Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Piante, esseri umani e salute del pianeta

VIVAT International 30.04.2023 Ignatius Soreng, Svd Tradotto da: Jpic-jp.org

Il 18 aprile 2023, in occasione della 22esima sessione del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene (UNPFII), il Comitato ONG per i diritti dei popoli indigeni ha invitato Ignatius Soreng SVD* a partecipare come relatore all’evento collaterale co-sponsorizzato da VIVAT International. Soreng ha parlato, dal punto di vista della sua comunità tribale Kharia, dell'interrelazione tra "piante, salute umana e planetaria".

Nel suo discorso, padre Ignatius Soreng ha sollevato le preoccupazioni e le lotte delle comunità tribali a causa della dolorosa sostituzione forzata, della migrazione e del reinsediamento, mentre assistono alla distruzione di colline, foreste e piante per l'estrazione di materie prime finalizzate alla costruzione del cosiddetto "mondo civilizzato", comprese città, strade e industrie.

Ecco alcuni estratti del suo discorso.

Posso iniziare la mia condivisione con alcune righe di una poesia, tratta dal mio libro intitolato Flame of the Forest? Qui, una persona indigena dice: "Perché devo ridefinire me stesso ancora e ancora, dicendo ‘io esisto’ o ‘io sono quello che sono, un Homo Sapiens? Anche se convivo con gli elementi della natura, canto l'inno nazionale? Nonostante la danza tribale stagionale, vivendo tra racconti popolari e canzoni popolari, e ispirandomi alla foresta per vivere bene?".

Le popolazioni tribali si ispirano alla foresta per il loro totale benessere. La gente che vive nella foresta, come le piante, gli uccelli, gli animali e i rettili, sono inseparabilmente legati tra loro in tutti gli aspetti della vita. Questi esseri, in particolare gli alberi, gli arbusti, i rampicanti e le erbe, sono tra loro amici, parenti, familiari, antenati, spiriti e divinità. Si potrebbe dire molto su tutto questo, il che ora è impossibile. Ma almeno permettetemi uno o due aspetti, quello dei parenti e degli antenati. Ecco alcune righe del libro: "Sono tutti miei parenti, generazioni di antenati miei, esseri naturali preistorici, una comunità più grande di quella dei vivi, in forme che mostrano differenze a causa di una seconda nascita, altrettanto dolorosa e vera".

I miti tribali, le storie tradizionali e le canzoni popolari parlano di questi aspetti in modo vivido e dettagliato. I popoli tribali credono davvero che le piante siano i loro amici, parenti, familiari, antenati, spiriti e divinità e, in questo modo, si relazionano con loro.

Le piante sono fonte di salute, ricchezza ed economia per le popolazioni tribali

Le piante costituiscono e nutrono la salute delle popolazioni tribali: guariscono tutte le malattie e le ferite e li proteggono da tutti i poteri maligni. Favoriscono il loro benessere fisico, mentale e spirituale. Non c'è malattia che non possa essere curata attraverso la fitoterapia, utilizzando frutti, radici, fiori, foglie e cortecce di varie piante. Si può ridere della semplicità di queste medicine e del modo in cui vengono somministrate. Si può anche non credere al loro valore, ma sono vere ed efficaci, e le popolazioni tribali lo sanno.

Le piante dei campi e della foresta forniscono un'abbondanza di frutti, radici, foglie, fiori, cortecce e tronchi per il cibo, le bevande, le abitazioni ed i vestiti delle popolazioni tribali.

Stagione dopo stagione, le piante sono presenti come i genitori umani, nutrendo e curando la gente. Le piante mantengono le popolazioni tribali vive e sane nella loro esistenza. Sono in grado di mantenere viva e sana l'intera umanità, se ci si preoccupa di far ricorso ad esse.

Le piante costituiscono la personalità ed il carattere dei popoli tribali.

I tribali sono persone semplici, spirituali, sociali, pacifiche e soddisfatte. Condividono, curano, amano, perdonano e servono, perché vedono queste qualità nella natura nel corso delle stagioni ed ogni giorno. I popoli tribali sono sociali e comunitari, a differenza della gente di altre società individualiste e competitive. Ed è così perché i popoli tribali imparano queste qualità quotidianamente dal mondo delle piante e dalla natura circostante. Le piante fanno crescere le loro comunità, fornendo l'habitat ed il necessario per la vita. Le piante fanno crescere la loro cultura, poiché la loro vita è intrecciata con la natura circostante e con le stagioni. Le piante fanno crescere la loro religiosità, poiché nel mondo delle piante e della natura essi sperimentano la presenza dei vari tipi di divinità: gli antenati, gli spiriti, gli dei e la Divinità suprema.

Senza il mondo delle piante, non si potrebbe nemmeno immaginare il clima

Se il mondo delle piante viene distrutto, il clima del mondo crollerà. Il mondo delle piante è intimamente legato alla terra e all'acqua, così come è legato all'aria ed al calore. L'aria e il calore permeano tutto. Le popolazioni tribali preferiscono, però, definirsi più chiaramente nella loro relazione con la terra, l'acqua e la foresta. Senza questi tre elementi, il popolo tribale non potrebbe nemmeno esistere.

Ma nel tempo la devastazione causata dall'avidità umana sta distruggendo tutto. L'avidità umana sta facendo sparire tutto ciò che è indispensabile alla vita dell'uomo per creare qualcosa che solo soddisfa la mente umana.

Ecco alcune righe tratte dal libro La fiamma della foresta che parlano di questa distruzione: "Oggi, dopo che hanno portato la nostra collina a Bhilai, Durg o Rourkela o in Europa e in America, come materia prima di ferro, il sole sorge a est su un orizzonte piatto e tramonta a ovest su una nuova città".

È una doppia distruzione: si distruggono colline e foreste per ricavarne materie prime e si distruggono le stesse materie prime per far sorgere nuovi paesi, città e industrie. Le popolazioni tribali sentono il dolore della distruzione del loro habitat, della loro organizzazione sociale, della loro cultura e della loro religione. Sentono il dolore di doversi spostare, migrare e reinsediare. E quindi, concludono: "C'è un legame tra la ricerca di minerali ed il materialismo; se non si smette di cercare e scavare, l'amore per la materia non finirà mai".

Come procedere?

I governi sono in grado di stabilire politiche e attuarle. A questo proposito, non si può mai escludere l'indispensabile coinvolgimento delle popolazioni tribali. Le popolazioni tribali sono i migliori difensori delle foreste e del mondo vegetale. Le tagliano anche a pezzi se necessario per la loro vita, ma per il resto del tempo le amano, le curano e le venerano. Oltre a questo, c'è un'altra grande ragione per cui i popoli tribali sono i migliori custodi del mondo vegetale credono di essere stati incaricati di questo compito dal loro Dio, il Creatore stesso.

"Non hanno ancora abbandonato la fede, la speranza e l'amore, la voglia di vivere e il desiderio di dare, l'impulso a curare il giardino e ad accudire le pecore; perché sono consapevoli che la fiducia con cui il Commissario li ha incaricati di custodire il giardino non è mai stata ritirata o annullata!". Qui, per giardino si intende il mondo delle piante e per Commissario si intende il Creatore.

Per concludere, vorrei aggiungere questo:

  • primo. Il popolo delle tribù vorrebbe che gli uomini del mondo sviluppassero amore, rispetto e simpatia per le piante e che non le trattassero come semplici oggetti per soddisfare la loro avidità materiale;
  • secondo. Le popolazioni tribali vogliono avere il diritto di proteggere il mondo delle piante secondo la loro tradizione tribale;
  • infine. La comunità delle tribù esorta il mondo a includerli nel compito di proteggere e preservare il mondo delle piante, di cui sono responsabili gli stessi governi. Senza di loro, il compito di proteggere e preservare il mondo delle piante sarà molto difficile.

* Ignazio Soreng è un sacerdote cattolico della Società del Verbo Divino. Appartiene alla comunità indigena di Kharia (India). È direttore del Sanskruti Kendra - Centro culturale e di ricerca dedicato alla protezione, alla conservazione ed alla promozione della cultura Kharia. Ha prodotto circa 70 libri, opuscoli, audio, video, opere teatrali e balletti.

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I commenti dai nostri lettori (1)

Margaret Henderson 17.07.2023 I’m really not very scientific in my natural interests. This might be because I hardly studied it at all at school and it is also a matter of personality. As a consequence, I often abandon reading about scientific matters as I don’t have enough basic understanding. I learn quite a lot from your articles, for example I had no idea that undisturbed soil stores carbon and I was quite excited by the suggestions of how to help soil absorb carbon. Similarly, I found the article on what forests do for the climate very enlightening.