Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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E se essere ecologici significasse invece guidare le nostre vecchie auto?

The Conversation 03.10.2023 Gaëtan Mangin Tradotto da: Jpic-jp.org

L'impronta di carbonio derivante dalla produzione d’un nuovo veicolo, soprattutto di un'auto elettrica a batteria, è molto alta. Anche se l'utilizzo di veicoli moderni comporta un reale risparmio in termini d’emissioni di carbonio, occorrono molti chilometri per ricuperare l'impatto iniziale della loro produzione. Mantenere ed utilizzare macchinari vecchi e ben mantenuti è quindi spesso una scelta migliore per limitare l’inquinamento. Ovviamente, questo non è il punto di vista sostenuto né dalle case automobilistiche né dai governi. Ed ancor meno è quello adottato dalle autorità locali e dai consigli comunali, che intendono sloggiare i veicoli vecchi ed i loro modesti proprietari dalle strade... in nome dell'ecologia.

L'emergenza ecologica c’impone di ripensare la nostra mobilità, l'unico settore in cui le emissioni non hanno mai smesso di crescere. Da diversi anni le autorità pubbliche emanano un numero sempre crescente di direttive per spingere i cittadini ad abbandonare le auto a combustione in favore dei veicoli elettrici. Il recente annuncio dei governi di rendere ampiamente disponibili le auto elettriche attraverso massicci sussidi significa che molte famiglie potranno acquistarle con circa cento euro al mese.

In diverse città sono state introdotte zone di mobilità a basse emissioni (ZFE-m), che limitano l'accesso ai veicoli che superano una certa soglia d’emissioni di gas inquinanti: Parigi, Lione e Grenoble, ad esempio. Con la legge « clima e resilienza » adottata nel 2021 in Francia, tutte le aree urbane con più di 150.000 abitanti dovranno adeguarvisi entro il 2024.

In queste aree potranno circolare solo le auto che soddisfano i più recenti standard ecologici (elettriche o ibride). Stiamo quindi assistendo a una purificazione su larga scala del parco auto, che riflette una visione a dir poco affascinata della mobilità elettrica che viene presentata come la salvezza. Questa visione pone il problema dell'inquinamento atmosferico a carico degli utenti delle auto che, essendo troppo vecchie, non soddisfano più i requisiti odierni in termini d’emissioni inquinanti, ovvero quelle con motore a combustione interna costruite prima del 2010.

La nostra tesi di dottorato in sociologie svolta tra il 2017 e il 2022, che mira a capire perché si possiedano ed utilizzino auto con più di 20 anni nell'era moderna, rivela che gli imperativi della sostenibilità non sono estranei a tale mobilità. Nelle circa quaranta interviste condotte, nell'analisi della stampa specializzata e nei momenti più informali di scambio e discussione nei garage o nei raduni d’appassionati d’auto che hanno costituito la base di questa tesi, si intravvede persino in alcuni utenti, urbani o rurali, un forte impegno verso l’ecologia.

Sfruttare ciò che già esiste

La grande maggioranza degli utilizzatori di vecchie auto esprime una passione del riutilizzo che s’oppone alla produzione ed al consumo di massa. Si tratta di promuovere un'ecologia che privilegia l'uso di strumenti funzionanti (o riparabili) rispetto all'uso di strumenti nuovi. Nel loro discorso, questa ecologia del riuso appare perfino più realistica perché accessibile dal punto di vista economico e perché corrisponde ad uno stile di vita sobrio di cui le classi lavoratrici conoscono il segreto esiste già che l’hanno da tempo sviluppata nel quotidiano.

Poco costosa da acquistare e da mantenere, l'auto di seconda mano è anche ecologica perché il suo costo ecologico di produzione è già stato assorbito. “Non è facile spiegare ai nostri cari ecologisti che mantenere e far funzionare una ‘vecchia’ auto invece di costruirne una nuova fa risparmiare ettolitri d’acqua, chili d’acciaio, gomma e plastica, e via dicendo. Questo è il risultato di guardare solo ai gas che escono dallo scarico, invece d’analizzare l'intero ciclo di vita, dalla produzione al riciclaggio passando per l'uso" (Richard, rivista Youngtimers n. 79).

Fare attenzione a ridefinire ciò che è sostenibile

Come ogni oggetto tecnico, un'auto ha bisogno di manutenzione per durare nel tempo, e un'auto vecchia richiede un'attenzione costante, in particolare sulle condizioni dei suoi componenti di sicurezza.

Oggi, un gran numero di concessionarie non è più attrezzato per lavorare su veicoli privi di sistemi di diagnostica elettronica ed i meccanici non sono più formati per lavorare su propulsori commercialmente obsoleti. Di conseguenza, la manutenzione è in gran parte responsabilità dei proprietari, che sviluppano un attaccamento all’auto di cui si prendono cura, oltre ad una conoscenza approfondita, che fa loro credere che la loro auto continuerà con loro ancora per molto tempo. "Mi prendo cura della mia auto! Per mantenerla in buono stato e per continuare a guidarla. Mi piacerebbe usarla fino all’ultimo. Senti, ho guidato una Golf come questa per 300.000 chilometri! La mia auto può vivere altri 30 anni" (Larry, 64 anni, guida una Volkswagen Golf 3 del 1993).

Rifiuto di una transizione ecologica sospetta di "greenwashing”

Il rifiuto di passare ad un'auto più recente riflette anche lo scetticismo nei confronti delle intenzioni ecologiche dei produttori. Le auto d’oggi, soprattutto quelle elettriche, sono sospettate d’essere molto più inquinanti di quanto sembrino, soprattutto perché la loro produzione richiede l'estrazione di metalli preziosi come il litio ed il cobalto.

Anche le apparecchiature elettroniche e digitali sono oggetto di sospetto quando si tratta di guardare all'obsolescenza. In questo caso, viene criticata la logica della sostituzione anticipata e, con essa, la strategia di rendere rapidamente obsoleto ogni modello sostituendolo con un altro od offrendone una versione restyling. "In quanto ad affidabilità, finiscono fuori uso più rapidamente d’una vecchia auto. Non sono progettate per durare, no... l'obiettivo è consumare! Una volta facevamo auto robuste! La Saab 900 è un'auto robusta. Perché? Perché allora non si pensava solo al consumo" (Yannis, 40 anni, direttore d'azienda, guida una Saab 900 del 1985).

Rompere con la frenesia e guidare "meno e meglio”

Rispetto alle auto più recenti, quelle con più di 15 anni sono meno confortevoli, meno sicure e richiedono una maggiore attenzione da parte del conducente, che deve essere più attento e previdente. Sono anche più impegnative, in quanto richiedono un maggiore impiego di tutti e cinque i sensi. Ad esempio, non hanno il cruise control, l'assistenza alla frenata d'emergenza e nemmeno il servosterzo, il che rende le manovre particolarmente difficili.

Essendo all'estremo opposto dello spettro dell'efficienza, queste auto sono lo strumento ideale per tenere a bada la voglia d’accelerazione che caratterizza la nostra epoca, immergendoci in forme di mobilità ‘soave’ che evocano un gusto di viaggi immaginari, intrisi di lentezza e contemplazione. "I miei genitori sono appassionati di tutto questo. Usano il loro tempo, hanno la scatoletta delle monete per passare al casello, poi deducono dal loro conto. Lo trovo spaventoso! È spaventoso! Pensi che sia facile? Alla fine tutto è ancora più veloce" (Lucas, 22 anni, studente di filosofia diventato falegname tradizionale, guida una Renault 4 del 1982).

Tenere a bada l'automobilismo!

Più ancora dei beni e del sistema economico, è l’intero sistema di mobilità che viene guardato con diffidenza. Per molti utenti, mantenere il ruolo centrale dell’automobile nella pianificazione urbana e territoriale e nella mobilità quotidiana sarebbe una mancanza d’ambizione di fronte alle sfide ecologiche d’oggi.

Molti utenti d’auto vecchie chiedono un'ambiziosa revisione del sistema di mobilità che metta al primo posto forme di mobilità alternative che prendano sul serio la bicicletta come mezzo di trasporto efficiente. Tutti affermano che, se potessero, farebbero quotidianamente a meno dell'auto. "Non sono un nostalgico. Penso che nella società ormai superata, quella della conquista, ci siamo sbagliati. Si dimenticava la finitezza delle cose, così come oggi si dimentica che esistono altre prospettive! Una prospettiva, ad esempio, è la bicicletta. Con la bicicletta puoi andare dove l'auto non arriva, ci liberiamo dagli ingorghi, ecco tutto”. (Fabrice, 47 anni, ha guidato diverse Citroën dagli anni '70 al 2000).

La componente di uno stile di vita sobrio

Per alcune persone, guidare un'auto già usata è quindi un modo di vivere la mobilità in modo più sobrio, privilegiando la qualità (del viaggio, dell'oggetto...) rispetto ad una forma di superfluo. "Penso che siamo andati troppo oltre su certe cose, che stiamo andando troppo oltre anche in relazione al pianeta, all'inquinamento ed a tutto il resto. Non voglio entrare in questo sistema, voglio qualcosa di diverso. Uno dei miei sogni sarebbe quello di essere autosufficiente dal punto di vista energetico. Quindi c'è qualcosa d’ecologico nel mio approccio... Sì, ecologico!” (Bruno, 56 anni, guida una R4 del 1986).

Questa etica della sobrietà è spesso alla base di uno stile di vita più frugale e presuppone un atteggiamento riflessivo nei confronti delle nostre azioni e delle loro conseguenze. Se la conversione di tutti ad una "vecchia auto" può non rappresentare un progetto di transizione ecologica, il rapporto di questi utenti con la loro mobilità ci invita comunque a smettere di metterci in strada alla leggera. Al contrario, ci spinge a mettere in discussione la banalità del nostro ricorso all'automobile ed a pensare a una forma più illuminata di motorizzazione.

Vedi, Et si l’écologie, c’était plutôt de rouler avec nos vieilles voitures ?

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I commenti dai nostri lettori (3)

Bernard Farine 24.10.2023 Le premier article m'a amusé car ma femme roule avec une vieille voiture bien entretenue et ne comprend pas pourquoi elle devrait en changer alors qu'elle fait peu de kilomètres. Par contre, elle ne l'entretient pas elle-même ! Un garage traditionnel accepte de l'entretenir sans électronique. Plus sérieusement, je pense que les gouvernements qui ne veulent pas remettre en cause fondamentalement le modèle économique pratiquent l'illusion technologique, bien démontée dans l'article. Dans le même ordre d'idée, un autre projet français visait à interdire les chaudières à gaz, pourtant bien performante, jusqu'à ce qu'on comprenne qu'on serait obligé de produire plus d'électricité qui serait à base d'énergie fossile, comme le dit l'autre article, avant que nos nouveaux projets nucléaires, autre illusion technologique, soient opérationnels.
Paul Attard 24.10.2023 I notice many of the people in the article are driving Renault 4, le quatre-L. We used to have one. Very comfortable, easy to drive but there was one of the 4 spark plugs (bougie) that was difficult to get to. Very French! I also remember many years ago a TV documentary called “A car for Africa” in which an English car engineer designed a car made mostly of wood so that it could be easily repaired and maintained. Its engine was similar to the Renault 4. And he test drove it from Scandinavia to Nairobi. But the big companies like Citroen, Peugeot saw it as a serious threat and made sure it didn’t succeed.
margaret Henderson 08.11.2023 The discussion on whether maintaining old cars or replacing them with less polluting new models is fascinating. There was one aspect, though, that wasn’t mentioned. Although my natural instinct is to favour mending what is old (I keep repairing my old clothes!), I’m pleased that the most polluting vehicles have been banned from the centre of Glasgow. The layout of the city is determined by the River Clyde running through the middle and especially by the history of ship building. The result is that there is only one bridge crossing the river anywhere near the city centre. The consequence is that Hope Street has, until recently, been used by huge numbers of vehicles as it leads from that bridge. It is also the street where all the buses go. In tests, it has been shown to be the street in the U.K. with the worst air quality. I, and huge numbers of other, usually fairly poor, people often spend a long time waiting at bus stops there. Now, with the change in by-laws, that street has already got BETTER than average air quality - and it feels like it!