Vol. 8 - N° 1

Gpic Notizie dal Blog di Gian Paolo ? Vol. 8 - N 1

IN EVIDENZA NEL MESE

La cultura della paura

Noi umani siamo “programmati” per la sopravvivenza; di fronte al pericolo reagiamo per paura. Tuttavia, "Le paure sono inculcate in noi e possono, se lo desideriamo, essere educate" (Karl Augustus Menninger), perché "L'ignoranza è genitrice di paura" (Herman Melville). La paura è un atteggiamento normale di fronte a un vero pericolo, però "Di tutti le menzogne del mondo, a volte le peggiori sono le nostre stesse paure" (Rudyard Kipling). “Troppe persone sono più preoccupate della sicurezza che delle opportunità. Sembrano avere più paura della vita che della morte” (James F. Byrnes).

All'inizio di un nuovo anno, liberare la nostra vita da qualsiasi paura ingannevole, sarebbe il modo migliore per aprirci un cammino di pace e un modo intelligente di vivere con gli altri, perché "La paura è la principale fonte di superstizione e una delle principali cause di crudeltà. Vincere la paura è l'inizio della saggezza” (Bertrand Russell).

La paura, inoltre, "è concepita come una strategia politica", afferma Jim Wallis in un articolo. "I leader politici stanno usando la paura per mantenere il potere, mettere le persone l'una contro l'altra, ispirare la discriminazione e persino incitare alla violenza". Questa paura può diventare a tal punto pervasiva che in alcune parti degli Stati Uniti ci sono comunità in cui "I genitori di bambini di colore hanno paura ogni volta che i loro figli escono di casa" e i membri della comunità latina "vivono ogni giorno nella paura che ICE smembri le loro famiglie" (ICE, Immigration and Customs Enforcement, La polizia migratoria). Continua a leggere

UNA BELLA NOTIZIA

Meglio di niente

Sul giornale Los Angeles Times del 18 dicembre 2019, è apparsa una notizia confortante, Yes, homeless people have rights. Even in Venice - Sì, i senzatetto hanno diritti. Anche a Venice (Spiaggia di Los Angeles)-, firmato da Robin Abcarian. "La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dimostrato che, tra i suoi numerosi talenti, è abbastanza brava in fare semplici calcoli: se la città non ha abbastanza letti da offrire ai senzatetto, la polizia non li può obbligare ad abbandonare i marciapiedi o i parchi pubblici. Dormire per necessità nei parchi, sotto la tenda su un marciapiede o sulla sabbia non è il meglio in senso morale o etico, ma almeno per ora, è legale".

Non solo, il Comune di Los Angeles, "ha approvato con 13 voti contro 0 l'apertura di un rifugio per senzatetto a Venice, a pochi isolati dalla spiaggia". Lo spazio, un cortile di autobus inutilizzato, metterà un tetto sopra le teste di circa 154 persone. Le argomentazioni contro il rifugio di Venice erano principalmente due: “I senzatetto non possono essere autorizzati a vivere su una spiaggia, dove le case costano milioni di dollari. I senzatetto non dovrebbero occupare un immobile importante che potrebbe essere affittato e generare un ingresso di milioni di dollari".

Il fatto è che i senzatetto già vivono sulla spiaggia e Robin commenta: “Ogni volta che scrivo in favore di rifugi per senzatetto o alloggi di transizione vicino alla spiaggia, ricevo echi indignati che, in gran parte possono essere riassunti in questa protesta: perché non se ne vanno tutti a vivere nel deserto, dove lo spazio è a buon mercato e abbondante?"

Certo, le persone vivono dove vogliono, ma l’articolo si chiede: "Chi sceglierebbe di vivere in pieno deserto, con estati d’insopportabilmente caldo e inverni d’insopportabile freddo?" "E chi lo dice che le città poco abitate siano più accoglienti per i senzatetto delle altre?" Inoltre, risponde l’articolista, "A Lancaster è stato dimostrato che i senzatetto sono un problema tanto divisivo nella scarsamente popolata Antelope Valley che nei centri urbani. Dei 59.000 senzatetto stimati nella contea di Los Angeles, solo circa 3.300 vivono nell'intera Antelope Valley".

Il problema, continua l'articolo, è l'atteggiamento dei ricchi nei confronti dei senzatetto: un disegno di legge, grazie a Dio rifiutato il 10 dicembre, avrebbe vietato di distribuire loro del cibo sui marciapiedi, per strada e nei parcheggi pubblici. "Lo possono fare nei parchi pubblici, ma solo se i gruppi di beneficenza - o gli individui – pagano un affitto per il parco e per il permesso sanitario della contea di Los Angeles".

Il sindaco R. Rex Parris aveva persino consigliato alle persone di “portare armi nascoste per difendersi dai senzatetto, il 60% dei quali, ha detto, sono criminali o teppisti”. Qualche anno fa, ha cercato di chiudere la stazione di Lancaster Metrolink, accusandola di trasportare i senzatetto nella Antelope Valley. Portare cibo alle persone che si rifugiano sotto i ponti o sulle porte, ha detto Parris, "è una bomba a orologeria".

Il sindaco Parris si è anche lamentato dicendo che è inaccettabile che i senzatetto "defechino per le strade", "davanti alle porte" e soprattutto "nei parchi". "Chi, per carità, non sarebbe d'accordo con questo?" Chiede il giornalista. “Ma la risposta non è forzare i buoni samaritani a dare salti da una parte all’altra nei labirinti burocratici per dare a una persona affamata un panino con burro di arachidi o marmellata. La risposta è assicurare i servizi igienici dove sono necessari".

Molti volontari delle Chiese e della comunità portano cibo alle persone. "Devo andare dove è necessario", afferma il pastore David Cowan. “E la necessità potrebbe essere sotto un ponte, in un bosco, potrebbe essere ovunque. Non si può penalizzare la gente per sfamare altra gente". Regina Thomas ha detto chiaro al consiglio comunale di aver passato il feriato del Thanksgiving guidando in mezzo alla neve per sfamare i senzatetto. "Non smetterò di farlo né oggi", ha detto, “né la prossima settimana, e nemmeno l'anno prossimo. Quindi portatemi in prigione subito!”

Grazie a delle brave persone come queste, i membri del Consiglio Comunale hanno per ora rinviato la decisione. Robin Abcarian può concludere: "La loro inutile perdita di tempo ha messo in ombra alcuni degli aspetti positivi della città, compresa la costruzione di un nuovo complesso atteso da tempo che fornirà alloggi permanenti e temporanei per circa 300 persone".

PostScript, di un amico. Ricordo che una volta, da studente, feci l'autostop nel sud della Francia; avevo dormito sulla spiaggia di Nizza, era il 1967. La sabbia era dura e non era facile dormire! Ma alle 5 del mattino la polizia ci ha svegliati tutti in modo che non "disturbassimo" i "ricchi" di Nizza, che venivano in spiaggia. Un'esperienza!

UNA BRUTTA NOTIZIA

L'America Latina ha sottovalutato le disuguaglianze

Quello che sta succedendo in Cile, Venezuela, Ecuador, Bolivia è solo la punta dell'iceberg di una conflittualità sociale che, sotto le ceneri, inizia a fare fumo e fuoco. E' una componente delle convulsioni e dei movimenti che generano gli ampi cambiamenti che si verificano in tutto il mondo. ECLAC nel suo Social Panorama of Latin America 2018 (Panorama Sociale dell'America Latina 2018), mette il dito nella piaga.

 “Per quasi un decennio, la Commissione economica per l'America Latina e i Caraibi (ECLAC) ha messo l'uguaglianza come fondamento dello sviluppo. Oggi vediamo di nuovo l'urgenza di continuare nella costruzione di Stati previdenziali, basati sui diritti e l'uguaglianza, che diano ai loro cittadini l'accesso a sistemi di protezione sociale globali e universali e a beni pubblici essenziali, come la salute e un'educazione di qualità, abitazione e trasporti. E' un appello a costruire patti sociali per l'uguaglianza". Sono parole di Alicia Bárcena, segretaria esecutiva dell'ECLAC, durante il lancio del rapporto Social Panorama of Latin America 2018.

Ridurre la disuguaglianza reddituale è la chiave per riprendere il cammino, ridurre la povertà e raggiungere l'Obiettivo n. 1 delle mete stabilite per lo sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030. “È necessario crescere per avere uguaglianza ed è necessaria l'eguaglianza per crescere. Superare la povertà nella regione non richiede solo una crescita economica; questa deve essere accompagnata da politiche redistributive e fiscali efficaci", afferma lo studio presentato a Santiago (Cile). Continua a leggere

CELEBRIAMO!

Apriamo gli occhi ai cambiamenti climatici!

Il vertice sul clima (COP25) di dicembre, tenutosi a Madrid a causa delle difficoltà sociali in Cile, ha contribuito molto poco alla lotta contro la grave crisi ecologica che sta vivendo il pianeta.

         La prima volta che andai nella foresta della Repubblica Democratica del Congo, mi fu consigliato di aprire bene gli occhi, perché “il serpente più pericoloso è quello che non vedi. Se lo vedi, reagisci e puoi fuggire dal pericolo". Ricordo questo aneddoto dopo aver partecipato all'ultimo vertice sul clima (COP25), perché credo che i leader politici riuniti a Madrid non abbiano visto il serpente. Sembra che siano ciechi e sordi, preoccupati solo di difendere i loro interessi egoistici senza vedere la sofferenza di milioni di persone causata dai cambiamenti climatici e senza ascoltare gli scienziati che, nella stragrande maggioranza, assicurano che il riscaldamento globale è prodotto in gran parte dall'attività umana e sta distruggendo il pianeta. Le delegazioni dei quasi 200 paesi presenti al vertice hanno raggiunto un accordo minimo, auspicando in futuro maggiori risultati per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, ma senza un consenso sull'obiettivo principale della riunione: regolamentare i mercati del CO2.

         Mi si perdoni una mancanza di umiltà, ma avevo visto arrivare questo fiasco prima del 15 dicembre, giorno della chiusura. Mentre pranzavo nell'area del vertice approntata allo scopo, mi resi conto che molta gente lasciava cibo superfluo sui tavoli. Ho chiesto a una cameriera e questa mi ha confermato che ogni giorno grandi quantità di cibo finivano nella spazzatura. Ci ho pensato sopra e mi sono detto: "Non credo che quanti buttano via il cibo abbiano sufficiente sensibilità per trovare soluzioni alla complicata sfida del cambiamento climatico, che richiede da tutti enormi sacrifici".

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AGIAMO!

Come facilmente risparmiare energia in casa

Una conseguenza del cambiamento climatico è il clima estremo, comprese le ondate di calore più intense. Come affrontare entrambi i problemi che sono causa e conseguenza? Le persone tendono ad aspettare la loro salvezza dall'esterno, dagli "altri" quando non direttamente da Dio. Vertici e proteste di strada, persino scioperi da scuola, campagne contro la politica e le corporazioni. Tutto tranne che cambiare lo stile di vita personale.

San Paolo direbbe: “Alcuni si comportano in modo disordinato, non tenendosi occupati ma occupandosi degli affari degli altri”. Una conseguenza che diventa a sua volta causa del cambiamento climatico è il maggiore consumo di energia in casa. Uno studio del 2015 della National Academy of Sciences stima che il boom in questo secolo del solo uso dell'aria condizionata sta quasi raddoppiando il consumo dell’elettricità nelle case. E’ quanto si conosce come un circuito di feedback moltiplicativo ed è un problema. Si vuole davvero trovare una soluzione ed essere parte della soluzione? Ecco 10 semplici modi per ridurre il consumo di energia in casa o nell’appartamento, cinque per l'inverno e cinque per l'estate. Continuare la lettura

CONOSCERE GLI OBIETTIVI SS

Obiettivo 11: Città e comunità sostenibili

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. L’urbanizzazione è uno degli sviluppi più significativi del 21° secolo. Più della metà della popolazione mondiale vive nelle città. Le città sono il motore delle economie locali e nazionali e rappresentano il fulcro del benessere. Più dell’80% delle attività economiche globali è concentrato nei centri urbani. Oltre alle opportunità, l’urbanizzazione comporta anche notevoli sfide. Le città hanno un’impronta ecologica enorme.

L’obiettivo 11 mira a ridurre l’inquinamento prodotto dalle città, in particolare per quanto concerne la qualità dell’aria e la gestione dei rifiuti. Lo sviluppo urbano dovrà essere più inclusivo e sostenibile, con una pianificazione degli insediamenti partecipativa, integrata e sostenibile; con l’accesso di tutti a spazi verdi e pubblici sicuri e inclusivi, soprattutto per donne e bambini, anziani e persone con disabilità. Dovrà infine essere assicurato l’accesso a spazi abitativi e sistemi di trasporti sicuri ed economici.

Dati di riferimento

• La metà dell'umanità, 3.500 milioni di persone, vive oggi nelle città e questa cifra salirà a 5000 milioni entro il 2030.

• Il 95% dell'espansione urbana nei prossimi decenni avverrà nei paesi in via di sviluppo.

• Attualmente, 883 milioni di persone vivono nei bassifondi che si trovano principalmente nell'est e nel sud-est asiatico.

• Le città occupano solo il 3% della superficie terrestre, ma consumano tre quarti delle risorse globali e sono responsabili del 75% delle emissioni di gas.

• La rapida urbanizzazione esercita pressioni sugli approvvigionamenti di acqua dolce, sulle acque reflue, sull'ambiente di vita e sulla salute pubblica.

• Dal 2016, il 90% degli abitanti delle città ha respirato aria fuori dagli standard di sicurezza, causando circa 4,2 milioni di morti. Più della metà della popolazione urbana del mondo è stata esposta all'inquinamento atmosferico almeno 2,5 volte superiore allo standard di sicurezza.

Mete dell’obiettivo 11. Entro il 2030,

- garantire alloggi adeguati, sicuri e convenienti e servizi di base, e riqualificare i quartieri poveri

- garantire un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile, migliorando la sicurezza delle strade, potenziando i trasporti pubblici, con attenzione ai più vulnerabili, donne, bambini, persone con invalidità e anziani

- potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire in tutti i paesi un insediamento umano che sia partecipativo, integrato e sostenibile

- Potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo

- ridurre il numero di decessi e il numero di persone colpite e diminuire in modo sostanziale le perdite economiche causate da calamità, comprese quelle legate all’acqua, con particolare riguardo alla protezione dei poveri e delle persone più vulnerabili

- ridurre l’impatto ambientale negativo, con particolare attenzione alla qualità dell’aria, alla gestione dei rifiuti urbani e di altri problemi

- assicurare spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne, bambini, anziani e disabili

- supportare i positivi legami economici, sociali e ambientali tra aree urbane, periurbane e rurali rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale

- aumentare il numero di città e insediamenti umani che attuano politiche integrate e piani tesi all’inclusione, all’efficienza delle risorse, alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, alla resistenza ai disastri, e che promuovono e attuano una gestione olistica del rischio di disastri su tutti i livelli

- supportare i paesi meno sviluppati, con assistenza tecnica e finanziaria, nel costruire edifici sostenibili e resilienti utilizzando materiali locali

Vedi la pagina web sull’obiettivo 11 dove incontri anche un video sul tema
CONTINUARE A SPERARE

La gioia è in ogni cosa, devi solo scoprirla

I profeti annunciano il tempo del futuro Messia con la promessa, Giustizia e pace si abbracceranno. Guadando questo video con le semplici parole ripetute “Ti auguriamo Buon Natale e felice Anno Nuovo” viene da pensare l’allegria e la povertà, la semplicità e la gioia si abbracciano e convivono. E viene alla mente il libro di d’Albert Tévoédjrè La pauvreté richesse des people (La povertà ricchezza dei popoli). “A volte succede che il senso comune e l'intelligenza sembrano unirsi in un paradosso e condurre all'utopia. È la prima impressione che si prova a leggere l'ammirevole ultimo libro di Albert Tévoédjrè. Il paradosso appare già dal titolo e si sviluppa nel primo capitolo; l'utopia sembra trionfare alla fine del libro nella soluzione proposta per lo sviluppo del Terzo mondo; buon senso e intelligenza - supportando qui una visione dell'uomo che vuole rispettare tutto e assumere tutto - sono ovunque presenti e ovunque s’impongono, com’è naturale, con la forza dell'evidenza”. I vantaggi della povertà, o della frugalità, in una vita semplice è spesso più soddisfacente dell'esistenza vissuta a grandi rinforzi di superfluità che caratterizza la società del consumo occidentale!

Il segreto per avere tutto è credere che ce l'hai già (Frances Nickolas). Confucio diceva: La gioia è in ogni cosa, devi solo scoprirla. Non esiste la strada che porta alla felicità: la felicità è il cammino, la felicità è un viaggio non una meta. Sii felice, non perché tutto sia bello, ma perché in tutto puoi vedere il bene. Se vuoi vivere una vita felice, affidala a uno scopo, non a della gente o delle cose (Albert Einstein). Guarda il video Merry Christmas by Masaka Kids  (https://www.youtube.com/watch?v=pVyCA3B8myI)

DA RIFLETTERE

Non sono 30 pesos, sono 30 anni

Il presidente Sebastián Piñera ha risposto alla disobbedienza civile degli studenti nella metropolitana di Santiago con la forza brutale della polizia militarizzata, facendo esplodere una rivolta sociale.

Questa rivolta sociale si manifesta sia nella violenta distruzione degli iconici simboli del modello neoliberale, in atti di vandalismo, saccheggio e fuoco, come nel pacifismo delle marce di massa, assemblee popolari, auto convocate, e organizzazioni sociali che chiedono diritti e dignità.

Piñera, fortemente indebolito dall'incontrollabile caos sociale, dalle grandi marce e dalle accuse di violazioni dei diritti umani, nella notte del 12 novembre ha chiesto la pace. Beh, a quanto pare, non avrebbe ottenuto il sostegno delle forze armate per il controllo della situazione, come avrebbe preferito, in uno stato di eccezione. Ma non ha neppure offerto alcun piano su come raggiungere questa pace.

Questo scenario ha portato i partiti della classe politica delegittimata a cercare insieme una via d'urgenza per uscire dalla crisi. Così hanno iniziato il processo per l'elaborazione di una nuova Costituzione, che sostituisca quella di Pinochet. Questo era inimmaginabile solo poche settimane fa. È un primo passo storico, sebbene non sia una garanzia della legittimità del processo a venire. Al contrario, questo viene messo in discussione dalle organizzazioni dei cittadini e dai partiti politici di sinistra, rimasti fuori dall'accordo. Inoltre, se coloro che governano non danno soluzioni reali a problemi gravi come le pensioni, c’è da prevedere che la violenza continuerà.

Quanto è chiaro è che Piñera non ha più potere reale. Che il paese è cambiato. Che è lo Stato che ora deve cambiare. E che sono gli studenti che hanno aperto la strada. Continuare a leggere

RISORSE

Venezuela l'emigrazione comporta costi e benefici per i paesi limitrofi

Per i paesi che aiutano gli immigrati venezuelani, questo grande flusso migratorio comporta pressioni sui servizi pubblici e sui mercati del lavoro.

Secondo Respuesta a los Venezolanos, un'iniziativa congiunta dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni e dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, il numero dei migranti dal Venezuela a novembre 2019 aveva raggiunto i 4,6 milioni, di cui circa 3,8 milioni si sono stabiliti in America Latina e nei Caraibi.

Senza chiare prospettive di uscire dalla crisi e in un ambiente di crescenti tensioni sociali in tutta la regione, come possono i governi latinoamericani trovare una risposta coordinata che soddisfi le esigenze dei rifugiati e allo stesso tempo protegga i loro cittadini e le loro economie? Raggiungere questo equilibrio sarà essenziale, ma sarà anche potenzialmente vantaggioso.

Secondo un nostro ultimo studio, la migrazione dal Venezuela potrebbe aumentare la crescita del prodotto interno lordo (PIL) dei paesi che ricevono gli immigrati dello 0,1 allo 0,3 punti durante il periodo 2017-2030.

L'adozione di politiche, ad esempio, di sostegno all'istruzione e all'integrazione nella forza lavoro, potrebbe aiutare gli immigrati a trovare posti di lavoro meglio retribuiti e, in definitiva, migliorare le prospettive di crescita dei paesi che li ricevono. Continua la lettura

TESTIMONIANZA

I senzatetto, una insospettata advocacy

Advocacy è difendere una causa nobile o denunciare l'oppressione e l'ingiustizia. Tuttavia, dovrebbe essere anche una fonte di ispirazione per soluzioni alternative ai disagi sociali, politici ed economici. Soluzioni che promuovano l'inclusione e l'uguaglianza invece dell'esclusione o, peggio, gli interessi finanziari privati.

Innanzitutto, cos'è il “senzatetto” mondiale? Le statistiche attuali sono inesatte e obsolete. Tuttavia, si calcola che siano circa 100 milioni i senzatetto del mondo, secondo l’ONU (ECOSOC - Commissione per i diritti umani). Sarebbero solo un 2% però in realtà sono il 20% della popolazione mondiale - 1,6 miliardi di persone -, se si includono quelli che non hanno un alloggio adeguato (vedi Habitat 2005). La Divisione statistica delle Nazioni Unite raggruppa, quindi, i senzatetto in due categorie: quelli che vivono nelle strade senza riparo alcuno e quelli che sono obbligati a spostarsi continuamente tra alloggi assistenziali, rifugi improvvisati, abitazioni altrui.

Essere senzatetto è sia causa che è effetto di una povertà sociale ed economica complessa e sfaccettata derivata dalla mancanza di alloggi accessibili, dall’aumento dei costi abitativi, dalla privatizzazione dei servizi civili, dai conflitti e dalla rapida urbanizzazione. Agli alloggi inadeguati o assenti, seguono l'accesso inadeguato o assente a servizi necessari quali l’elettricità, i programmi sociali, il trasporto, l’istruzione, internet, l’acqua corrente. Continuare a leggere

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