Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Allarga lo sguardo su quanto possono le donne

New York 10.11.2019 Jpic-jp.org Tradotto da: Jpic-jp.org

Concludendo il Sinodo speciale dei vescovi sull'Amazzonia, Papa Francesco nella sua omelia ha affermato con un'arguzia che il documento finale parlando delle donne non è "all'altezza" data l'importanza delle donne nel "trasmettere la fede e nel preservare la cultura".

Affinché i laici siano attori privilegiati, "la Chiesa in Amazzonia vuole espandere gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa" e promuovere "la loro partecipazione attiva alla comunità ecclesiale. Se la Chiesa perde le donne nella loro totale e reale dimensione, la Chiesa è esposta alla sterilità (Papa Francesco)". Nella regione amazzonica, le donne guidano la maggior parte delle comunità cattoliche, da lì la domanda di creare un ministero per "le donne responsabili di comunità", chiedendo per loro il diaconato permanente.

Tuttavia, un Sinodo speciale rischia di concentrarsi solo su una particolare regione. La Chiesa e la società, da parte loro, rischiano di considerare le sue conclusioni importanti e valide solo per quella regione. Il rischio aumenta quando nomi come Brasile e Amazzonia entrano nel discorso e fanno dimenticare che ci sono altre foreste importanti in Africa e in Asia che ossigenano il mondo e che l'Amazzonia stessa è parte di nove stati.

È significativo che alla vigilia del Sinodo, il 20-21 settembre, nella città di Cochabamba (Perù), si sia tenuto un evento importante che è passato inosservato: il sesto vertice annuale della Rete nazionale delle donne in difesa della Madre Terra (RENAMAT).

Una vasta gamma di donne - indigene, contadine, giovani, adulti e ragazze -, arrivate da diverse comunità colpite dalle miniere o in resistenza contro le compagnie minerarie, si sono radunate per riaffermare il loro impegno nella lotta, che è stato professato come un sogno nel 2013. Fu allora che decisero di resistere all'estrazione mineraria, aprendo uno spazio tutto loro.

L'incontro è iniziato con le tradizionali cerimonie indigene, dando grazie alla Pachamama e con l’abituale pijcheo (il loro modo speciale di succhiare la foglia di coca). Quindi l'assemblea ha valutato il lavoro svolto e onorato Isabel Anangono, leader della Valle Intag (Ecuador). L’Intag dopo vent'anni di lotta è riuscito a fermare due progetti minerari che avrebbero saccheggiato il territorio. A Cochabamba, è stato il simbolo delle lotte delle donne e della fratellanza di tutta l'America Latina.

La spoliazione genera solitudine, tristezza, tensioni e preoccupazione tra le donne e la Rete vuole essere il motore politico degno di accompagnare la loro lotta quotidiana. Tuttavia, in questa lotta, le donne non vogliono dimenticare le dimensioni emotive e personali ed è per questo che durante l'incontro hanno realizzato isole di guarigione tipicamente femminili con acconciature, massaggi, abbracci, risate e lacrime per promuovere l'autostima di ciascuna. A ciò ha contribuito anche un concorso di balli e canzoni in cui il folklore indigeno si mescolava a quello afro-ecuadoriano. L'analisi politica ha messo in luce l'emergenza ambientale che sta portando i popoli verso una catastrofe per colpa del saccheggio portato avanti dai progetti statali. Questa consapevolezza ha portato alla decisione di intraprendere azioni solidali promulgate in una dichiarazione a difesa dell'ecosistema.

Le donne dell'altopiano piantano fagioli, patate, quina e alberi da frutto come mele e pesche. Per questo, si è dato il nome di un seme ad ogni progetto, incentrato su tre linee guida: cosa RENAMAT è invitata a fare nelle comunità, i risultati che ci si aspetta a livello nazionale, e i contenuti su cui si dovrebbe lavorare nella scuola itinerante del RENAMAT.

La gara di lavori a maglia ha voluto ricordare, alla conclusione dell’incontro, che ogni donna porta avanti la sua lotta nel suo territorio, ma il risultato deve essere un tessuto collettivo di resistenza e difesa della vita per un futuro migliore per tutti. Radunate da ogni parte, ognuna condivide la Rete, gli ostacoli e le speranze affinché la vita cresca sempre più nelle comunità. Papa Paolo VI già lo aveva annunciato chiaramente: “Sta arrivando il momento, è giunto il momento in cui la vocazione delle donne è realizzata, il tempo in cui le donne acquisiscono nel mondo un'influenza, un peso, un potere mai raggiunto prima. Ecco perché, in questo momento in cui l'umanità si trova ad affrontare cambi tanto profondi, le donne impregnate dell'ispirazione del Vangelo possono aiutare a prevenire il decadimento dell'umanità".

Vedi Red nacional de mujeres en defensa de la Madre tierra (RENAMAT) e anche Colectivo de coordinación de acciones socio ambientales

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I commenti dai nostri lettori (1)

carla mattei 18.12.2019 mi piacerebbe essere utile a queste donne sono a Roma