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Hamas ha commesso crimini contro l’umanità il 7 ottobre e successivamente

Le Soir 01.12.2025 Belga Tradotto da: Jpic-jp.org

Amnesty International ha accusato giovedì, per la prima volta, Hamas e altri gruppi armati palestinesi di aver commesso crimini contro l’umanità, tra cui quello di «sterminio», durante l’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele e nei fatti successivi.

« I gruppi armati palestinesi hanno commesso violazioni del diritto internazionale umanitario, crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante i loro attacchi nel sud di Israele iniziati il 7 ottobre 2023», scrive l’organizzazione per la difesa dei diritti umani in un nuovo rapporto di oltre 170 pagine. Amnesty ritiene che il massacro di civili del 7 ottobre costituisca un «crimine di sterminio contro l’umanità» e annovera, tra gli altri crimini commessi da gruppi palestinesi, l’imprigionamento, la tortura, la sparizione forzata, lo stupro e «altre forme di violenza sessuale». Questi gruppi, in primo luogo Hamas, «hanno continuato a commettere violazioni e crimini ai sensi del diritto internazionale» dopo il 7 ottobre, in particolare crimini contro l’umanità, «detenendo e maltrattando ostaggi nonché trattenendo corpi rapiti», aggiunge Amnesty. «La presa di ostaggi rientrava in un piano esplicitamente formulato dalla leadership di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi», scrive l’organizzazione.

L’ONG internazionale aveva già concluso che Hamas e altri gruppi avevano commesso crimini di guerra durante l’attacco del 7 ottobre in Israele, che ha innescato la guerra nella Striscia di Gaza. Quell’attacco ha causato la morte di 1.221 persone sul versante israeliano, in maggioranza civili, secondo un conteggio dell’AFP. Quel giorno, 251 persone furono prese in ostaggio, di cui 44 già decedute. Dei 207 ostaggi portati via vivi, 41 sono morti o sono stati uccisi in cattività. Ad oggi, tutti i prigionieri sono rientrati, ad eccezione di un israeliano, la cui salma si trova ancora a Gaza. Per quanto riguarda le violenze sessuali commesse il 7 ottobre, l’ONG ha precisato di aver potuto intervistare una sola persona tra i sopravvissuti e di non essere pertanto in grado di determinarne l’ampiezza o la portata. Il rapporto conclude che Hamas — in particolare la sua ala armata, le Brigate Ezzedine Al-Qassam — è stato «principalmente responsabile» dei crimini commessi, attribuendo anche una responsabilità, seppur minore, alla Jihad Islamica Palestinese, alle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa e a «civili palestinesi non affiliati».

Dal lato israeliano

Amnesty, che accusa Israele di commettere un genocidio a Gaza, ha stimato a fine novembre che esso «prosegue senza sosta nonostante il fragile cessate il fuoco» in vigore dal 10 ottobre. Israele respinge con forza le accuse di genocidio che lo riguardano, definendole «menzognere» e «antisemite».

Nel maggio 2024, la Corte penale internazionale (CPI) aveva emesso mandati di arresto contro Ismail Haniyeh, allora capo di Hamas; Mohammed Deif, allora capo delle Brigate Al-Qassam; e Yahya Sinwar, allora capo di Hamas a Gaza e ampiamente considerato la mente delle stragi del 7 ottobre. La CPI ha successivamente annullato tali mandati dopo la loro morte, avvenuta più tardi quello stesso anno in attacchi israeliani.

La CPI ha inoltre emesso, nel novembre 2024, un mandato di arresto — tuttora in vigore — contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant per crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi durante la guerra a Gaza. Oltre 70.369 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza nella campagna militare israeliana di rappresaglia al 7 ottobre, secondo il ministero della Sanità locale, posto sotto l’autorità di Hamas. Il ministero, i cui dati sono ritenuti affidabili dalle Nazioni Unite, non specifica il numero dei combattenti uccisi ma, secondo le sue cifre, più della metà delle vittime sono minori e donne.

Amnesty accuse le Hamas de crimes contre l’humanité le 7-Octobre et par la suite

Foto. Uomini di Hamas puntano le armi contro un gruppo di uomini che stanno per giustiziare, a Gaza, in questa schermata tratta da un video diffuso il 13 ottobre 2025. © REUTERS.

 

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