Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Advocacy dal basso verso l'alto

Kinshasa 05.03.2018 Gian Paolo Pezzi, mccj Tradotto da: Jpic-jp.org

Tutto è iniziato quando qualcuno si è alzato affermando: "In Liberia esiste la terra dei privati, la terra pubblica, le terre delle comunità e la terra del Governo". Sorpreso, mi sono messo a fare ricerche e ho trovato una risposta sorprendente che mi ha riportato indietro quando...

 "Il sistema di possesso statutario fu introdotto agli inizi del 1800 dall'American Colonization Society, che acquistò terre lungo la costa dell'attuale Liberia dai capi africani indigeni e, negli anni 1820, iniziò a liberare schiavi che dagli Stati Uniti venissero a stabilirvisi" (Land and Policy and Institutional Support (LPIS) Project Customary Land). Quindi sotto il primo presidente della Repubblica della libera Liberia tutta la terra senza un atto di proprietà riconosciuto - e nessuno l'aveva in quel momento fra gli indigeni - era considerata la Terra del Governo, cioé degli afroamericani colonizzatori.

Il Land Rights Act (LRA – Il decreto sui diritti della terra) dovrebbe risolvere questi problemi inerenti al possesso della terra nella moderna Liberia. La sua prima bozza fu consegnata dalla Commissione per la terra, legalmente costituita, all'allora presidente Ellen Johnson Sirleaf il 4 luglio 2014. Da allora è stata tutta un’opposizione alla sua approvazione. Jonathan Gant, attivista di Global Witness, afferma: "LRA, se approvato, dovrebbe riconoscere che le comunità possiedono la loro terra e garantire che le comunità locali - e solo le comunità locali - hanno il potere di decidere dove sono le loro terre e come devono essere gestite" (Land Rights Act Suffers Setback At Liberian Legislature). Le sue parole sono in reazione ai cambiamenti introdotti nella prima bozza con l'inconfessata intenzione di aprire la porta a potenti imprese (o concessioni come vengono chiamate in Liberia) come Firestone (vedi Liberia Concessions Aid Data).

Non rimasi quindi sorpreso quando i partecipanti agli incontri che ho avuto a Monrovia e ai seminari tenuti in Gbarnga (la contea di Bong nella Liberia centrale)  mostrarono il loro profondo interesse. A Gbarnga un seminario di una settimana riunì 50 leader comunitari e attivisti di Giustizia e Pace; un'altra settimana fu dedicata poi alla formazione di animatori. Quasi tutti avevano sofferto nelle loro vite non solo per una guerra lunga 14 anni, ma anche per l'ingiustizia secolare, risultato di leggi e regolamenti sulla proprietà fondiaria gestiti dall’alto verso il basso come strumenti d’oppressione. "Ora è tempo che tutta la legislazione fondiaria venga stabilita dalle persone dal basso", è stato il mantra ripetuto nelle quattro pagine di risposte alle domande che proponevo al termine dei seminari: “Cosa proponi e cosa chiedi che sia fatto d’ora in poi”. Le loro risposte andavano da "Il governo deve" a "I contadini dovrebbero" e "Noi faremo". Ricordo qui solo alcune delle richieste fatte ai massimi vertici del governo: Il governo deve fare tutto il possibile perché il Land Rights Act (LRA) sia convertito in legge, spiegato ai cittadini e implementato con una serie di politiche che nascono dall'LRA; deve emanare leggi che applichino nel migliore interesse della gente i principi internazionali che guidano il possesso della terra; deve formulare una politica fondiaria onesta in relazione alla problematica delle terre in Liberia, decentralizzando l'agenzia responsabile in modo da renderla attiva nelle aree rurali; i contadini e gli indigeni dovrebbero essere coinvolti nell'affrontare le questioni relative alla realtà fondiaria e all’accaparramento di terre, perché sono loro i diretti beneficiari delle terre; i leader tradizionali, i giovani - i futuri beneficiari - e le donne, che dipendono molto dalla terra ai fini economici, dovrebbero avere voce in ogni accordo sulle terre; il governo dovrebbe far rispettare LRA rendendo illegale ogni accaparramento di terre e imporre restrizioni e condizioni per l'acquisto di terreni da parte di individui o imprese; dovrebbe assicurare uno spazio alle organizzazioni della società civile per monitorare i problemi della proprietà fondiaria e in particolare del land grabbing, fornendo loro informazioni complete sulle questioni fondiarie, sugli accordi di concessione, sui risultati di monitoraggio e valutazioni.

Il nuovo governo ascolterà il grido della gente per una giustizia relativa alle terre? Per adesso nessuno può saperlo. Quel che è certo è che i contadini e gli indigeni liberiani vogliono essere padroni del proprio destino che risulta strettamente legato alla terra ricevuta dai loro antenati. I conflitti di terre in Liberia sono molti e di vario tipo: tra individui, tra comunità, tra i 16 diversi gruppi etnici; tra stato e comunità, comunità e imprese transnazionali. Le persone che sono alla base della scala sociale esigono soluzioni giuste e corrette: dopo 12 anni di fragile pace, non vogliono che la guerra ritorni per questioni di terre.

 

 

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