Giustizia, Pace, Integrità del Creato
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La casa della scimmia che non c’è

Newsletter Missionari Comboniani 21.11.2024 Equipe dei Missionari Comboniani Tradotto da: Jpic-jp.org

Oggi è oggi, e chi dice domani è un bugiardo. L'importanza di vivere e agire nel presente, senza rimandare a domani ciò che si può ottenere oggi. Perché "se avessi saputo" non arriva mai, e "non oggi, è morto senza averci provato". Un proverbio creolo ci ricorda che “Il domani non è cotto”, se lo aspettiamo moriremo di fame, mentre un proverbio burundese dice: “Nzoguh'ejo ariko arakwanka”, “Te lo darò domani, te lo sta rifiutando”. Questa è una storia di scimmie.

Un tempo le scimmie vivevano insieme nella foresta come un clan. Tutto ciò che facevano era fatto insieme. Non c'erano piccoli gruppi. L'unica cosa che facevano individualmente era cercare il cibo da mangiare.

In questo clan di scimmie, un anziano fu eletto capo. Poiché era anziano e saggio, era rispettato da tutti. Ogni volta che si alzava per parlare, tutte le scimmie tacevano. Per la sua saggezza, aveva l'ultima parola in tutte le questioni riguardanti il clan.

Una sera, quando tutte le scimmie stavano tornando a casa, l’anziana scimmia salì su una pietra simile a una piattaforma e fece loro un cenno. Le scimmie capirono che aveva qualcosa da dire, così tacquero e si sedettero mentre i loro piccoli saltavano, si arrampicavano sugli alberi e sgambettavano qua e là.

Quando tutti si furono riuniti, l’anziana scimmia cominciò a parlare: "Ho una cosa importante da dire. Sono assolutamente stanco della pioggia che ci casca addosso in continuazione. Non ci dà tregua. Non c'è un posto dove possiamo nasconderci per evitare il freddo e per il freddo i nostri figli si ammalano. Penso che dovremmo imparare la tecnica dell'uomo e costruirci delle case".

Tutti rimasero in silenzio. Le parole dell’anziono avevano un senso. Uno di loro chiese: “Cosa dovremmo fare allora?” "Ascoltate. È necessario che ci riuniamo tutti e costruiamo una casa simile a quella degli uomini. Questa ci proteggerà dalla pioggia e di notte ci fornirà il calore sufficiente".

L’anziana scimmia tacque, si sedette e attese una reazione alla sua proposta. "Questo è il mio consiglio. Che ne dite?" Li animò ancora a esprimere la loro opinione. 

"Questo è un’ottima idea. Quando cominciamo?" chiese una giovane scimmia. L’anziana scimmia si alzò in piedi, sbatté gli occhi e disse: “Cominciamo domani”. Tutte le scimmie si rallegrarono e all'unisono esclamarono: “Domani, la casa”.

Tutti se ne andarono a dedicarsi alle loro varie faccende. Ma in tutto questo, l'unico pensiero che rimaneva in mezzo alle loro menti era l'inizio della costruzione il giorno seguente.

Il mattino seguente, di buon'ora, le scimmie erano pronte per il lavoro e aspettavano di conoscere i loro rispettivi compiti. Al momento della distribuzione del lavoro, si scoprì che mancavano una scimmia e sua moglie. Si decise allora di aspettare l'arrivo della coppia, in modo da distribuire il lavoro in modo uniforme. Dopo una lunga attesa, la scimmia e sua moglie apparvero.

Una giovane scimmia, incapace di trattenersi, chiese: “Perché ci hai fatto aspettare così tanto?” L’anziana scimmia lo zittì: "Aspetta, che si sieda prima di chiedergli il motivo del ritardo. Una notte è un lungo periodo di tempo. In una notte possono accadere molte cose".

Poi l’anziana scimmia chiese gentilmente al ritardatario: "Amico mio, cos'è che ti ha fatto ritardare? Conosci le regole del nostro clan. Non facciamo nulla anche se manca uno solo di noi. Questo per evitare lamentele o pettegolezzi in seguito".

"Ho ritardato perché il nostro bambino si è ammalato. È stato improvvisamente attaccato da formiche rosse su tutto il corpo. Lo abbiamo spostato, ma le formiche sono arrivate anche là. Lo avevano morso dappertutto, piangeva in continuazione. Abbiamo quindi deciso di togliergli tutte le formiche da dosso. Come potete vedere, il suo viso è ancora gonfio. Mi chiedo quanto tempo ci vorrà perché si riprenda. Amici, questo è il motivo del nostro ritardo".

La vecchia scimmia guardò con simpatia il bambino. Poi si rivolse di nuovo all’assemblea: "È passato molto tempo. Non riusciremo a finire il nostro lavoro se iniziamo adesso. Suggerisco quindi di incontrarci di nuovo domani. La giornata di oggi può essere utilizzata per finire tutte le faccende di casa".

Con queste parole la riunione fu aggiornata. Le scimmie tornarono a casa per occuparsi dei loro affari. Ma mentre andavano a casa, sussurravano: “Domani, la casa”.

Mentre erano nei loro affari, i pensieri di ognuna si concentravano sulla casa. Tutti aspettavano con impazienza che arrivasse il giorno dopo per iniziare i lavori della costruzione.

Il mattino seguente, molti di loro si accorsero che il cibo nelle loro case era finito, così andarono di qua e di là in cerca di cibo. Era ormai pomeriggio inoltrato e non avevano ancora trovato cibo a sufficenza. Così, raccolsero qualche boccone che bastò per la notte. Ma cosa accadrà il giorno dopo?

Il mattino seguente l’anziana scimmia fu al luogo dell'incontro, arrivando per prima, come al solito. Non c'era nessun'altra scimmia in vista. Emise un piccolo suono per svegliare coloro che nelle vicinanze stessero ancora dormendo. Ma ancora nessuno si fece vivo. Infine, apparve una scimmietta che informò l'anziana scimmia che le altre erano andate in cerca di cibo per i loro piccoli, ma che sarebbero tornate a breve.

Dopo qualche ora le scimmie tornarono, con l'aria abbattuta. L’anziana capì che erano triste per il ritardo a partecipare alla riunione. Così, il compito di distribuire il lavoro per la costruzione dell'edificio iniziò immediatamente. Ma proprio in quel momento una scimmia arrivò affannata dicendo: "Eravamo tutti andati a cercare del cibo. Ma dovendo tornare in fretta, la maggior parte di noi è andata a rubare nei campi degli umani. E abbiamo trovato molte cose. Alcuni di noi hanno preso il miglio, altri il mais, altri la canna da zucchero, altri le patate e così via. Ma mentre stavamo scappando con il nostro bottino, uno di noi fu colpito da una lancia avvelenata lanciata con grande forza da uno di loro. E morì all’istante".

L’anziana scimmia si rattristò alla notizia e non se la sentì più di continuare il lavoro. Così, dichiarò un giorno di lutto: quel giorno non si sarebbe lavorato, disse. Il lavoro di costruzione della casa doveva essere rimandato al giorno successivo.

Così tutte le scimmie tornarono a casa molto tristi. Da quel giorno, ogni volta che si decideva di cominciare la costruzione della casa, ogni scimmia si occupava dapprima dei propri affari prima di avviare il lavoro comunitario. E poiché il loro lavoro, di norma, doveva iniziare al mattino, andavano innanzitutto a rubare nei campi degli umani, ogni giorno lasciandosi dietro una compagna uccisa.

Questo li costringeva a un giorno di lutto e così la costruzione della casa era rimandata ed è rimasta, fino ad oggi, un sogno. Ecco perché si dice che: "Il domani non esiste. Il domani è della scimmia. E per questo a tutt’oggi le scimmie non hanno una casa". Ciò che può essere fatto oggi non deve essere rimandato a domani. Il domani potrebbe non arrivare mai.  (Foto: Pixabay) - (Storia del popolo Sukuma, Tanzania)

Vedi, Oral Literature. The missing monkey house

 

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