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Disobbedienza climatica: la scomoda ribellione di scienziati e cittadini

The Conversation 16.11.2022 Fernando Valladares Tradotto da: Jpic-jp.org

I vertici sul clima condividono due importanti caratteristiche con la disobbedienza civile non violenta: entrambi sono tanto indispensabili quanto insufficienti. Sono anche scomodi, ma sotto questo aspetto la disobbedienza vince di gran lunga.

La differenza sostanziale tra i due è l'importanza che si dà alla scienza: i vertici sul clima si occupano delle prove scientifiche del cambiamento climatico e dei suoi impatti, mentre fanno pochi progressi nel realizzare le raccomandazioni scientifiche. Solo coloro che partecipano ad atti di disobbedienza civile sembrano prendere sul serio gli avvertimenti degli scienziati di tutto il mondo.

I governi continuano a sovvenzionare i combustibili fossili.

La modesta ambizione degli accordi sul clima raggiunti anno dopo anno ai vertici sul clima rivela la complessità nel raggiungere accordi globali e, soprattutto, che i rappresentanti di ciascun Paese hanno altre priorità quando negoziano il loro impegno a ridurre le emissioni di gas serra.

Non solo le emissioni stanno aumentando, mentre dovrebbero diminuire, ma i governi continuano a sovvenzionare i combustibili fossili, compreso il più sporco, il carbone, che nel 2022 ha vissuto una terribile rinascita.

La preoccupazione globale per l'inazione dei governi in materia di clima sta crescendo e si sta manifestando.

L'obiettivo dell'attivismo è raggiunto: disturbare.

Dopo l'arresto forzato di covid-19 e di fronte alla mancanza di attenzione politica alla crisi climatica, le manifestazioni dei cittadini sono aumentate, riunendo numerosi gruppi, alcuni dei quali coordinati a livello globale. In vista del 27° vertice sul clima (Conferenza delle Parti o COP27), numerosi cittadini, tra cui attivisti, scienziati e teologi, hanno partecipato ad atti di disobbedienza che hanno raggiunto uno dei loro obiettivi: mettere la gente a disagio.

Ci sono dubbi e ancora molte polemiche sul fatto che abbiano raggiunto o no un altro dei loro obiettivi: sensibilizzare l'opinione pubblica sull'emergenza climatica e sul mancato rispetto dell'Accordo de Parigi. Però, molte di queste azioni hanno attirato l'attenzione internazionale senza provocare alcun danno. Tra questi, il lancio di zuppa di pomodoro contro il vetro che protegge un famoso dipinto di Van Gogh o Goya, il lancio di una torta contro la statua di cera di Carlo III o l'urto con auto sportive. Abbiamo sentito voci arrabbiate e molte lamentele. Si sostiene addirittura che queste azioni potrebbero avere l'effetto opposto a quello che si prefiggono. Allora, poniamoci alcune domande.

Chi si lamenta di queste azioni?

Si lamentano forse i cittadini della Sierra Leone, o gli ultimi abitanti delle isole Tuvalu e di tante altre inghiottite dall'innalzamento del livello del mare? Tra coloro che scrivono rubriche o fanno discorsi arrabbiati ci sono i migranti climatici o coloro che hanno perso la loro casa in un incendio di sesta generazione? I parenti degli spagnoli che hanno perso la vita a causa delle ondate di calore dell'estate 2022 si sono lamentati di qualcuna di queste azioni?

Queste voci provengono principalmente dai fortunati membri di una società sonnolenta a la quale non piace essere stati svegliati dalla siesta.

L'inazione climatica genera nuovo attivismo

Le voci infastidite dalla disobbedienza scomoda non riescono a vedere che quanti ricorrono alla disobbedienza civile non violenta non sono solo giovani ribelli anti-establishment. Questi atti che fanno notizia sono pianificati nei minimi dettagli per non causare danni irreparabili alle opere e sono consigliati da avvocati e giuristi volontari in modo che l'azione si discosti il meno possibile dal quadro giuridico di ciascun Paese. Anche gli scienziati e un'ampia gamma di altri segmenti della società sono coinvolti in questi eventi.

Scienziati e teologi insieme nella disobbedienza climatica

Scienziati di oltre 40 Paesi, raggruppati in movimenti come Scientist Rebellion, hanno deciso di non lasciare soli i milioni di attivisti di tutto il mondo che si affidano alla scienza per rivendicare un cambiamento profondo nel nostro sistema socio-economico, un cambiamento che affronti veramente il cambiamento climatico. Anche teologi e rappresentanti di gruppi cristiani stanno usando la disobbedienza civile non violenta per fermare il riscaldamento globale.

Molti cristiani stanno parlando a favore del clima, ispirati dall'enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, un documento basato su prove scientifiche e che chiede la protezione del pianeta su cui viviamo.

Negli ultimi anni si è assistito a una crescita vertiginosa dei movimenti sociali che esprimono il dissenso attraverso mobilitazioni pubbliche e atti di disobbedienza civile, da Black Lives Matter e Fridays for Future alle proteste di massa degli agricoltori indiani.

Il numero di movimenti di protesta è triplicato tra il 2006 e il 2020.

I dati rivelano che questi nuovi attivisti sono molto efficienti. Il lavoro di Extinction Rebellion (XR) nel Regno Unito ha evitato 13 tonnellate di anidride carbonica per ogni sterlina spesa in attività di advocacy; per ogni dollaro speso dal Sunrise Movement, sono state evitate circa cinque tonnellate di anidride carbonica.

Il rapporto costo-efficacia di XR e Sunrise Movement è migliore di quello di una delle organizzazioni benefiche per il clima più quotate al mondo, Clean Air Task Force, rispettivamente di 12 e 6 volte.

Anche movimenti di protesta poco finanziati hanno avuto un impatto catalitico nel produrre cambiamenti positivi su larga scala. Per questo motivo, sostenere i movimenti di protesta giovani ed emergenti può essere una delle cose più impattanti in cui i filantropi - e molti di noi - possono essere coinvolti. Infatti, gli eredi e i beneficiari di due grandi fortune petrolifere statunitensi sostengono gruppi che si battono per bloccare i progetti sui combustibili fossili. Sentono un obbligo morale.

La Equation Campaign, fondata nel 2020, fornisce sostegno finanziario e patrocinio legale alle persone che vivono nei pressi di oleodotti e raffinerie e che cercano di fermare l'ascesa dei combustibili fossili con metodi che includono la disobbedienza civile.

Questi obiettivi sono condivisi con il Climate Emergency Fund, fondato nel 2019 in California. Entrambe sono sostenute finanziariamente da discendenti della Getty Oil e della famiglia Rockefeller che fondò la Standard Oil nel 1870. Save Old Growth e Just Stop Oil sono altri gruppi climatici molto efficaci, finanziati dalle fortune del settore petrolifero.

Il bisogno angoscioso di disobbedienza

Vale la pena ricordare che un secolo fa Mary Richardson e le sue compagne misero a disagio la società britannica e il suffragio divenne davvero universale. Fino ad allora solo la metà della popolazione aveva il diritto di voto. Se eri una donna, non votavi. Mary accoltellò il quadro della Venus allo specchio, rischiò la sua integrità fisica e la sua libertà e riuscì, insieme al resto delle suffragette, a cambiare le cose.

La disobbedienza non serve a farsi degli amici. Il cambiamento climatico è un problema serio che riguarda tutti noi e porta con sé una terribile ingiustizia: i Paesi e le parti della società che soffrono di più sono proprio quelli che hanno avuto meno influenza sul riscaldamento globale.

Il crudele paradosso dei Paesi che emettono di meno

Il Pakistan, che ha contribuito a meno dell'1% delle emissioni di gas serra, ha un terzo del suo Paese sommerso dalle acque in seguito a storici scioglimenti glaciali, generando una tremenda cascata di impatti che dimostrano una drammatica ingiustizia climatica.

Stiamo tutti facendo sforzi per ridurre le emissioni, mentre l'1% di coloro che viaggiano in jet privati è responsabile del 50% delle emissioni del settore dell'aviazione. Per affrontare la crisi climatica, ogni anno si tengono grandi, costosi e altamente paradossali vertici sul clima, in cui i leader politici e le grandi imprese viaggiano in jet privati.

Il 21° vertice, tenutosi a Parigi nel 2015, è stato particolarmente importante perché ha stabilito che non dovremmo superare un aumento della temperatura di oltre 1,5°C rispetto all'era preindustriale, in quello che è noto come Accordo de Parigi.

Il problema dell'Accordo di Parigi alla COP21 è che l'unica cosa su cui siamo stati veramente concordato è di non compierlo. Le emissioni che avrebbero dovuto diminuire continuano a salire, aumentando quello che è noto come il divario di emissioni, la dolorosa e pericolosa distanza tra dove dovremmo essere e dove siamo in termini di emissioni di gas serra.

A causa di questo accumulo di circostanze e risultati, i vertici sul clima sono chiaramente insufficienti. Per tutte queste ragioni, anche la disobbedienza civile è disperatamente necessaria, sebbene insufficiente. Ci scusiamo per molestare.

Vedi: Desobediencia climática: la incómoda rebelión de científicos y ciudadanos

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