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Pagheranno i rifugiati palestinesi il prezzo per i pasticci dell'UNRWA?

IPS 08.08.2019 Thalif Deen Tradotto da: Jpic-jp.org

Una crisi minaccia di minare il futuro dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (UNRWA) e rischia di avere un impatto devastante, non solo sulla credibilità delle Nazioni Unite, ma anche su oltre cinque milioni di rifugiati palestinesi la cui la sopravvivenza dipende dai servizi umanitari forniti da questa agenzia dell’ONU con sede ad Amman e Gaza.

Mouin Rabbani, ricercatore presso l'Institute for Palestine Studies, afferma: “Questa crisi deve essere risolta di forma urgente in conformità con le procedure adeguate, per il bene della stessa UNRWA e per garantire che i rifugiati palestinesi non siano costretti a pagare il prezzo di quella che è indiscutibilmente una campagna politica condotta dagli Stati Uniti e da Israele per eliminare i diritti dei rifugiati palestinesi dall'agenda internazionale".

La crisi deve essere analizzata da un doppio punto di vista, organizzativo e politico. Dalla prospettiva organizzativa, è un fatto che il commissario generale dell'UNRWA, Pierre Krahenbuhl, è formalmente accusato di aver concentrato illegalmente l'autorità decisionale nelle mani di una piccola cerchia di amici da lui scelti e di usare questa autorità per commettere abusi estremamente gravi.

Significativamente le accuse sono emerse dalla stessa UNRWA e dall'Ufficio etico dell’ONU, che sostiene di avere prove "credibili e confermate", presentate in un rapporto dettagliato trasmesso all'Ufficio del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SG) che lo ha ritenuto sufficientemente credibile per far aprire un'indagine formale dall'Ufficio dell’ONU per la supervisione (OIOS).

Le indagini continuano, ma già Svizzera, Belgio e Paesi Bassi hanno sospeso i loro contributi all'UNRWA, seguendo l'amministrazione Trump che nel gennaio 2018 aveva deciso, principalmente per motivi politici, di trattenere 65 milioni di dollari sul pacchetto di aiuti previsti di 125 milioni, scatenando nell'UNRWA una crisi finanziaria.

Un ex alto funzionario dell’ONU, parlando sotto anonimato, si è mostrato preoccupato che alcuni Stati membri si siano affrettati a sospendere contributi di vitale importanza per l'UNRWA, castigando di fatto palestinesi innocenti, tra cui decine di migliaia di bambini. "Fare un passo così drastico sulla base della copertura mediatica di un rapporto interno riservato e non disponibile per gli Stati membri e sapendo che è ancora oggetto di indagine da parte di OIOS, è una decisione esagerata, soprattutto in un momento in cui anche la separazione di un singolo bimbo immigrato dai suoi genitori è giustamente considerata inaccettabile", ha dichiarato.

L'Ufficio etico è un'unità chiave dell’ONU, istituito per controllare gli abusi e le sue relazioni sono prese sul serio. Tuttavia, non ha il mandato né le risorse per condurre indagini esaustive; quindi raccoglie e trasmette informazioni e prove all’OIOS per la loro analisi. Anche se OIOS dovesse riscontrare gravi responsabilità a carico dei vertici, non dovrebbero essere i rifugiati palestinesi a soffrirne.

Il presidente Trump ha posto fine al contributo annuale di 360 milioni di dollari degli Stati Uniti, ma un'intensa campagna dell’UNRWA ha raccolto oltre 110 milioni di dollari da altri paesi. "Se l'UNRWA fosse così affogata da gravi disfunzioni tra i suoi alti direttivi, non è possibile immaginare che gli Stati ne fossero totalmente inconsapevoli e così eccezionalmente generosi", ha dichiarato l'ex funzionario. L'UNRWA, in quanto Agenzia dell’ONU, è finanziata quasi interamente da contributi volontari. L'unica eccezione è una sovvenzione molto limitata dal bilancio ordinario dell’ONU, che viene utilizzato esclusivamente per i costi amministrativi.

Il lavoro dell'UNRWA non potrebbe essere svolto senza i sostanziali contributi dei governi statali e regionali, dell'Unione Europea e di altri partner governativi, che rappresentarono il 93,28% di tutti i contributi nel 2018. “Nel 2018, il 50% degli impegni totali verso dell'UNRWA di $ 1,27 miliardi erano di Stati membri dell'UE, che hanno contribuito con $ 643 milioni. L'UE, la Germania e l'Arabia Saudita sono state le maggiori donatrici individuali, contribuendo con un 40% del totale”, per ammissione della stessa UNRWS. Anche il Regno Unito e la Svezia sono stati tra i primi cinque donatori.

Krahenbuhl dovrebbe dimettersi immediatamente. Se dovesse rifiutare di farlo, come sembra, il SG Guterres dovrebbe esercitare la sua responsabilità e porre Krahenbuhl in congedo amministrativo con effetto immediato fino a quando la questione non sia risolta. “Questo è ciò che ci si aspetta, e in effetti spesso accade, sia nel settore pubblico che in quello privato. La rimozione di alcuni dei subordinati di Krahenbuhl e la nomina di un suo vicedirettore ad interim sono una risposta insufficiente che probabilmente serve solo ad approfondire la crisi e aumentare il discredito sia dell'UNRWA che dell’ONU”, ha fatto osservare Mouin Rabbani.

Non è stato bello per l’ONU, ha aggiunto, che il rapporto etico con le accuse contro Krahenbuhl sia stato comunicato all'ufficio del SG alla fine del 2018, e che nessuna azione significativa sia stata presa fino a quando il rapporto non è stato divulgato alla stampa durante l'estate. Questo dato è sottolineato dai diversi importanti contribuenti (Belgio, Olanda, Svizzera) che hanno sospeso il loro aiuto all’UNRWA e da parte di altri stati che prospettano misure simili.

Da un punto di vista politico, è fondamentale notare che questa crisi è scoppiata in un momento critico per l'UNRWA, quando la sua stessa esistenza è sotto minaccia da parte dell'amministrazione Trump. Il mandato dell'UNRWA deve essere rinnovato entro la fine dell'anno in corso, e questo solleva interrogativi sul tempismo della fuga delle informazioni. Il contesto politico rende ancora più urgente un'azione decisiva dell’ONU. Rabbani fa notare: "Questa crisi, e la sua risposta, è la prova finale dell’impegno dell’ONU per questo mandato".

È importante ricordare che le accuse sono state mosse a persone all'interno dell'UNRWA ma non all'agenzia stessa; la decisione degli Stati Uniti di interrompere i contributi all'UNRWA, la campagna per chiedere l'eliminazione dell'agenzia, la conseguente crisi dell'agenzia stessa, sono il contesto in cui sono avvenuti questi abusi di autorità. Gli abusi di autorità e gli altri comportamenti illeciti dettagliati nel rapporto non sono affatto unici e propri dell'UNRWA; abusi simili e più discutibili sono stati documentati presso altre agenzie dell’ONU. Inoltre le accuse riguardano principalmente alti funzionari espatriati: Krahenbuhl è svizzero e il suo ex vice americano, piuttosto che personale palestinese. L’unico membro palestinese del personale coinvolto è già stato licenziato, ha concluso Rabbani.

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