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COP27: hanno salvato la faccia invece di salvare il mondo

Aleteia 21.11.2022 Fabrice de Chanceuil Tradotto da: Jpic-jp.org

La COP27 si è conclusa il 20 novembre con un accordo a favore dei Paesi poveri, ma senza prendere posizione sul ruolo dei combustibili fossili. Un'altra prova della mancanza di capacità delle Nazioni Unite di affrontare e risolvere i problemi della comunità internazionale.

Le conclusioni delle Conferenze dei Membri ONU (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) sono sempre difficili e la COP27, che si è conclusa il 20 novembre a Sharm el-Sheikh, in Egitto, non ha fatto eccezione. Dopo due settimane di intenso lavoro, la conferenza si è prolungata di oltre 34 ore, diventando la più lunga di tutte le COP, per raggiungere un accordo finale. L'Egitto, già contestato come Paese ospitante, è ritenuto in parte responsabile del ritardo a causa della sua gestione della conferenza, sia a livello diplomatico che pratico, con i negoziatori che hanno lamentato in particolare una mancanza di trasparenza, anche se Sameh Choukri, il ministro degli Esteri egiziano responsabile dei lavori, ha rigettato l’accusa.

Un fondo finanziario per i paesi più poveri

Tuttavia, questo ritardo avrà almeno avuto il merito di portare a un buon accordo? Anche in questo caso, come per le conferenze precedenti, il risultato appare più che contrastante. La sfida principale della COP27 era quella di raggiungere un accordo sulla riparazione di perdite e danni richiesta dai Paesi più poveri, affinché le nazioni ricche li aiutino finanziariamente a combattere il cambiamento climatico senza compromettere il loro sviluppo. Su questo tema particolarmente delicato, è stata adottata una risoluzione tanto inaspettata quanto emblematica, con la creazione di un fondo finanziario specifico. Questo innegabile successo dipenderà tuttavia dai suoi risultati, che saranno misurabili solo a lungo termine, e dal fatto che la Cina, che è in prima linea su questo tema, diventi uno dei Paesi contributori.

Questo successo è tuttavia controbilanciato da quello che deve essere definito un fallimento sulle emissioni di gas serra e, quindi, sul controllo del riscaldamento globale. "Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora e questa è una domanda a cui questa COP non ha risposto", ha deplorato il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, che si era già mostrato molto scettico prima dell'inizio della conferenza, a cui ha fatto eco il Vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, che si è dichiarato "deluso".

Da parte sua, Laurence Tubiana, che è stata l'artefice dell'Accordo di Parigi del 2015, ha espresso la preoccupazione che "questa COP abbia indebolito gli obblighi per i Paesi di presentare nuovi e più ambiziosi impegni". Anche in questo caso, l'Egitto è stato messo sotto accusa, sospettato di non voler vincolare i suoi alleati del Golfo, non facendo praticamente alcuna menzione del ruolo dei combustibili fossili nei testi presentati per la discussione. D'altra parte, va notato che, per la prima volta, le energie rinnovabili sono state menzionate insieme alle energie "a basse emissioni", un termine che più spesso si riferisce all'energia nucleare.

Nessuna disposizione vincolante

Allo stesso modo, l'obiettivo di mantenere il riscaldamento globale solo a 1,5° C al di sopra dei livelli preindustriali non è stato abbandonato, come molti osservatori temevano, e viene finalmente riaffermato nel testo finale. Tuttavia, non è stato messo in atto alcun meccanismo vincolante per raggiungere questo risultato, il che rende improbabile il suo raggiungimento, lasciando prevedere un riscaldamento tra i 2,4 e i 2,8° C entro la fine del secolo.

Tutti lo sanno ma fingono di ignorarlo, perché tutti gli occhi sono ora puntati sulla COP28, che si terrà negli Emirati Arabi Uniti alla fine del 2023. Che certamente non è il posto migliore della terra per annunciare la fine dell'uso degli idrocarburi!

Vedere, COP27 : sauver la face plutôt que sauver le monde

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I commenti dai nostri lettori (1)

Segers Godelieve 03.12.2022 Excellentes réflexions !