Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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L’attualità di don Sturzo

Newark - Inspirato da In Terris 27.01.2019 Redazione Jpic-jp.org Tradotto da: Jpic-jp.org

"Io non ho nulla, non possiedo nulla, non desidero nulla. Ho lottato tutta la mia vita per una libertà politica completa, ma responsabile. Alla perdita della libertà economica, verso la quale si corre a gran passo in Italia, seguirà la perdita effettiva della libertà politica, anche se resteranno le forme elettive di un Parlamento apparente, che giorno per giorno seguirà la sua abdicazione di fronte alla burocrazia, ai sindacati e agli enti economici, che formeranno la struttura del nuovo stato più o meno bolscevizzato. Che Dio disperda la mia profezia”. (Don Luigi Sturzo, 4 ottobre 1951)

Perché dopo 100 anni l’attenzione verso un cristiano, un sacerdote, un politico laico per l’Italia di oggi e di domani? Ci riferiamo a Don Luigi Sturzo. Ci sembra che questa attenzione non sia casuale, ma esprima il crescente bisogno di riferimenti forti, di maestri, proprio di un’epoca di grande smarrimento, di grandi “rumori”, di grandi e giustificate paure, di assenza di pensiero. 

Studiare i grandi personaggi ci fa scoprire talvolta dei veri maestri, non solo del passato, ma per il presente e per il futuro. Don Luigi Sturzo è stato ed è ancora oggi un maestro di Etica politica per chiunque volesse “servire la politica e non servirsi della politica” come affermava spesso. Sturzo è stato: filosofo, sociologo, profondo economista, amministratore pubblico, politico tra i più importanti del Novecento italiano. Sturzo resta sempre e soprattutto sacerdote: intenso, totale, dedito a Gesù Cristo e alla rigorosa fedeltà alla Chiesa, anche quando questa lo farà soffrire.

Luigi Sturzo (26 novembre 1871 - 8 agosto 1959) era un prete cattolico italiano, conosciuto nella sua vita come un  "socialista clericale" ed è considerato uno dei padri della piattaforma democratica cristiana. Dal 1919 fu promotore del Partito Popolare Italiano. Con l'avvento del fascismo italiano, nel 1924 fu costretto all'esilio. In esilio, a Londra e poi a New York, pubblicò più di 400 articoli (raccolti dopo la sua morte sotto il titolo di Miscellanea Londinese) nei quali criticava il fascismo e, in seguito, i democristiani del dopoguerra. Nel 1951 fonda l'Istituto Luigi Sturzo e, nella sua città siciliana di Caltagirone, organizza cattolici come parte di numerosi progetti culturali e politici, cooperative rurali e bancarie, scuole, giornali. A Caltagirone, il suo comune in Sicilia, organizzò i cattolici in un progetto culturale e politico di largo respiro; voleva far comprendere ai suoi concittadini che un Comune non è proprietà privata di alcuni notabili, ma un bene comune, un attore dello sviluppo, la base della convivenza civile. Ancora oggi, dopo 100 anni dall’Appello ai Liberi e Forti (18 gennaio 1919) il suo insegnamento sarebbe da svolgere in tantissime realtà territoriali in tutta Italia.  Dalle sue iniziative emerse come figura di leader nazionale.

L'impegno sociale e politico di don Sturzo s'inspira all'enciclica Rerum Novarum, che risale al 1891. La Rerum Novarum è l’enciclica che spiega con grande chiarezza che prima di tutto viene la persona, la sua libertà e la sua dignità, e che per preservare ciò ci sono le società intermedie, che non derivano dallo Stato, perché sono le cellule primordiali della società: la famiglia, il Comune, e da lì, via via, si sale con il principio di sussidiarietà verso l’organismo Stato.  Per lui, il comune non era solo un organo amministrativo, ma un'unità politica, una comunità che i servizi municipali dovevano servire; questa comunità, il comune, non deriva dallo stato, ma ha la sua forza propria originale, la sua autonomia, la sua sfera di libertà e di energia che deve essere liberata.

A Caltagirone fu “pro Sindaco” (come sacerdote non poteva essere Sindaco, ma era di fatto un sostituto Sindaco) dal 1905 al 1920, offrì il suo impegno straordinario al servizio della città.

Sturzo sentiva la necessità di costruire una rete di contatti e di pensiero perché, da quel grande realista che era, sapeva che restando soli si è sconfitti, non si va da nessuna parte. Avviò quindi una rete di "complicità" con altri giovani sacerdoti della sua età, e non solo con loro, ma allontanandosi dai circoli cattolici tesse rapporti con i socialisti.

Guardando Don Sturzo, possiamo capire quanto dice Papa Paolo VI: la politica è, o dovrebbe essere, la più grande forma di amore cristiano e, naturalmente, possiamo aggiungere, la più grande forma di autentica advocacy.

Vedi la fonte ispiratrice: L’attualità di don Sturzo  di Antonino Giannone, professore e vice presidente di Alef (Associazione Liberi e Forti)

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I commenti dai nostri lettori (1)

Eugenio Grisanti 03.03.2019 E’vero:la lezione di don Sturzo ancor oggi ,s cento anni dalla fondazione del partito popolare e dall’impegno del cattolici in politica,è più attuale che mai. Il suo lascito forse in modo sintetico e forse superficiale può compendisrso nel modo seguente: non solo pensiero non solo azione ma anche e soprattutto testimonianza personale nel quotidiano edificare il bene comune al cui servizio il politico deve porsi ed esporsi nella costruzione dello Stato come casa a cui tutti sono chiamati a partecipare con spirito di solidarietà e di reciproca appartenenza