Il mercato alimentare globale è dominato da dieci multinazionali che controllano la maggior parte dei marchi alimentari e delle bevande venduti nel mondo. Questa concentrazione di potere riduce la reale diversità dell’offerta, incidendo su prezzi, salute dei consumatori e impatto ambientale e sociale lungo tutta la filiera
Nonostante l’apparente varietà di marchi sugli scaffali dei supermercati, gran parte dei prodotti alimentari e delle bevande che consumiamo quotidianamente sono controllati da un ristretto gruppo di grandi multinazionali. Secondo un’analisi fatta tempo fa da Business Insider, basata su dati di Oxfam, dieci aziende dominano il mercato del cibo e delle bevande, possedendo centinaia di marchi noti in tutto il mondo.
Di chi si tratta? Ve lo diciamo subito.
Ecco le 10 multinazionali che dominano il settore alimentare: Nestlé, PepsiCo, The Coca-Cola Company, Unilever, Danone, General Mills, Kellogg’s, Mars, Mondelez International, Associated British Foods (ABF)
Con sede in Svizzera, Nestlé è la più grande azienda alimentare al mondo con ricavi annuali che superano gli 80 miliardi di dollari. Il suo vasto portafoglio include oltre 2.000 marchi, tra cui:
Nescafé e Nespresso nel settore del caffè, KitKat, Smarties e numerosi altri dolciumi, Maggi per prodotti di cucina e preparati, S.Pellegrino, Perrier e oltre 50 marchi di acqua in bottiglia, Gerber e altri alimenti per l’infanzia, Purina e altri prodotti per animali domestici.
L’azienda opera in 189 paesi e impiega circa 339.000 persone. Secondo il rapporto Oxfam “Behind the Brands”, Nestlé possiede un’influenza significativa sulle catene di approvvigionamento globali.
Fondata nel 1965 dalla fusione di Pepsi-Cola Company e Frito-Lay, PepsiCo ha costantemente ampliato il suo raggio d’azione attraverso acquisizioni strategiche. Il suo portafoglio include,
Bevande: Pepsi, Mountain Dew, 7UP (in alcuni mercati); Succhi: Tropicana, Naked Juice; Bevande sportive: Gatorade; Snack salati: Lay’s, Doritos, Cheetos, Ruffles; Cereali e alimenti: Quaker Oats.
Con oltre 290.000 dipendenti e operazioni in più di 200 paesi, PepsiCo genera ricavi annuali superiori ai 70 miliardi di dollari.
Fondata nel 1886, Coca-Cola è diventata una delle aziende più conosciute al mondo. Il suo portafoglio include, Bevande gassate: Coca-Cola, Fanta, Sprite; Acque: Dasani, Smart Water; Succhi: Minute Maid, Simply; Tè: Fuze Tea, Honest Tea; Bevande energetiche e sportive: Powerade.
L’azienda vende oltre 4.100 prodotti in più di 200 paesi, raggiungendo circa 1,9 miliardi di consumatori ogni giorno secondo i dati aziendali.
Multinazionale anglo-olandese fondata nel 1929, Unilever è nota tanto per i suoi prodotti alimentari quanto per quelli per la cura della persona. Nel settore alimentare controlla, Tè: Lipton, PG Tips; Condimenti: Hellmann’s, Knorr; Gelati: Magnum, Ben & Jerry’s, Algida/Wall’s; Alimenti vegetariani: The Vegetarian Butcher; Prodotti da spalmare: Marmite, Bovril.
Con circa 149.000 dipendenti e operazioni in circa 190 paesi, Unilever ha un fatturato annuo di circa 50 miliardi di euro.
Fondata in Spagna nel 1919 e ora con sede in Francia, Danone si è specializzata in Prodotti lattiero-caseari freschi: Activia, Actimel, Danone; Acque minerali: Evian, Volvic, Aqua; Alternative vegetali: Alpro, Silk: Yogurt e prodotti fermentati: Oikos, Danio; Nutrizione specializzata per l’infanzia e medica.
Danone impiega oltre 100.000 dipendenti e commercializza i suoi prodotti in più di 120 paesi, con particolare attenzione alla nutrizione e alla salute.
Fondata nel 1866, General Mills è particolarmente nota per i suoi cereali per la colazione e prodotti da forno, ma il suo portafoglio si è notevolmente ampliato. Cereali: Cheerios, Chex, Lucky Charms;
Gelati: Häagen-Dazs; Yogurt: Yoplait (in partnership); Preparati per dolci: Betty Crocker, Pillsbury; Snack: Nature Valley, Fiber One.
L’azienda opera in più di 100 paesi e impiega circa 35.000 persone.
Fondata da W.K. Kellogg nel 1906, l’azienda è diventata sinonimo di cereali per la colazione: Corn Flakes, Special K, Rice Krispies; ma controlla anche Snack salati: Pringles (acquisito da P&G nel 2012);
Alimenti surgelati: Eggo; Cracker e biscotti: Cheez-It, Carr’s.
Con operazioni in 180 paesi e circa 34.000 dipendenti, Kellogg’s rimane uno dei principali attori nel settore dei cereali e degli snack.
Fondata nel 1911, Mars è una delle più grandi aziende alimentari a proprietà familiare al mondo. Il suo portafoglio diversificato include Dolciumi: M&M’s, Snickers, Mars, Twix; Alimenti: Uncle Ben’s (ora Ben’s Original), Dolmio; Gomme: Orbit, Extra, Skittles; Alimenti per animali: Pedigree, Whiskas, Royal Canin.
Con oltre 130.000 dipendenti in 80 paesi, Mars genera ricavi annuali stimati in oltre 35 miliardi di dollari.
Nata nel 2012 dalla scissione di Kraft Foods, Mondelez si è specializzata in snack e dolciumi. Biscotti: Oreo, BelVita, LU; Cioccolato: Milka, Cadbury, Toblerone; Gomme e caramelle: Trident, Halls; Formaggi: Philadelphia (in alcuni mercati).
L’azienda opera in 160 paesi con circa 80.000 dipendenti e un fatturato annuo di circa 26 miliardi di dollari.
Conglomerato britannico fondato nel 1935, ABF ha un portafoglio diversificato che comprende: Bevande: Twinings, Ovomaltina; Alimenti: Dorset Cereals, Jordans; Zucchero: Silver Spoon; Prodotti da forno: Kingsmill.
Oltre al settore alimentare, ABF possiede anche la catena di abbigliamento Primark. L’azienda impiega oltre 130.000 persone in 53 paesi.
Le implicazioni
La concentrazione del potere nelle mani di poche aziende ha diverse implicazioni significative:
La concentrazione del mercato consente a queste aziende di esercitare un considerevole controllo sui prezzi dei prodotti alimentari. Secondo uno studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), la ridotta concorrenza contribuisce all’aumento dei costi per i consumatori. In alcuni settori, come quello delle bevande gassate o degli snack confezionati, i margini di profitto possono superare il 40%.
La promozione aggressiva di alimenti ultra-processati da parte di queste multinazionali è un problema per la salute pubblica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato il legame tra il consumo di questi prodotti e l’aumento di obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. Un rapporto pubblicato sulla rivista The Lancet ha stimato che il marketing di alimenti non salutari indirizzato ai bambini contribuisce significativamente all’epidemia globale di obesità infantile.
Le pratiche agricole intensive richieste per soddisfare la domanda di queste aziende hanno un impatto ambientale considerevole. Secondo il rapporto “Behind the Brands” di Oxfam:
La prossima volta che farete la spesa, ricordate tutto questo. Come consumatori, abbiamo un grande potere: ogni acquisto è un’opportunità per indirizzare il nostro sistema alimentare verso un futuro più giusto, che rispetti non solo le persone e i lavoratori lungo la filiera, ma anche il nostro Pianeta.
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