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L'America Latina ha sottovalutato le disuguaglianze

Santiago del Cile 28.11.2019 ECLAC, comunicato stampa Tradotto da: Jpic-jp.org

Quello che sta succedendo in Cile, Venezuela, Ecuador, Bolivia è solo la punta dell'iceberg di una conflittualità sociale che, sotto le ceneri, inizia a fare fumo e fuoco. E' una componente delle convulsioni e dei movimenti che generano gli ampi cambiamenti che si verificano in tutto il mondo. ECLAC nel suo Social Panorama of Latin America 2018 (Panorama Sociale dell'America Latina 2018), mette il dito nella piaga.

“Per quasi un decennio, la Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi (ECLAC) ha messo l'uguaglianza come fondamento dello sviluppo. Oggi vediamo di nuovo l'urgenza di continuare nella costruzione di Stati previdenziali, basati sui diritti e l'uguaglianza, che diano ai loro cittadini l'accesso a sistemi di protezione sociale globali e universali e a beni pubblici essenziali, come la salute e un'educazione di qualità, abitazione e trasporti. E' un appello a costruire patti sociali per l'uguaglianza". Sono parole di Alicia Bárcena, segretaria esecutiva dell'ECLAC, durante il lancio del rapporto Social Panorama of Latin America 2018.

Ridurre la disuguaglianza reddituale è la chiave per riprendere il cammino, ridurre la povertà e raggiungere l'Obiettivo n. 1 delle mete stabilite per lo sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030. “È necessario crescere per avere uguaglianza ed è necessaria l'eguaglianza per crescere. Superare la povertà nella regione non richiede solo una crescita economica; questa deve essere accompagnata da politiche ridistributive e fiscali efficaci", afferma lo studio presentato a Santiago (Cile).

Il documento si preoccupa per la crescita degli strati di reddito medio che continuano a registrare carenze e vulnerabilità, sia in relazione al loro reddito che nell'esercizio dei loro diritti. Tra il 2002 e il 2017, gli strati a basso reddito (persone in povertà estrema, povertà o prossimi alla povertà) sono diminuiti dal 70,9% al 55,9% della popolazione totale. A sua volta, la presenza degli strati di reddito medio (suddivisi in medio-basso, medio-medio e medio-alto) è cresciuta dal 26,9% al 41,1%. In questo modo, il 76,8% della popolazione dell'America Latina appartiene a strati di reddito basso o medio-basso, sottolinea l'ECLAC. Infine, le persone appartenenti agli strati ad alto reddito sono aumentate dal 2,2% al 3,0%.

Della popolazione adulta totale appartenente nel 2017a strati a medio reddito, oltre la metà non aveva completato l'istruzione secondaria; il 36,6% era occupato in attività ad alto rischio di degenerare nel lavoro informale o precario (lavoratori autonomi non professionisti, lavoratori non professionali di microimprese e del servizio domestico); e solo la metà delle persone economicamente attive erano affiliate o contribuivano in un sistema pensionistico. Il principale sostegno economico familiare di questi strati riceveva in media 664$ al mese, mentre negli strati inferiori il reddito scendeva a 256$. Il rapporto mostra che un'alta percentuale della popolazione a medio reddito presenta significativi deficit di inclusione sociale e lavorativa e un alto grado di vulnerabilità con il rischio di ricadere nella povertà in caso di disoccupazione, di diminuzione del proprio reddito o di altri eventi come gravi malattie e catastrofi.

Nel 2018 il 30,1% della popolazione, in America Latina, era al di sotto della soglia di povertà, mentre il 10,7% viveva in condizioni di estrema povertà. Seguendo la tendenza dal 2015 in poi questi tassi aumenterebbe al 30,8% e all'11,5%, rispettivamente, nel 2019, secondo le proiezioni ECLAC.

Ciò significa che secondo il Panorama Social dell'America Latina 2018 circa 185 milioni di persone erano al di sotto della soglia di povertà nel 2018, di cui 66 milioni in estrema povertà. Nel 2019, questo numero aumenterebbe a 191 milioni, di cui 72 milioni in estrema povertà. Praticamente tutte le persone che quest'anno si trovano in povertà lo sono in povertà estrema.

L'aumento di 2,3 punti percentuali di povertà tra il 2014 e il 2018 sulla media regionale è sostanzialmente spiegato dagli aumenti registrati in Brasile e Venezuela. Nel resto dei paesi la tendenza dominante in questo periodo era verso una diminuzione, principalmente grazie all'aumento delle retribuzioni per lavoro delle famiglie a basso reddito, ma anche grazie ai contributi dei sistemi pubblici di protezione sociale e, in alcuni paesi, delle rimesse private dall'estero.

La povertà colpisce soprattutto bambini, adolescenti e donne, indigeni e persone di origine africana, residenti nelle aree rurali e disoccupati.

Lo studio dell'ECLAC indica che la disuguaglianza nella distribuzione del reddito - data dall'indice Gini sulla base di indagini sulle famiglie - ha continuato la sua tendenza al ribasso (in media è scesa da 0,538 nel 2002 a 0,465 nel 2018 in 15 paesi), ma a un ritmo più lento rispetto agli ultimi anni. Mentre tra il 2002 e il 2014, si riduceva dell'1,0% ogni anno, tra il 2014 e il 2018 il calo è stato dello 0,6% annuale. Tuttavia, se l'indice Gini viene corretto utilizzando altre fonti di informazione, in grado di registrare al meglio il reddito dell'1% più ricco, si osserva che la disuguaglianza è maggiore e la tendenza al declino viene attenuata rispetto a quella stimata solo dai sondaggi sulle famiglie.

Ad esempio, in Brasile, nel 2014 la presenza dell'1% più ricco del paese ha raggiunto il 9,1% del reddito totale secondo i sondaggi sulle famiglie, una percentuale che sale al 27,5% tenendo conto delle informazioni fiscali. In Cile (dati per il 2015), la partecipazione dell'1% più ricco al reddito totale, misurata sulle indagini famigliari, raggiunge il 7,5%, percentuale che sale al 22,6% se si considerano le informazioni dei registri fiscali e al 26,5% sr si considera la ricchezza netta (attività finanziarie e non finanziarie meno passività). In Uruguay (dati per il 2014) le proporzioni aumentano: 7,3% (con le indagini sulle famiglie), 14% (con le informazioni fiscali) e 17,5% (per la ricchezza netta).

D'altro canto, il Panorama sociale dell'America Latina 2018 indica che la spesa sociale dei governi centrali è aumentata dal 10,3% all'11,3% del PIL tra il 2011 e il 2018, raggiungendo il 52,5% della spesa pubblica totale. Il Sud America ha la spesa sociale pubblica più alta nella regione (13,2% nel 2018), mentre in America centrale, Messico e Repubblica Dominicana tale cifra è del 9,1%. Nei Caraibi, la spesa sociale media rispetto al PIL è la più elevata (12,2%), ma nel 2018 è tornata ai livelli del 2014, con un peso equivalente al 43,2% sulla spesa pubblica totale. Lo studio fa notare che i paesi che affrontano le maggiori sfide per raggiungere gli obiettivi dell'Agenda 2030 sono quelli che hanno i livelli più bassi di spesa sociale.

Il documento chiede, infine, di affrontare le cause strutturali della migrazione e di rafforzare la cooperazione multilaterale per garantire la protezione sociale e l'inclusione sociale e lavorativa dei migranti in tutte le fasi del ciclo migratorio. Tra il 2010 e il 2019, il numero dei migranti in America Latina e Caraibi è aumentato da 30 a 40,5 milioni, pari al 15% del totale dei migranti di tutto il mondo. Tra il 2000 e il 2019, la percentuale di migranti intra regionali è aumentata dal 57% al 70% del totale.

Le rimesse svolgono un ruolo importante nella riduzione della povertà in diversi paesi, afferma il documento. In El Salvador, Guatemala, Honduras e Repubblica Dominicana, l'incidenza della povertà sulla popolazione totale sarebbe tra 1,5 e 2,4 punti percentuali in più se non fosse per queste rimesse di denaro.

Nel rapporto, l'ECLAC sottolinea che per eliminare la povertà e ridurre la disuguaglianza e la vulnerabilità degli strati a basso e medio reddito, sono necessarie politiche di inclusione sociale e lavorative. Il tutto richiede quindi un mercato del lavoro che garantisca un'occupazione di qualità e salari dignitosi, eliminando gli ostacoli all'occupazione femminile e rafforzando lo sviluppo di sistemi di protezione sociale che siano globali e universali nel contesto di servizi sociali incentrati sui diritti e l'uguaglianza.

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