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Le risorse minerarie in Africa: maledizione e opportunità

AEFJN 17.05.2019 José Luis Gutiérrez Aranda Tradotto da: Jpic-jp.org

In Africa, l’attività mineraria e il consumo globale di risorse naturali sono in continuo aumento [i]. Però, mentre i paesi sviluppati e le zone economiche come l'Unione europea proteggono le loro risorse naturali attraverso politiche di sviluppo sostenibile e alti standard lavorativi e sociali per proteggere l'ambiente, le economie dei paesi in via di sviluppo sono sempre più dipendenti dall'esportazione delle loro risorse naturali.

I paesi sviluppati importano e trasformano le risorse naturali a beneficio delle loro società sempre più tecnologiche e pulite (verdi); i paesi in via di sviluppo, al contrario, vedono la loro ricchezza saccheggiata dal consumo e dalla contaminazione del medio ambiente [ii].

L'Africa ha trovato nel boom dello sfruttamento minerario e delle risorse naturali un modello economico che offre grandi benefici senza alcun investimento proprio. La maggior parte delle compagnie minerarie che operano in Africa sono investimenti stranieri, a cui i governi locali richiedono solo una piccola parte dei profitti che varia da paese a paese. Nonostante i codici minerari nazionali e le linee guida delle Nazioni Unite per le imprese e i diritti umani, queste aziende violano sistematicamente i loro impegni. In più, i funzionari governativi chiudono un occhio o ambedue sul comportamento di queste aziende sul territorio nazionale.

L'Unione Europea, così come altri paesi economicamente potenti, hanno approfittato di questa situazione per accedere alle risorse minerarie dell’Africa senza dover pagare i costi ambientali e sociali. I cittadini dell'UE vivono in società tecnicamente specializzate e non si preoccupano dell'origine di queste risorse naturali che consumano e che sono presenti nella loro vita quotidiana, come batterie per le auto, i telefoni cellulari, i computer, le pastiglie, i microonde, le ceramiche, i fosfati, ecc. La maggior parte dei dispositivi elettronici richiede un numero infinito di minerali che, a causa della loro scarsità o degli alti costi sociali e ambientali, non sono prodotti nell'Unione europea. La necessità di accedere a questi minerali ha innescato campagne di investimento pubblico-privato dell'UE che sono campo di lotta delle aziende statali per monopolizzare l'estrazione di risorse naturali in Africa [iii].

Questo modello di sviluppo sarebbe legittimo a determinate condizioni che non sono quelle attuali, come il rispetto dei diritti umani (diritti sociali e dei lavoratori, eliminazione del lavoro infantile, protezione sociale e della salute, ecc.) e dell'ambiente, il pagamento di tasse eque da parte delle imprese, la riparazione dei danni ambientali e un equo risarcimento alle comunità locali che sono i legittimi proprietari del terreno [iv].

E’ così che i paesi africani ricchi di minerali soffrono di ciò che è noto come la maledizione delle risorse naturali [v]: mancanza di terre agricoli in Senegal, bambini calvi con malattie respiratorie in Zambia, pozzi d'acqua contaminati in Sudafrica, sfruttamento infantile nella RDC, violazioni dei diritti umani in Madagascar, inquinamento ambientale in Nigeria, finanziamento dei gruppi armati in Ruanda... La lista sarebbe lunga e, in molti casi, queste che sono violazioni dei trattati internazionali si verificano in Paesi africani con il consenso implicito dei nuovi colonizzatori [vi].

La ricchezza minerale in Africa dovrebbe essere un'opportunità per creare posti di lavoro, aumentare i redditi, promuovere lo sviluppo sostenibile e combattere la povertà estrema. Ma ciò richiede da parte dei governi africani di rispettare lo stato di diritto e prevenire la corruzione, e da parte delle imprese un impegno etico e sopprimere il flusso illegale di capitali con l'evasione fiscale sui profitti delle aziende e dei loro leader.

L'AEFJN invita i governi dell'Africa e dell'Europa a garantire che le imprese estrattive nelle loro operazioni rispettino i diritti umani e dell'ambiente e gli standard di trasparenza e siano ritenute responsabili quando non rispettano la legislazione nazionale e internazionale. La responsabilità e il controllo delle industrie estrattive cadono ovviamente sui diversi governi, ma anche la società civile dei diversi paesi coinvolti, hanno il compito di utilizzare razionalmente i consumi che fanno gli interessi delle imprese minerarie.

Le elezioni europee erano un'opportunità per scegliere leader e politiche sostenibili, in solidarietà con i paesi in via di sviluppo e rispettosi dell'ambiente. Essere interessati ai programmi dei partiti politici, porre ai deputati candidati domande sulle loro iniziative e conoscere le intenzioni dei partiti politici sul nuovo Accordo di Cotonou a beneficio di entrambi i continenti, dovevano essere i criteri da prendere in considerazione quando mettere il voto nelle urne [vii].

Source : Ressources minières en Afrique : malédiction et opportunités

[i]https://www.organicauthority.com/buzz-news/global-population-has-already-fully-consumed-earths-natural-resources-for-2018

[ii]. Environment Action Programme to 2020,  http://ec.europa.eu/environment/action-programme/

[iii]. EU External Investment Plan,  https://ec.europa.eu/europeaid/policies/financing-development/eip_en

[iv]. Guiding Principles on Business and Human Rights, 

https://www.ohchr.org/documents/publications/GuidingprinciplesBusinesshr_eN.pdf

[v]. Reversing the Resource Curse,  https://resourcegovernance.org/events/training/reversing-resource-curse-theory-and-practice-2018

[vi]. Land Grabbing in Africa – A New Way of Colonization,  https://www.africa.com/land-grabbing-in-africa-a-new-way-of-colonization/

[vii]. AEFJN Position on European Elections 2019, http://aefjn.org/en/position-on-the-2019-eu-parliamentary-elections/

 

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