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Il Sahel - Un'area dove lo Stato è assente

AEFJN 10.06.2023 AEFJN Tradotto da: Jpic-jp.org

Le antiche rotte commerciali attraverso il Sahara, dove un tempo le carovane commerciavano sale e altre merci ambite, sono oggi teatro di un intenso traffico di esseri umani, armi e droga da parte di bande criminali.

Il Sahel, una regione ricca di poveri

I Paesi del Sahel sono le ex colonie francesi di Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad. Sono tra i più poveri al mondo e allo stesso tempo hanno una densità di popolazione estremamente elevata.

Il Sahara, in continua espansione, copre gran parte del territorio. Le terre utilizzate dai pastori e dagli agricoltori risentono dei cambiamenti climatici e dei sempre più frequenti periodi di siccità. La regione è ricca di risorse naturali ma poco sviluppata. Per trovare un reddito, i giovani partono per i Paesi vicini, cercano di raggiungere l'Europa o si uniscono ai gruppi jihadisti o criminali.

Una guerra di culture

Le cause principali dell'emergere dell'islamismo militante possono essere ricondotte alla politica coloniale francese: le strutture politiche e sociali tradizionali sono state sostituite da quelle europee e la cultura francese è diventata la cultura dominante delle élite. La maggioranza della popolazione musulmana si sente sradicata culturalmente e sfruttata economicamente. L'islamismo militante offre un'identità religiosa ed un'alternativa ad un modello di sviluppo fallimentare. I gruppi jihadisti sono presenti non solo nei Paesi del Sahel, ma anche nel nord della Nigeria con il movimento Boko Haram e altrove. Questi gruppi militanti hanno ricevuto sostegno finanziario e militare da Arabia Saudita, Qatar, Iran e altri Paesi, istituzioni ed individui musulmani. Hanno sviluppato un proprio modello di autofinanziamento attraverso rapimenti, rapine in banca e coinvolgimento nel contrabbando inter-sahariano di armi, droga e persone.

Fattori esterni

L'intervento della NATO in Libia dopo l'assassinio del dittatore Gheddafi nel 2011 ha gettato il Paese nel caos e destabilizzato l'intera regione. Gli enormi arsenali di armi di Gheddafi sono stati saccheggiati e venduti in molti Paesi a bande jihadiste e criminali. Migliaia di Tuareg, mercenari al servizio di Gheddafi, hanno conquistato gran parte del Mali settentrionale e si sono alleati con milizie islamiche vicine ad Al-Qaeda o allo Stato Islamico (EI). Una serie di colpi di Stato militari in entrambi i Paesi ha contribuito al caos. Né l'impegno militare della Francia né i 10.000 peace-keeper della missione MINUSMA delle Nazioni Unite, che comprende 1.000 soldati della Bundeswehr, sono riusciti a fermare la destabilizzazione della regione.

Un'area dove lo Stato è assente

Il risultato è un'area che non è più in gran parte sotto il controllo dello Stato. Lo Stato non è visto come un attore positivo che offre servizi, sicurezza, istruzione, assistenza sanitaria, ma piuttosto come un altro bandito. In assenza di controllo statale, i gruppi jihadisti e criminali hanno mano libera. Lungo le vecchie e nuove rotte commerciali viene contrabbandata una grande varietà di merci illegali, tra cui:

- armi per gruppi militanti islamici, gruppi etnici in guerra e bande criminali;

- droghe, come la cocaina, che rappresentano un mercato multimilionario;

- migranti e rifugiati diretti in Europa, che vengono abusati e sfruttati;

- farmaci e altri prodotti contraffatti.

Un disastro umanitario

All'inizio del 2023, circa 2,7 milioni di persone erano sfollate nel Sahel e 18 milioni dipendevano dagli aiuti alimentari. Più di 10.000 scuole e centri sanitari sono stati chiusi.

L'UE e i governi federali si stanno concentrando sulla cooperazione con i governi relativamente stabili di Niger e Mauritania. Allo stesso tempo, stanno fornendo aiuti umanitari a coloro che sono fuggiti ed investendo in aiuti allo sviluppo tradizionale, nella speranza di creare migliori opportunità di lavoro per le giovani generazioni.

"Se non si fa nulla, l'impatto del terrorismo, dell'estremismo violento e della criminalità organizzata si farà sentire ben oltre la regione ed il continente africano... Dobbiamo ripensare il nostro approccio collettivo ed essere creativi nell'andare oltre gli sforzi esistenti" (Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite).

http://aefjn.org/fr/le-sahel-un-espace-ou-letat-est-absent/

Ver, Le Sahel – Un espace où l’état est absent

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I commenti dai nostri lettori (1)

Bernard Farine 23.08.2023 Malheureusement, depuis l'écriture de l'article, le Niger n'est plus "relativement stable". L'article ne parle pas de la montée de l'influence russe par l'intermédiaire de Wagner. Par ailleurs, dans un tout autre contexte, l'islamisme radical est aussi un repère d'identité pour des jeunes des banlieues françaises parfois abandonnées par la République (éducation, sécurité, santé, ressources économiques, etc.)