Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Quando il mondo inizierà a preoccuparsi del Sud Sudan?

The Tablet 08.03.2018 Ruth Gledhill Tradotto da: Jpic-jp.org

Il vescovo Anthony Poggo è stato vescovo nel Sud Sudan fino a che è stato nominato consigliere dell'Arcivescovo di Canterbury per gli affari della comunità anglicana e quindi trasferito a Londra. Nella sua recente visita in Sud Sudan, lo ha colpito vedere come il suo ex assistente cappellano stava vivendo. Il prete la chiamano "la mia casa". Ma in realtà non era che una piccola baracca, con una lamina di politene come tetto.

Ma questo non è che un trauma minore tra quelli che affliggono il più recente stato del mondo, tormentato da una guerra civile senza speranza da quando ottenne l'indipendenza dal Sudan del Nord nel 2011.

Il consulente dei vescovi Cattolici per il Sudan, William Kenney, vescovo ausiliare di Birmingham, descrive come lo stupro sia utilizzato come arma di guerra, come scontri e omicidi avvengano senza sosta. Alcuni scontri si danno per le grandi risorse petrolifere del paese, altri sono dovuti alla lotta che si fanno fra di loro i signori della guerra. Alcuni infine sono causati da persone solo per il gusto della violenza.

Mons. Kennedy racconta: “Sono stato in Sud Sudan l'anno scorso. Gli effetti della guerra e della carestia si possono notare ovunque. Milioni di persone sono sfollate, e la nazione sta affrontando una vera fame perché le culture o non sono state seminate o sono state distrutte dalla guerra. “Questa guerra è un fenomeno complicato dove sono presenti molti attori che cambiano di alleanza ad un ritmo veloce. Il paese sembra essere inondato dalle armi leggere, e in alcune zone lo stupro viene usato come arma contro la popolazione civile. Si può dire che siamo davanti a un paese che è fallito o in fallimento. E questo è molto triste perché il Sud Sudan ha tante ricchezze e potrebbe essere uno dei paesi più importanti dell'Africa.

“La nostra conferenza episcopale sta facendo quanto può per dare un appoggio morale ai vescovi del Sud Sudan, e probabilmente la migliore speranza di creare una pace e una stabilità risiede oggi nelle Chiese del Paese di cui la Cattolica è la più grande. Ci sono stati numerosi accordi di pace tra le maggiori forze in conflitto, ma tutte sono stati rapidamente violati. Tra coloro che sono in guerra, al momento, non sembra ci sia alcuna volontà di cercare la pace. Le forze motrici della violenza sono il petrolio, le terre e la brama di potere che si mescolano poi con il tribalismo.

“Al mondo non sembra interessare molto tutto questo. L'ONU ha dato qualche segno di attenzione solo quando è stata dichiarata la carestia all'interno del Paese, ma nell'insieme non si è riuscito per niente a suscitare l'interesse della stampa. E pare che ci sia ancora meno preoccupazione da parte dei nostri politici e forse è questo quello che dovremmo fare: cercare di suscitare l’attenzione nella nostra classe politica per questa drammatica realtà; e allo stesso tempo pregare. Le situazioni che sembrano senza speranza, reclamano sempre giustizia al cospetto di Dio, e noi dobbiamo fare questo reclamo al Nostro Padre del Cielo”.

Il vescovo Poggo in questo video (South Sudan and RDCongo) si è pronunciato anche dopo che l'arcivescovo di Canterbury aveva appoggiato l'appello di Papa Francesco per una giornata di digiuno e di preghiera per il popolo del Sud Sudan e della Repubblica Democratica del Congo. Papa Francesco ha invitato in modo speciale le sorelle e i fratelli non cattolici a unirsi a lui.

L'arcivescovo Welby da parte sua ha affermato: “Io appoggio quest'appello e invito voi tutti – e le persone di tutto il mondo – a unirsi a noi nella preghiera perché questa gente che sta passando per sofferenze terribili possa finalmente conoscere la pace. Dopo le mie recenti visite a entrambi i paesi, mi è stato impossibile descrivere l'enorme estensione delle distruzioni. Questi terribili conflitti causano la perdita di innumerevoli vite. Un enorme quantità di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, e questo sta distruggendo famiglie e comunità. Ci sono più di un milione di sfollati interni nel Paese. La carestia sta provocando sofferenze e pericoli. In Sud Sudan più di 6 milioni di persone sono in preda alla fame. Violenze sessuali e umiliazioni sono state commesse in entrambi i paesi ai più atroci livelli.

“Durante la mia ultima visita, un leader politico mi ha raccontato della sofferenza e dei massacri tra la sua gente. Ho visitato un campo profughi in Uganda pieno di bambini sud sudanesi le cui famiglie sono scappate da case per sfuggire alla morte. Siamo chiamati a pregare con fervore per questi milioni di persone che semplicemente non riescono più a sopportare questa guerra”.

L'arcivescovo Welby e Papa Francesco speravano di fare una visita congiunta lo scorso ottobre in Sud Sudan, ma la visita è stata posticipata a tempo indefinito in quanto le condizioni del paese si erano ulteriormente deteriorate.

Il vescovo Kenney ha commentato: “La mia esperienza mi fa dire che si tratta di un paese in guerra civile. Siamo molto vicini al fallimento dello stato. Quasi ovunque nel Paese si vive senza legge e senza disciplina”. E' stato sei volte, 3 volte in ciascuno dei due Sudan, a rappresentare la conferenza episcopale. “Il vaticano riconosce entrambi gli stati. E c'è sempre una sola conferenza episcopale per il Sud Sudan e per il Sudan. Nel Sudan ci sono solo due diocesi con tre vescovi, perché uno è un ausiliario. Uno dei problemi del Sud Sudan invece è il grande numero di sedi vacanti o di vescovi in attesa di andare in pensione”.

Il paese è ricco di risorse naturali, ma ne ha potuto godere solo in piccolissima parte. Secondo il vescovo Kenney il conflitto è solo in parte collegato al tribalismo: i signori della guerra combattono per il potere, la politica e per altre ragioni, o semplicemente per il piacere della violenza. “C'è quindi una realtà complessa” ha concluso. “Dobbiamo pregare. Ma dobbiamo fare qualcosa di più. Dobbiamo pregare perché siamo davanti a una di quelle situazioni dove non c'è una soluzione ovvia e questo è sempre il segno che il Signore vuole che ci rivolgiamo a lui”.

Ma ci sono anche gesti concreti che la gente in Gran Bretagna può fare, come dare il loro appoggio a CAFOD (Catholic Institute for Overseas Development). “Stanno facendo un buon lavoro. E il loro personale vive in una situazione molto pericolosa. Hanno bisogno del nostro sostegno”. Si può anche scrivere o incontrare i deputati per vedere di accrescere la loro consapevolezza. “Non è certamente questo l'unico ma è uno dei conflitti più dimenticati. Perché non è uno dei paesi con cui abbiamo molte relazioni. Dobbiamo mettere pressione sul parlamento e sul Foreign Office. Perché questo conflitto è dimenticato? Ci sono troppe persone che stanno soffrendo. C'è là una tremenda guerra civile. È uno di quei posti dove lo stupro viene usato come arma di guerra. La Chiesa ha ancora molto credito, quindi la gente mi chiede cosa sta succedendo, sebbene sappiano che non possiamo fare molto”.

Fonte: http://www.thetablet.co.uk/blogs/1/1147/when-will-the-world-start-to-care-about-south-sudan-

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