Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Vivere nella paura

IPS 25.04.2024 Wambi Michael Tradotto da: Jpic-jp.org

Quando Mugisha Jealousy Mulimba seppe che il governo ugandese lo portava in tribunale, si aspettava giustizia. Si rese subito conto che questi tribunali avevano invece il compito di privarlo del suo diritto ad un processo equo e ad un risarcimento adeguato per le sue terre e proprietà.

Mulimba racconta che pochi giorni dopo l'udienza preliminare del processo intentato nel dicembre 2023 dal governo contro di lui ed altri 41 agricoltori e proprietari terrieri nella regione Albertina dell'Uganda, ricca di petrolio, il tribunale stabiliva che il denaro dell'indennizzo per l'esproprio doveva essere depositato presso il tribunale e che il governo poteva sfrattarli per consentire alla TotalEnergies di procedere con la costruzione della raffineria di petrolio ed all'East African Crude Oil Pipeline (EACOP) di posare le tuberie dell’oleodotto.

"È stato il processo più veloce che abbia conosciuto dalla mia infanzia. Ed ancora di più perché è il governo che in questo caso fa causa ai suoi cittadini", sottolinea Mulimba. "Il giudice Jesse Byaruhanga dell'Alta Corte di Hoima dopo averci ascoltato, ha deciso contro di noi nel giro di quattro giorni. Immaginate la decisione di una causa intentata contro il governo in quattro giorni!", aggiunge. Ora i proprietari della terra aspettano, senza sapere quando finalmente saranno sfrattati.

Mulimba e le centinaia di persone a carico dei 42 proprietari terrieri sono sull'orlo del baratro, rischiando lo sfratto per essersi rifiutati di accettare un risarcimento ingiusto, indebito ed inadeguato da parte della TotalEnergies, che sta acquisendo le terre dei contadini per conto del governo.

La minaccia di sfratto forzato da parte dei proprietari terrieri esiste da anni. Ma questa volta sembra imminente, perché il governo si è dotato di un ordine di sfratto e della decisione che il petrolio, scoperto nel 2006, deve essere estratto entro il 2025. "Purtroppo noi, agricoltori e proprietari terrieri, siamo sotto accusa dal 2018. Ed ora, con l'ordine di sfratto, possono fare qualsiasi cosa. Ma noi siamo determinati a morire per i nostri diritti", ha dichiarato Fred Balikenda.

Il governo ha chiesto ed ottenuto un ordine specifico per sfrattare i Balikenda dalla loro terra nel villaggio di Kirama: "Ognuno di noi sta attraversando il momento più difficile. Non si sa quando attaccheranno e come ci tratteranno".

E’ il 4 dicembre 2023 quando l'ufficio del procuratore generale ugandese ha citato in giudizio i 43 proprietari terrieri ed ha chiesto al tribunale di concedere al governo di depositare i soldi del risarcimento presso lo stesso tribunale, in modo che TotalEnergies prenda rapidamente possesso dei terreni per il progetto di petrolio e gas di Tilenga. Il governo cerca in questo modo di liberarsi da ogni responsabilità e da ogni rivendicazione che possa derivare dall'ordine di sfratto. L'Alta Corte ha emesso l'ordinanza l'8 dicembre 2023.

E’ dal 2020 che TotalEnergies E&P sta cercando di acquisire questo terreno conteso di 60 acri per conto del Ministero dell'Energia ugandese. La "sentenza affrettata" a favore del governo ha suscitato sorpresa nella comunità giuridica. In Uganda, le controversie fondiarie rimangono nel sistema giudiziario per anni senza essere risolte.

"Tutte le cause che abbiamo intentato contro il governo stanno marcendo nei tribunali. La stessa magistratura ora emette una sentenza contro di noi dopo aver esaminato la causa presentata dal governo in quattro giorni. Il diavolo si è impossessato del nostro governo? Piangiamo nel nostro cuore, chiedendoci chi aiuterà i poveri come noi", ha commentato Kwonka William Mugisa, un'altra delle persone colpite.

Un avvocato per i diritti umani, Eron Kiiza, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che il giudice ha violato i principi legali stabiliti emettendo un verdetto sul caso della terra in quattro giorni, senza permettere agli imputati di rispondere o contestare la decisione. "Quando un giudice, che si ampara dietro l’impunità, nega deliberatamente alle parti in causa l'opportunità/diritto di essere ascoltate, di contraddire le prove, di presentare le proprie argomentazioni ed emette frettolosamente ordini a beneficio di TotalEnergies a scapito delle case e delle coltivazioni di ugandesi, dei loro mezzi di sostentamento, della loro dignità e delle loro proprietà, sta minando lo stato di diritto, i diritti umani e le libertà fondamentali", afferma Kiiza.

A gennaio, lui ed altri avvocati hanno cercato di spingere l'Uganda Law Society a boicottare le attività della magistratura per protestare contro la condotta e la gestione della questione da parte del giudice. Con il permesso degli agricoltori colpiti, Kiiza ha fatto ricorso alla Corte d'Appello per annullare l'ordine di sfratto e l’autorizzazione a depositare il denaro del risarcimento in tribunale. Non avendo la Corte d'Appello fissato una data per l'udienza del ricorso e, temendo che il governo procedesse con lo sfratto, Mulimba ed altri quattro agricoltori alla fine di febbraio, si sono recati nella capitale Kampala per chiedere udienza al Ministro degli Affari Costituzionali ed agli altri dirigenti del sistema giudiziario.

Mulimba afferma che non è stato permesso loro di entrare in nessuno degli uffici. Kwonka William ha dichiarato che, secondo il rapporto di valutazione del governo, è stato costretto ad accettare l'equivalente di circa nove dollari per i suoi terreni e le sue proprietà. La segretaria permanente del Ministero dell'Energia, Irene Batebe, da parte sua, ha dichiarato in forma giurata che il risarcimento era basato su rapporti di valutazione approvati con un aumento del 30% del progetto da parte del governo.

Secondo Mulimba e sua moglie, Pityedi Mugisa, il governo, attraverso il tribunale, sta cercando di costringerli ad accettare un risarcimento ingiusto ed irrisorio sotto forma di denaro: "La terra è per la famiglia. Chiediamo terra in cambio. Se riescono a trovare un terreno equivalente, siamo pronti ad andarcene. Ma non vogliamo denaro contante". La coppia ha partecipato a decine di incontri per chiedere un risarcimento equo ed adeguato, ma senza alcun risultato. "Abbiamo lavorato questa terra per anni. Abbiamo guadagnato i soldi per le rette scolastiche, per il cibo e per l’assistenza medica. Non stiamo lottando contro il governo, ma per il rispetto dei nostri diritti", ha concluso.

Dickens Kamugisha, avvocato e direttore esecutivo dell'Istituto africano per la governance dell'energia (AFIEGO), afferma che i contadini proprietari terrieri hanno cercato di incontrare i funzionari governativi per garantire equità e giustizia.  "Invece di garantire un risarcimento equo ed adeguato, il governo sta ricorrendo ai tribunali. Sapendo che queste persone non possono avere i migliori avvocati che li rappresentino e non possono influenzare i tribunali. Il governo sta intentando queste cause per ottenere le sentenze che vuole e sfrattare le persone", afferma.  

Secondo Kamugisha, nel marzo 2014 l'AFIEGO ha sostenuto le persone colpite dalla raffineria di petrolio presentando una causa contro il governo ugandese per un risarcimento basso, inadeguato ed ingiusto. "Quasi dieci anni dopo, le udienze sul caso non sono ancora concluse. Questa è un'ingiustizia. E quando c'è un'ingiustizia, non ci può essere un accordo derivante dai negoziati".

Inoltre, ha detto, nessuna legge prevede che il governo acquisisca i terreni e depositi in tribunale l'indennizzo per il proprietario terriero. "Nel 2021, la magistratura ha illegalmente permesso al governo di depositare in tribunale l'indennizzo per le famiglie. Questo ha creato un brutto precedente che non dovrebbe mai ripetersi. È triste che il governo abbia continuato a usare ed abusare dei tribunali per distruggere il diritto dei cittadini di possedere proprietà e/o ottenere un adeguato risarcimento", ha detto Kamugisha.

Mentre i proprietari attendono che la Corte d'Appello prenda in considerazione il loro ricorso, alcuni di loro si sentono minacciati dagli agenti di sicurezza che, secondo loro, continuano a visitare le loro proprietà. "Questo accade soprattutto nei villaggi di Kasinyi, Ngwedo Center e Kisimo, dove la maggior parte di noi vive. Qualcuno arriva, parcheggia una moto o un'auto sulla nostra terra e poi se ne va. Non è forse un'intimidazione?", ha detto un altro proprietario terriero.

Secondo Global Witness, la sua indagine sotto copertura del dicembre 2023 ha dimostrato con prove che le autorità statali hanno minacciato e detenuto diversi attivisti. "In alcuni casi, le autorità statali sembravano essere in comunicazione con TotalEnergies prima che avvenissero le rappresaglie", si legge nel rapporto.

IPS ha appreso da dipendenti della TotalEnergies e dell'EACOP che la compagnia petrolifera sarebbe contraria all'idea degli sgomberi forzati perché non rientra nelle sue regole e perché teme una possibile pubblicità negativa. Si dice anche che la TotalEnergies starebbe considerando di assumere una società indipendente per indagare sulle rivendicazioni dei proprietari terrieri. Tuttavia, secondo Kamugisha, è la TotalEnergies a sfollare queste persone. "È inaccettabile che la Total dica che porterà qui un investigatore indipendente. Lo portano proprio mentre stanno lavorando con il governo per ottenere ordini di sgombero: a cosa potrebbe servire?", si chiede Kamugisha.

Vedere, “Vivir con miedo”: un un yacimiento petrolífero los desaloja de sus tierras en Uganda

Foto. Opere del progetto di sviluppo di Tilenga gestito da TotalEnergies. Alcuni proprietari terrieri si oppongono a quelli che considerano sgomberi forzati senza un adeguato risarcimento. © Wambi Michael / IPS

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