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Risposte globali agli impatti socio-economici del Covid-19

United Nations (IPS) 03.04.2020 Samira Sadeque Tradotto da: Jpic-jp.org

Con l'aumento del numero di casi del coronavirus, aumentano anche le preoccupazioni per gli effetti a breve e lungo termine sui gruppi più vulnerabili come le donne, i giovani, i lavoratori immigrati e le tante persone con lavori precari in tutto il mondo. Un rapporto delle Nazioni Unite (ONU): “Shared Responsibility, Global Solidarity: Responding to the socio-economic impacts of COVID-19 (Risponsabilità Condivisa, Solidarietà Globale, Risposta agli Impatti Socio-economici del COVID-19)”.

Questo rapporto, publicato nell'aprile di quest'anno, descrive in dettaglio come alcuni gruppi di persone saranno colpiti in modo sproporzionato dalla pandemia e dalla quarantena. Al loro centro, c'è il gruppo demografico che rischia di essere maggiormente colpito, quello delle donne. "Il fatto che le donne sono più del 70% degli operatori sanitari, le espone a maggiori rischi di infezione”, dice il rapporto. “L'attuale crisi mette a rischio la lotta per la parità di genere e aggrava la femminilizzazione della povertà, la vulnerabilità alla violenza e la disuguale partecipazione delle donne alla forza lavoro”.

Un peso sulle donne

Le donne rappresentano i tre quarti degli operatori sanitari a livello mondiale, ma ciò non significa che ricevano il rispetto che meritano. Un rapporto dell' Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) - marzo 2019-, sostiene che le donne nonostante svolgano un ruolo cruciale nel campo della salute, continuano a soffrire vari tipi di abusi e dimenticanze da parte della società; basta citare - ma non solo- lo status inferiore che si assegna loro nei posti di lavoro retribuiti, e non retribuiti, il loro essere soggetto di pregiudizi e molestie di genere. Allo stesso tempo, la necessità di prendersi cura dei figli può limitare la loro capacità lavorativa durante una pandemia. Secondo il Centre for American Progress, migliaia di professioniste della salute hanno in questo momento almeno un figlio di età inferiore ai 14 anni, e si trovano quindi in difficoltà per trovare il tempo di lavorare e prendersi cura della famiglia.

“E' probabile che il lavoro delle madri ne risenta quando non trovano a chi affidare i loro figli. Questo fa pensare che migliaia di operatrici della salute, potrebbero avere difficoltà a garantire un'assistenza ai loro piccoli senza compromettere la loro efficienza lavorativa in un momento in cui l'infrastruttura del sistema sanitario degli Stati Uniti è già a rischio”, afferma il rapporto.

Situazione dei lavoratori immigrati

Presentando il rapporto, il segretario generale della ONU, António Guterres, ha chiesto alla politica di non occuparsi solo della pandemia e del suo contenimento, ma anche di adottare misure per affrontare gli effetti a lungo termine della crisi. Ha esortato a "pianificare politiche fiscali e monetarie in grado di fornire assistenza che assicurino ai lavoratori e alle loro famiglie risorse di sostegno come le necessarie assicurazioni sanitarie e di disoccupazione, la protezione sociale e il sostegno alle imprese per impedire il loro fallimento e di conseguenza la perdita di molti posti di lavoro”.

Un gruppo molto colpito dalla pandemia è, senza dubbio, quello dei lavoratori immigrati.

Secondo il rapporto, "I migranti rappresentano quasi il 30% dei lavoratori nei paesi dell' OCSE". "La perdita massiva di lavoro tra i lavoratori immigranti avrà un effetto sulle economie che dipendono dalle loro rimesse. E' il caso, per fare alcuni esempi, di El Salvador, Haiti, Honduras, Nepal, Tonga, Tagikistan e Kirghizistan”.

L'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), afferma che ci sono dai 700.000 agli 800.000 emigrati nepalesi che lavorano in India. "Con la pandemia COVID-19 e le misure del governo per mitigare i rischi, il paese è in una situazione di blocco. La produzione economica si è fermata e molti lavoratori nepalesi non hanno più lavoro", afferma Lorena Lano, responsabile della missione OIM in Nepal. “Molti sono ritornati in Nepal prima del blocco, altri sono ancora in India ma non sono in grado di lavorare. Molti dei lavoratori immigrati sono pagati giorno per giorno e ora non hanno uno stipendio che permetta loro di prendersi cura delle loro famiglie". Ed  ha aggiunto, “L'impatto economico di COVID-19 sarà molto più grave in paesi come il Nepal, e mentre alcune decisioni sono positive a breve termine, altre dovranno essere a lungo termine se si vuole ottenere una ripresa socioeconomica”.

L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) stima che l'attuale crisi sul mercato del lavoro potrebbe far perdere tra 5 e 25 milioni di posti di lavoro. Il rapporto sottolinea inoltre che nella perdita di posti di lavoro, le donne saranno le più colpite.

La mancanza di Internet accresce i problemi

La connettività a Internet è una priorità, soprattutto in un momento in cui il lavoro e la scuola si fanno online. Si stima che 3,6 miliardi di persone della popolazione mondiale siano ancora senza accesso a Internet, il che significa che queste persone probabilmente rimarranno senza accesso all'educazione, alle informazioni sulla salute e alla telemedicina. L'accesso digitale e la connessione a Internet sono diventati essenziali per garantire la comunicazione tra le comunità.

Vedi, U.N. Releases Report on Socio-economic Effects of Coronavirus

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