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Cinque cose sulle mascherine e sull'inquinamento da plastica

Climate Change 30.07.2020 UN News

La pandemia di COVID-19 ha diffuso all'inizio un illusorio ottimismo sul suo contributo nell’affrontare il cambiamento climatico. La lotta contro l'inquinamento da plastica, invece, ne risente per via dell’aumento nell’uso di maschere, guanti e altri dispositivi di protezione usa e getta. Tuttavia, se vengono messe in atto misure efficaci, la quantità di plastica scartata ogni anno può essere notevolmente ridotta, o addirittura eliminata.

1-. Inquinamento causato dall'enorme aumento delle vendite di mascherine

La promozione dell'uso di mascherine per rallentare la diffusione del COVID19 ha portato a uno straordinario aumento della loro produzione in modalità usa e getta. UNCTAD, l’ente dell’ONU per il commercio, stima che le vendite globali quest'anno saranno di circa 166 miliardi di dollari, rispetto a circa 800 milioni nel 2019. Rapporti recenti dei media, che mostrano video e foto di sommozzatori che raccolgono maschere e guanti sparsi nelle acque della Costa Azzurra, sono stati un campanello d'allarme per molti, che hanno aperto gli occhi sul tema dell'inquinamento da plastica, e un promemoria per i politici, i leader e gli individui che devono affrontare il problema.

2-. Un problema tossico

Circa il 75% delle mascherine usate, così come altri rifiuti legati alla pandemia, finiranno nelle discariche o galleggeranno sui mari. Inoltre, l'UNEP, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, stima il costo finanziario, in aree come il turismo e la pesca, intorno ai 40 miliardi di dollari. L'UNEP ha avvertito che, se il forte aumento dei rifiuti sanitari, in gran parte realizzati con plastica monouso, non viene gestito in modo corretto, potrebbero verificarsi scarichi incontrollati. Le potenziali conseguenze, afferma l'UNEP, che ha prodotto una serie di schede informative sull'argomento, includono i rischi per la salute pubblica derivanti da mascherine infettate e dal loro incenerimento incontrollato o all'aperto che rilascerebbero tossine nell'ambiente trasmettendo malattie alle persone. L'UNEP esorta i governi a trattare la gestione dei rifiuti - manipolazione sicura e smaltimento finale -, compresi i rifiuti medici e pericolosi, come un servizio pubblico essenziale. "L'inquinamento da plastica era già una delle maggiori minacce per il nostro pianeta prima dello scoppio del coronavirus", afferma Pamela Coke-Hamilton, direttrice del dipartimento per il commercio internazionale dell'UNCTAD. "L'improvviso boom nell'uso quotidiano di determinati prodotti per proteggere le persone e fermare la malattia sta peggiorando le cose".

3-. Le soluzioni esistenti potrebbero ridurre la plastica dell'80%

Lo studio, Breaking the Plastic Wave: A Comprehensive Assessment of Pathways Towards Stopping Ocean Plastic Pollution - Rompere l'onda della plastica: una valutazione completa dei percorsi verso l'arresto dell'inquinamento da plastica negli oceani -, approvato dall'UNEP, prevede che, se non viene intrapresa alcuna azione, la quantità di plastica scaricata nell'oceano triplicherà entro il 2040, da 11 a 29 milioni di tonnellate all'anno. Tuttavia, questo stato di cose può essere migliorato. Circa l'80% dell'inquinamento da plastica può essere eliminato semplicemente sostituendo una regolamentazione inadeguata, modificando i modelli di business, introducendo incentivi che portino alla riduzione della produzione di plastica, progettando prodotti e imballaggi che possano essere riciclati più facilmente e ampliando la raccolta dei rifiuti, in particolare nei paesi a basso reddito.

4-. La cooperazione globale è essenziale

Nella sua analisi di luglio sulla plastica, l'UNCTAD è giunto alla conclusione che anche le politiche commerciali globali hanno un ruolo importante da svolgere nella riduzione dell'inquinamento. Molti paesi hanno introdotto nell'ultimo decennio regolamenti che menzionano la plastica, un’indicazione della crescente preoccupazione per il problema. Tuttavia, l'analisi dell’UNCTAD sottolinea la necessità che le politiche commerciali, per essere veramente efficaci, contengano regole coordinate e globali. "Il modo in cui i paesi hanno fatto uso della loro politica commerciale per combattere l'inquinamento da plastica è per lo più scoordinato, il che limita l'efficacia dei loro sforzi", afferma la Coke-Hamilton. "Ci sono limiti a ciò che ogni paese può ottenere da solo".

5-. Promuovere alternative planetarie e favorevoli al lavoro

Sebbene l'attuazione di queste misure inciderebbe enormemente sull'inquinamento da plastica tra oggi e il 2040, il rapporto Pew / Systemic riconosce che, anche nel suo migliore scenario, cinque milioni di tonnellate di plastica raggiungerebbero ancora l'oceano ogni anno. Il rapporto avverte che per affrontare in modo completo il problema è necessario un incremento drammatico d’investimenti che portino progressi tecnologici d'innovazione. L'UNCTAD, pertanto, esorta i governi a promuovere alternative non tossiche, biodegradabili o facilmente riciclabili, usando fibre naturali come la buccia del riso e la gomma naturale. Questi prodotti sono più rispettosi dell'ambiente e, poiché i paesi in via di sviluppo sarebbero i grandi fornitori di molti di questi sostituti della plastica, un ulteriore vantaggio sarebbe che fornirebbero nuovi posti di lavoro. Il Bangladesh, ad esempio, è il principale esportatore mondiale di iuta, mentre la Tailandia e la Costa d'Avorio lo sono della gomma naturale. "Non esiste un'unica soluzione all'inquinamento da plastica negli oceani, ma attraverso un'azione rapida e concertata possiamo rompere l'onda della plastica", ha affermato Tom Dillon, vicepresidente del Pew: "Possiamo investire per un futuro in cui i rifiuti siano ridotti, i risultati sanitari migliori, la creazione di posti di lavoro maggiore e l’ambiente più pulito e resiliente per le persone e per la natura".

Vedi l’originale inglese. Five things you should know about disposable masks and plastic pollution   

Photo - Unsplash/Brian Yurasits. ©Mascherina durane la pulizia sulla spiaggia di Hampton Beach, New Hampshire, USA.

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I commenti dai nostri lettori (1)

Margaret Sweeney 11.09.2020 Disposable masks are a huge problem here in Scotland, blown by the wind in all public areas. It’s horrifying. One of my brothers and his wife have taken their own action about this. Right from the start of coronavirus, they have made thousands of reusable, washable masks and they have distributed these free in places like nursing homes, town centres as well as to all their acquaintances and their acquaintances’ acquaintances. I know this isn’t a huge answer but I’m sure it helps with awareness raising.