Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Salviamo le foreste primarie della RD-Congo

Butembo 26.04.2022 Jpic-jp.org Tradotto da: Jpic-jp.org

"Il peggio deve ancora venire. Anche limitando il riscaldamento globale a 1,5°C - rispetto all'era preindustriale - il mondo è esposto a molteplici inevitabili rischi climatici nei prossimi due decenni", sottolineano gli scienziati. “Questi eventi meteorologici estremi si verificano simultaneamente, provocando impatti a cascata sempre più difficili da gestire. Con, di conseguenza, ancora più problemi, povertà, carestie o conflitti”.

Nel suo secondo rapporto, pubblicato lunedì 28 febbraio 2022, l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC nella sigla inglese) ha lanciato l’allarme sulle gravi conseguenze per il nostro pianeta ed ha sottolineato la necessità di adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici. Questa nuova sintesi di tutta la conoscenza scientifica esistente prodotta da 270 scienziati di tutto il mondo ha richiesto tre anni per essere completata.

Il rapporto avverte che l'Africa dovrebbe prepararsi meglio perché l'aumento della temperatura oltre 1,5° avrà gravi conseguenze in termini di perdita di biodiversità, sull'aumento della malaria, della siccità, delle inondazioni e di altri eventi meteorologici estremi.

L'adattamento a questi cambiamenti richiede ingenti investimenti per il continente. In effetti, la mancanza di finanziamenti, sottolineano gli esperti dell'IPCC, è il principale ostacolo all'attuazione di progetti d’adattamento nel continente africano.

La gestione sostenibile delle foreste è stata identificata al Vertice sulla Terra tenutosi a Rio nel 1992 come la chiave per salvare le foreste del mondo e consentire ai governi di trarne benefici socioeconomici.

La Rete Ecclesiale del Bacino del Congo (Réseau ecclésial du Bassin du Congo - REBAC) chiede ai suoi membri di promuovere i finanziamenti internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici e principalmente per l'impatto dello sfruttamento industriale delle foreste nel Bacino del Congo, sul bilancio degli Stati, della comunità e per i diritti e lo sviluppo del Paese.

REBAC ritiene che un cambio di paradigma nella conservazione delle foreste sia possibile perché molteplici impegni internazionali fanno pensare che i finanziamenti sono disponibili. In effetti, il mondo della finanza spende centinaia di miliardi di dollari ogni anno per sovvenzionare le industrie estrattive e l'agricoltura industriale che hanno un impatto negativo sui cambiamenti climatici. Allo stesso tempo si stanno spendendo ingenti somme nel tentativo di mitigare i cambiamenti climatici, le pandemie e altre crisi derivanti dalla distruzione e dal degrado ambientale.

Una riqualificazione dei finanziamenti ottenuti dalla RDC durante la COP 26 di Glasgow, ad esempio, potrebbe proteggere le foreste primarie del bacino del Congo e soddisfare i bisogni vitali delle popolazioni locali e delle popolazioni indigene che considerano la foresta la loro casa e il loro “supermercato”.

Per questo Greenpeace, cinque ONG congolesi e un deputato hanno deciso nel passato d’avviare un'azione legale in tribunale e al Parlamento congolese per ottenere l'annullamento dell’attribuzione di concessioni forestali alle società cinesi nell'area delle torbiere della Repubblica Democratica del Congo. In effetti, il ministro dell'Ambiente, Amy Ambatobe, aveva “rilasciato almeno due permessi d’importanza industriale per l'anno 2018 ad operatori cinesi rivalidando così i loro titoli fino ad allora illegali”.

"E' una contraddizione per un governo che pretende di proteggere l'ambiente" e allo stesso tempo mostra "finalità tutte commerciali", ha affermato il deputato dell'opposizione. Per Munubo, il governo deve dire ai parlamentari "se ha revocato la moratoria del 2002", decretata sulle assegnazioni di nuove licenze di disboscamento industriale, nell'ottica di mettere ordine nel settore.

Dal 2021, REBAC collabora con il Centre d'Etudes pour l'Action Sociale (CEPAS) in una ricerca intitolata: La levée prévue du moratoire de la RDC sur l'attribution des nouvelles concessions d'exploitation et son impact sur l'exploitation industrielle, le budget de l'Etat, les droits des communautés et le développement (La prevista revoca della moratoria nella RD-Congo sull'assegnazione di nuove concessioni di disboscamento e il suo impatto sull'industria del legname, sul bilancio statale, sui diritti della comunità e sullo sviluppo). Questa ricerca si svolge con il coordinamento della Chatham House (UK) in collaborazione con il Center for Transdisciplinary and Sustainability Sciences (CTSS), la IPB University (Bogor Agricultural University) dell’Indonesia e il Centro Análise e Planejamento Sustentabilidade (CEBRAP sustainability) del Brasile.

La Repubblica Democratica del Congo ospita oltre il 60% delle fitte foreste del bacino del Congo, il secondo più grande insieme di foreste tropicali del pianeta dopo l'Amazzonia. Il paese possiede così la seconda foresta tropicale primaria del pianeta (86 milioni di ettari).

E' questo il motivo della Campagna Internazionale per la moratoria sul « l'attribution des Nouvelles Concessions d'exploitation industrielle dans les Forêts Primaires en RD-Congo » (assegnazione di Nuove Concessioni di disboscamento industriale nelle foreste Primarie della RD-Congo). Per saperne di più e sostenere la campagna, vedere, RDC : Les voix montent contre l’attribution des concessions forestières par le gouvernement (RDC: Voci si alzano contro l'assegnazione governativa delle concessioni forestali).

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I commenti dai nostri lettori (1)

Bernard Farine 01.05.2022 A propos du climat et de la biodiversité, on s'étonne toujours qu'il y ait si peu d'études et de protestations concernant les effets de la production mondiales des armes (2000 milliards de $) et surtout de leur utilisation dans les nombreux conflits à travers le monde. Il faut dire que c'est s'attaquer à de nombreux lobbies tant politiques qu'économiques. Donc, omerta !