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Come essere poveri essendo ricchi

Rivista Nigrizia 29.04.2025 Rivista Nigrizia Tradotto da: Jpic-jp.org

Il continente vive un paradosso economico: pur avendo bisogno di risorse per lo sviluppo, è creditore netto di circa 400 miliardi di dollari verso il mondo. La Banca africana di sviluppo rivela come multinazionali, corruzione e flussi illeciti drenino centinaia di miliardi annui dal continente, mentre gli aiuti internazionali ammontano a 190,7 miliardi. Tra Multinazionali e corruzione l’Africa perde 587 miliardi di dollari all’anno

L’Africa vive un evidente paradosso economico: è il continente con il maggior bisogno di risorse per il proprio sviluppo e, allo stesso tempo, perde annualmente oltre 587 miliardi di dollari a causa della fuga di capitali. Questa denuncia emerge dal rapporto African Economic Outlook 2025 della Banca africana di sviluppo (AfDB), presentato in questi giorni ad Abidjan, in Costa d’Avorio.

Il professor Kevin Chika Urama, economista capo e vicepresidente della Banca africana di sviluppo, ha presentato dati allarmanti basati su rilevazioni del 2022. La fuga di capitali si articola attraverso diversi canali, ognuno dei quali rappresenta un’emorragia per l’economia continentale.

Le multinazionali trasferiscono irregolarmente i capitali

I trasferimenti irregolari di profitti da parte delle multinazionali costituiscono la voce più significativa, con ben 275 miliardi di dollari esportati illegalmente ogni anno.

Seguono i proventi della corruzione, che assorbono 148 miliardi di dollari, mentre i flussi finanziari illeciti – spesso attraverso manipolazione dei prezzi nelle transazioni internazionali – costano al continente 90 miliardi di dollari.

Altri 79 miliardi vengono persi a causa della percezione inappropriata del rischio da parte degli investitori internazionali.

Il contrasto con gli afflussi

A fronte di queste massive perdite, l’Africa riceve dall’estero solamente 190,7 miliardi di dollari attraverso investimenti diretti esteri, debito, trasferimenti della diaspora e aiuti ufficiali allo sviluppo. Il bilancio netto è impietoso: il continente è un creditore netto di circa 400 miliardi di dollari all’anno verso il resto del mondo.

Il calo delle fonti esterne

Come sottolinea Urama, «nel 2023, le fonti esterne di finanziamento, come gli investimenti diretti esteri, le rimesse della diaspora e gli aiuti pubblici allo sviluppo, sono diminuite, ad eccezione degli investimenti di portafoglio (acquisto di strumenti finanziari come azioni, obbligazioni o altri titoli negoziati in borsa, ndr)». Questa tendenza aggrava ulteriormente la situazione di un continente che dovrebbe invece attrarre massicce risorse per finanziare infrastrutture e sviluppo economico.

Il ruolo delle multinazionali: un problema sottovalutato

Nonostante l’evidenza dei dati, il ruolo delle multinazionali nella sottrazione di risorse fiscali riceve ancora scarsa attenzione nelle analisi ufficiali. Organizzazioni non governative come il Tax Justice Network denunciano da decenni questo fenomeno, evidenziando come il sistema finanziario globale faciliti la riduzione delle basi imponibili attraverso la propria opacità.

Le multinazionali che operano in Africa causano la perdita di centinaia di miliardi di dollari di reddito imponibile, un fenomeno che va ben oltre la presunta «scarsa capacità delle amministrazioni fiscali» spesso citata nei rapporti ufficiali come principale causa dei modesti bilanci pubblici africani.

Soluzioni inefficaci

I paesi africani hanno tentato di adottare le soluzioni proposte dall’OCSE, inclusi requisiti di trasparenza contabile per le multinazionali e l’introduzione di un’imposta minima globale.

Tuttavia, queste misure si sono rivelate inefficaci, persino per i paesi del G20 che ne avevano promosso l’implementazione.

Il professor Urama propone invece un approccio più incisivo, che include il rafforzamento delle norme sulla trasparenza nel sistema finanziario a livello nazionale e internazionale.

Prospettive 2025

Secondo i più recenti dati della Banca africana di sviluppo, l’economia africana dovrebbe crescere dal 3,3% del 2024 al 3,9% nel 2025, raggiungendo il 4% nel 2026.

Tuttavia, questa crescita rimane insufficiente rispetto al potenziale del continente.

Il rapporto African Economic Outlook 2025 stima che, con “politiche appropriate, l’Africa potrebbe mobilitare ulteriori 1,43 trilioni di dollari in risorse domestiche attraverso guadagni di efficienza nelle entrate fiscali e non fiscali”.

Le stime più recenti sui flussi finanziari illeciti, pubblicate dal Carnegie Endowment for International Peace nel novembre 2024, confermano perdite annuali di 88,6 miliardi di dollari, pari al 3,7% del PIL continentale.

L’imperativo del cambiamento

La situazione descritta non rappresenta solo una perdita economica, ma una vera e propria minaccia alla sovranità economica africana. Queste risorse potrebbero finanziare lo sviluppo delle infrastrutture e del welfare, ridurre la dipendenza dalle importazioni, limitare l’inflazione legata ai fattori esterni, diminuire i costi del debito e rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici.

Il paradosso di un continente ricco che rimane povero non è una fatalità geografica o culturale, ma il risultato di meccanismi finanziari internazionali che devono essere urgentemente riformati. Solo attraverso una maggiore trasparenza, una regolamentazione più efficace delle multinazionali e una revisione dei parametri di valutazione del rischio, l’Africa potrà finalmente trattenere e utilizzare le proprie ricchezze per il sviluppo dei propri popoli.

Vedi, Multinazionali e corruzione: come l’Africa perde 587 miliardi di dollari all’anno

Foto. © The mail & guardian

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I commenti dai nostri lettori (2)

Bernard Farine 28.06.2025 La perte de pouvoir des organisations internationales au profit de l'égoïsme individuel des nations ne rend pas optimiste sur les propositions du texte.
Paul Attard 28.06.2025 What a disgrace that poor Africa suffers so much. God will judge.