Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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Il 75° anniversario dell’ONU all’ombra del nazionalismo, del autoritarismo e dei tagli di bilancio

IPS 17.10.2019 Thalif Dean Tradotto da: Jpic-jp.org

Quando alla fine di settembre 2019 si sono concluse, le tanto sbandierate, sei riunioni di alto profilo dell’ONU, i sentimenti sui risultati finali erano contrastanti. Le Organizzazioni della Società Civile (OSC), in gran parte deluse dai risultati, si prepararono per due vertici chiave sul clima: il COP25 a Santiago in Cile a dicembre (celebratosi poi a Madrid) e il COP26 a Glasgow nel Regno Unito (realizzato in streaming), alla fine del 2020, a cui farà seguito il 25° anniversario delle Conferenza delle Donne di Pechino in programma a settembre 2020 a New York.

Ma forse, l'evento politicamente più significativo del 2020 è stato il 75° anniversario dell’ONU, che si doveva svolgersi tra le continue minacce contro le istituzioni multilaterali, un crescente nazionalismo di destra, un autoritarismo minaccioso e una diffusa disinformazione.

L'anniversario si annunciava anche all'ombra di una delle peggiori crisi finanziarie che questo organismo internazionale sta affrontando, come ha riconosciuto il segretario generale Antonio Guterres: “La situazione rimane grave. E senza un'azione immediata, non posso più garantire il buon funzionamento dell'Organizzazione”. "Vi esorto a dare all’ONU su una solida base finanziaria", ha supplicato davanti ai 134 membri del Gruppo dei 77 paesi in via di sviluppo, più la Cina.

Sesheeni Joud Selvaratnam, responsabile degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) e dell'Agenda 2030 di ActionAid, ha dichiarato che l’ONU avrebbero celebrato il suo 75° anniversario sullo sfondo dell'aumento della fame nel mondo, della crisi climatica e della distruzione dei progressi compiuti verso la giustizia sociale e l'uguaglianza. “Non è troppo tardi per rimettere in carreggiata gli OSS, ma i vertici internazionali del 2020 dovranno avere una volontà politica e una leadership che si traducano in azioni concrete sul campo”.

“Che gli Stati si presentino e assumano impegni durante incontri politici di Alto Livello e dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite non sono sufficienti. I governi devono sentirsi responsabili nei confronti dei loro cittadini nell'attuare e nel mantenere le loro promesse entro il 2030 e nel garantire che i più vulnerabili non vengano lasciati indietro", ha affermato Selvaratnam.

Jens Martens, direttore esecutivo del Global Policy Forum (New York/Bonn), ha detto all'IPS che questi vertici hanno riportato l’ONU al centro dei dibattiti globali sulla giustizia futura. Almeno, molti capi di Stato e di governo hanno riconosciuto l'emergenza climatica e l'importanza dello sviluppo sostenibile partecipando ai vertici. “Hanno lanciato innumerevoli nuove iniziative per implementare gli OSS. Questo è ovviamente meglio delle politiche distruttive di Trump, del brasiliano Bolsonaro & Co", ha osservato.

Ma essere presenti ai vertici, fare bei discorsi, farsi vedere con Greta Thunberg ed esprimere comprensione per le preoccupazioni dei giovani non basta, ha aggiunto. "Finché i governi non cambieranno fondamentalmente le condizioni quadro dello sviluppo sostenibile, questa rimarrà una politica simbolica e talvolta puro attivismo". “I vertici sono stati ancora una volta pieni di azioni promesse. Ma il mondo non ha bisogno di più ipocrite promesse e annunci”, ha sottolineato. "Il mondo ha bisogno di decisioni che rendano le politiche fiscali più eque, allineino la politica economica e monetaria globale agli OSS e ai diritti umani e accelerino rapidamente l'uscita da un'economia che si basa sui combustibili fossili", ha affermato Martens, che ha coordinato il gruppo internazionale di riflessione della società civile sull'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

In un suo articolo, Kul Gautam, un ex assistente del segretario generale dell’ONU, ha affermato: “Tutti dicono che l’ONU ha bisogno di riforme. Ma il tipo di riforme proposte dagli Stati membri sono spesso timide e inadeguate, e nel caso di alcune di esse, ad esempio quelle dell'amministrazione Trump, sono in realtà dannose e contrarie all'ethos multilaterale dell’ONU. È improbabile che tali proposte ottengano un ampio sostegno”, ha avvertito. “Il 75° anniversario dell’ONU nel 2020 è l'occasione perfetta, per il Segretario Generale, per presentare una proposta coraggiosa che preveda un meccanismo di finanziamento più sostenibile per le Nazioni Unite in linea con l'ambiziosa Agenda dello Sviluppo Sostenibile del 2030 che l'ONU ha sostenuto con tanta audacia”, ha dichiarato Gautam.

Teresa Anderson, coordinatrice della politica climatica di ActionAid, afferma che il 2019 ha visto una rivolta senza precedenti di cittadini comuni di tutto il mondo che, ispirati dai giovani, sono scesi in piazza per chiedere una risposta alla crisi climatica. “Hanno dimostrato, durante il vertice delle Nazioni Unite, il fallimento dei paesi più ricchi e inquinanti nelle loro azioni nel rispondere con audacia, alle sfide del clima e dell'emergenza climatica. In vista del vertice sul clima di Santiago (poi di Madrid), chiediamo un sostegno finanziario significativo per affrontare l'ingiustizia del cambiamento climatico. Sono sul tavolo importanti proposte che contemplano “perdite e danni” causati dal clima per sostenere i paesi”. Ed ha aggiunto: “È fondamentale che il mondo non volti le spalle ai paesi vulnerabili rimasti a raccogliere i cocci dopo i disastri climatici”.

I summits di settembre 2020 hanno toccato diverse questioni dell'agenda dell’ONU, tra cui gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), l'azione per il clima, l'assistenza sanitaria universale, il finanziamento per lo sviluppo (FfD), il disarmo nucleare e la situazione dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS). “Tuttavia, c’è una cosa particolarmente fastidiosa”, ha detto Martens. “L’ONU ha dato uno spazio di particolare visibilità durante i summits al miliardario Bill Gates e ai numerosi rappresentanti delle multinazionali”. “Gli ultimi decenni hanno dimostrato che le soluzioni basate sul mercato propagate da questi attori aziendali non hanno risolto le crisi globali, ma piuttosto le hanno aggravate”, ha osservato.

Jesse Griffiths, Head of Programme, Development Strategy and Finance Overseas Development Institute, ha fatto notare: "Ho creato un blog di dialogo nel nostro sito Web. La mia principale preoccupazione era che, mentre si dava importanza ad alzare il livello di attenzione sulla questione – questo era un evento di alto livello con la presenza di capi di stato – l'evento stesso era strutturato in modo tale da non poter raggiungere risultati concreti”. “Questo è un problema dello stesso FfD ((Financing for the development): i Forum FfD che si tengono ogni anno potrebbero in teoria concordare ciò che è necessario fare per metterci sulla buona strada per finanziare gli OSS”, ma in pratica si limitano a fare il punto su dove siamo, e finora non hanno prodotto risultati concreti", ha aggiunto. "Temo che questo stato di paralisi continuerà fino a quando non avremo un altro vertice di alto livello che segua quello di Addis Abeba nel 2015", ha concluso Griffiths.

Secondo Guterres, i summits hanno prodotto diverse iniziative positive. “Permettetemi di essere specifico solo su alcuni temi”, ha detto a conclusione dell'incontro. 77 paesi, molti del mondo industrializzato, si sono impegnati a zero emissioni nette di carbonio entro il 2050. A loro si sono aggiunte 10 regioni e più di 100 città, tra cui alcune delle più grandi del mondo. Ha poi sottolineato che 70 paesi hanno annunciato che aumenteranno i loro contributi nazionali entro il 2020, mentre ben oltre 100 leader del settore privato si sono impegnati ad accelerare il loro passaggio all'economia verde. Più di 2.000 città si sono decise a mettere il rischio climatico al centro del loro processo decisionale, creando 1.000 progetti urbani finanziabili per il clima.

Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha fornito i dati definitivi: hanno partecipato complessivamente 195 relatori, tra cui la Santa Sede, lo Stato di Palestina e l'Unione Europea. L'Uzbekistan è l'unico paese a non prendere la parola.

Martens, ha però affermato che gli oltre 300 rappresentanti delle Organizzazioni della Società Civile (OSC) che si sono incontrati parallelamente al vertice OSS presso l'Assemblea del Popolo hanno giustamente detto, nella loro dichiarazione: "Siamo rattristati dalla persistente mancanza di volontà politica e di leadership anche solo per iniziare ad affrontare questi problemi. Questo non è abbastanza. Questo è un fallimento".

Vedi l’originale: UN’s 75th Anniversary, amid Nationalism, Authoritarianism & Budgetary Cuts

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I commenti dai nostri lettori (1)

Paul Attard 06.07.2021 I think the UN is now too big. As a result, like a supertanker, it takes a long time to make a turn. Perhaps a woman should be in charge. An interesting quote in today’s El Correo magazine:“Un proverbio chino: tus hijos han nacido en otra época; no los limites a lo que tu aprendiste”