immagine negativa.

L'appello di Rouhani è necessario per la spaccatura Shi'a/Sunnita che ha provocato una sequela di morti tra i musulmani e i non musulmani. Il richiamo è d'importanza per i musulmani della Nigeria. Apparentemente, tutti i musulmani sottoscrivono l'unità di Dio; ciò che qualcuno contesta, e che è stata la causa di sangue inutile, ha come centro la profezia di Muhammad, la questione dei quattro califfi e le varie autorità costituite perchè richieste da Dio.

Lo scontro non è più discusso con sussurri. Nella maggior parte degli ultimi quattro decenni, lo scisma ha assunto dimensioni spaventose, causando spesso gravi conseguenze per le vite umane e la proprietà. È diventato così canceroso da rendere vani gli sforzi per risolverlo da parte di prominenti chierici  e gruppi musulmani. Leggi tutto l'articolo  

Nota. Questo articolo non spiega tutti i conflitti all'interno del mondo musulmano né la complessità che nasce da problemi storici, culturali e geopolitici più ampi del semplice aspetto religioso. Apre una finestra sul conflitto originale (la fitna nella cultura dell'Islam) che persiste nei paesi africani, anche se non forse non è più la questione principale nel resto del mondo.
TESTIMONIANZA

Un gesto significativo dei gesuiti contro l'acaparramento di terre

Ogni advocacy deve aver come base la credibilità che da forza alle proprie posizioni e proposte. E dovrebbe essere realmente fatta nel migliore interesse della popolazione colpita. E' allora che la advocacy aumenta la consapevolezza e la partecipazione dei cittadini attirando l'attenzione su questioni importanti per la società e assicurando un cammino verso il cambiamento. Tra i vari tipi di advocacy sicuramente il migliore sono i gesti significativi definiti anche "buone pratiche". Troppo spesso, le organizzazioni di base e internazionali intendono l'advocacy come uno spazio dove parlare, discutere, dar conferenze, prendere decisioni, accordi o disaccordi, scrivere documenti e articoli: sempre più oggi c'è bisogno di persone che agiscano rischiando le critiche e mettnedo in subbuglio la political correctness.

E così i gesuiti stanno restituendo 525 acri di terra ai nativi americani Rosebud Sioux del Sud Dakota. "È giunto il momento di restituire alla tribù tutti quei pezzi di terra che erano stati dati alla chiesa per scopi religiosi", ha detto P. John Hatcher, che presiede la Missione di San Francesco.

La proprietà era stata assegnata dal governo degli Stati Uniti ai gesuiti nel 1880 per costruirvi chiese e cimiteri, afferma padre Hatcher. "All'inizio della missione, avevamo 23 stazioni missionarie. Ma nel corso degli anni, quando la gente si è allontanata dalle praterie e per vivere nei centri, alcune di quelle chiese sono state chiuse perché considerate inutili". In altre proprietà non si sono mai costruite chiese. P. Hatcher ha aggiunto: "Non si costruiranno mai più chiese su quei piccoli appezzamenti di terra. E' quindi l'occasione per restituirli a chi appartengono di diritto, al popolo Lakota ", di cui fanno parte i Sioux Rosebud. La proprietà, per un totale di circa 525 acri, è sparsa su un'estensione di 900.000 acri nella riserva dei Rosebud che si trova nella parte sud-centrale del Dakota, confinante sia con il Nebraska e il fiume Missouri. Quando il lavoro del trasferimento delle terre è stato avviato, si è trovato in un "vicolo cieco". Era questione di sapere qual'era all'interno del Dipartamento federale per gli affari indiani l'ufficio giusto per fare i tramiti. "Trovare l'ufficio giusto per fare questo lavoro è un assunto ingombrante", afferma Rodney Bordeaux, direttore operativo della St Francis Mission.

Questa terra, di nuovo nelle mani di Rosebud Sioux, "potrebbe essere utilizzata giustamente per scopi agricoli o per il pascolo come adesso. Potrebbe essere utilizzata anche per lo sviluppo della comunità. Potrebbe continuare ad essere utilizzato anche per scopi religiosi", sostiene Harold Compton, vice direttore esecutivo di Tribal Land Enterprises, la società di gestione delle terre dei Rosebud Sioux. "Dal momento che questi appezzamenti sono molto sparsi, credo che ognuno di essi potrà servire nel modo migliore a seconda di dove si trova". Circa 25.000 persone sono considerate Sioux Rosebud, di esse 15.000 vivono nella riserva.

 "È il simbolismo del ritorno. Questa terra fu categoricamente riservata dal governo per l'uso della chiesa. Così, la chiesa la restituisce alla tribù ed è un vantaggio per tutti. Il simbolismo supera di gran lunga il valore", ha cominciato con dire Compton alla CNS, ma subito si è corretto. "La terra è preziosa. La terra ovunque è preziosa. La terra qui vale intorno ai 1.000$,  2.000$ o più per acre".

Dal Catholic Herald: Catholic Herald, 9 May 2017 

Foto: Samantha Jones della tribù Sicangu Lakota dei Sioux Rosebud, a sinistra e di Casey Camp della Ponca Nation (foto di archivio della CNS di Washington - 2014)

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